il Punto Coldiretti

La salute e lo sviluppo

Si è svolta a New York si è svolta la 43esima sessione di lavoro del Dipartimento di economia e affari sociali, divisione popolazione delle Nazioni Unite. Il tema affrontato è stato: Salute, morbilità, mortalità e sviluppo.

Lo sviluppo dei popoli non può prescindere dall’assicurare alle popolazioni un minimo di “salute” sin dall’inizio della vita.  E’ stato evidenziato come in molti paesi in via di sviluppo, le cattive condizioni di salute non permettono di rispondere alle esigenze delle donne e dei gruppi di emarginati  per l’accesso a sistemi adeguati di salute sessuale e riproduttiva.

La mancanza di sistemi sanitari adeguati, è riconosciuto con sempre maggiore frequenza,  è un elemento che limita e ritarda notevolmente il raggiungimento degli obbiettivi di sviluppo del Millennio relativi alla salute. Investimenti inadeguati nei sistemi sanitari nazionali hanno impedito l’accesso a cure adeguate e di qualità soprattutto ai poveri e agli emarginati.
 
In particolare l’assenza di attenzione per la salute riproduttiva ha un impatto importante nel peso globale delle malattie di donne e bambini che ha conseguenze anche per il tasso di mortalità. Nel documento preparatorio si evidenzia anche che povertà e discriminazione di genere, la violenza nei confronti delle donne e ragazze possono portare alla cronicizzazione di problemi di salute sessuale e riproduttiva e provocare altri problemi di salute fisica e mentale.

Alcuni dati impressionanti: ogni anno più di 500.000 donne muoiono durante il parto, il 99% di loro nei paesi in via di sviluppo. Il tasso di mortalità materna è più alta in Africa, con 820 morti ogni 100.000 nati vivi, in Asia (320), Oceania (180) e in America latina e Caraibi (130), cifre lontanissime da quelle dei paesi ricchi (13 in Europa e 10 in Nord America). Nel 2005, il tasso di mortalità materna è di almeno 1000 morti in 14 paesi poveri di cui 13 (eccetto  l’Afghanistan) sono nell’Africa sub sahariana. Numeri che riflettono le enormi disparità  tra i paesi sviluppati e  paesi in via di sviluppo.

Nel quinto Obiettivo di sviluppo del Millennio si chiede, tra l’altro di ridurre di tre quarti, tra il 1990 e il 2015, la mortalità per problemi legati all’alimentazione. Per raggiungere questo obiettivo, si sarebbe dovuto ridurre il tasso di mortalità materna  del 5,5% medio annuo a livello mondiale tra il 1990 e il 2015. Tuttavia, tra il 1990 e il 2005 si è ottenuto solo una riduzione del 0,4% annuale. Con questo ritmo l’obiettivo non si concretizzerà mai.

Durante la Conferenza ha preso la parola l’inviato della Santa Sede, Mons. Celestino Migliore. che ha fatto un intervento dal titolo: Strategie più efficaci sul fronte della sanità e dello sviluppo. Mons. Migliore richiamando i dati sopra esposti sottolinea come non solo la vita di queste madri finisce in tragedia, ma anche quella dei loro bambini comincia nello scompiglio. Nel periodo immediatamente successivo, la probabilità di sopravvivenza dei loro neonati diminuisce drammaticamente, causa la disgregazione delle loro famiglie e ostacola lo sviluppo locale.

Purtroppo, queste morti sono solo la punta dell’iceberg. Questi decessi di madri e di neonati sono ancor più vergognosi perché sono evitabili e curabili.
Il Presule richiama l’importanza di investimenti nell’educazione e programmi di sviluppo di lungo periodo in modo da offrire alle comunità i mezzi per migliorare la loro sanità. E’ necessario, poi, evitare l’emigrazione di individui con conoscenze e capacità mediche dai Paesi in via di sviluppo per scongiurare la perdita di competenza e di persone necessarie a migliorare il sistema sanitario in quei Paesi.

Un appello anche ai governi ad impegnarsi con più convinzione per continuare ad affrontare le urgenti necessità sanitarie dei bambini in tutto il mondo. Solo nel 2008, si sono verificati 243 milioni di casi di malaria che hanno causato più di 800.000 morti. Nello stesso modo, infezioni respiratorie, malattie digestive e derivanti da un’alimentazione inadeguata, che però sarebbero curabili ed evitabili, continuano a essere la causa principale di morte infantile nel mondo in via di sviluppo.

Non è ammissibile che, malattie che sono state da tempo debellate nei Paesi industrializzati, continuino a devastare bambini nel mondo in via di sviluppo. E’ necessaria, quindi, una solidarietà globale per garantire che i bambini poveri abbiano accesso all’assistenza medica e all’alimentazione di cui hanno bisogno.

L’assemblea si rivolge quindi, alla società civile, incluse le organizzazioni di stampo religioso, per un fattivo impegno per estendere a tutti l’assistenza sanitaria. L’Osservatore della Santa Sede presso l’Onu richiama l’attenzione sul come, in molti angoli del mondo, le cliniche e gli ospedali cattolici continuano a essere in prima linea nell’offrire assistenza sanitaria primaria, in particolare alle persone più emarginate della società.

Queste organizzazioni non a scopo di lucro offrono assistenza a quanti la società ha lasciato indietro o per i quali offrire servizi è troppo difficile o troppo pericoloso. Queste organizzazioni vivendo con e fra quanti servono, promuovono la solidarietà nella comunità e contribuiscono a una comprensione unica delle necessità di quest’ultima.

Padre Renato Gaglianone

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
2008 © Copyright Coldiretti - powered by BLUARANCIO S.p.A. | Redazione contenuti

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi