Le ferie come tempo per la “ri-creazione”.
Il tempo delle ferie è un tempo propizio per ritrovare se stessi; un tempo in cui la nostra “essenza relazionale” ha l’opportunità di manifestarsi appieno uscendo dal ghetto dove l’ordinaria quotidianità lavorativa la tiene relegata per la quasi totalità dell’anno. Ecco, allora, alcune riflessioni che potrebbero anche fungere da strumenti per cogliere questa opportunità. Qualche settimana fa Benedetto XVI, rivolto ai pellegrini presenti a Castel Gandolfo , l’11 luglio scorso, ha detto: “Fratelli e sorelle, è il tempo delle ferie e delle vacanze. Sfruttate questo periodo per il riposo e per ritemprare le forze del corpo e dello spirito”. Non possiamo far finta di niente di fronte a questo nostro mondo che suscita bisogni fasulli per colmare il grido di assoluto che scaturisce dal nostro cuore e che Dio solo può colmare. Un po’ di essenzialità, allora, ci può aiutare a ricordarci che siamo pellegrini, che la ricchezza ci può ingannare, e che chi ha avuto dalla Provvidenza un po’ di fortuna economica, è per accumulare tesori in cielo aiutando i fratelli più poveri. La Parola dell’odierna liturgia domenicale (XVIII Domenica del T.O.) ci propone un grande esame di coscienza collettivo, senza farci inutili sensi di colpa, proponendoci essenzialità nel gestire le cose della terra. Le ferie possono essere un’utile occasione per ricercare l’essenziale, come il Signore ci chiede, lasciando che siano le cose importanti a guidare la nostra vita, le nostre scelte. Non di beni materiali, ma di ben altre ricchezze ha bisogno il nostro cuore, di beni immensi, di tesori infiniti. Della tenerezza di Dio. Forse troppo spesso dimentichiamo che tutto questo si nutre con l’umus della preghiera. Una preghiera fatta di silenzio e compagnia con il divin maestro: “Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Questo invito di Gesù dobbiamo farlo nostro mentre ci apprestiamo a vivere un tempo di riposo. Non dimentichiamo che le vacanze sono l’occasione per ritemprare lo spirito e il corpo. Non abbiamo timore di assecondare l’invito di Gesù per ricercare spazi di deserto tutti per noi. Spazi per rinsaldare amicizie, collaborazioni nella solidarietà. Spazi per condividere sofferenze e gioie … per accogliere la presenza di chi ci è sempre vicino e magari aspetta la vacanza dal lavoro per sentirsi accolto, ascoltato e amato. Il tutto in vista di una ritrovata riconciliazione con Dio, noi stessi, la natura e gli altri. Sono questi, a mio parere i luoghi in cui possiamo rendere trasparenza alla tenerezza di Dio che e’ compassione in Gesu’. “Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.” A conclusione permettetemi di attingere ancora una volta all’ultima enciclica del Papa. Benedetto XVI ci ricorda che, tra l’altro, vivere la compassione di Cristo “È la consapevolezza dell’Amore indistruttibile di Dio che ci sostiene nel faticoso ed esaltante impegno per la giustizia, per lo sviluppo dei popoli, tra successi ed insuccessi, nell’incessante perseguimento di retti ordinamenti per le cose umane. L’amore di Dio ci chiama ad uscire da ciò che è limitato e non definitivo, ci dà il coraggio di operare e di proseguire nella ricerca del bene di tutti, anche se non si realizza immediatamente, anche se quello che riusciamo ad attuare, è sempre meno di ciò a cui aneliamo [158]. Dio ci dà la forza di lottare e di soffrire per amore del bene comune, perché Egli è il nostro Tutto, la nostra speranza più grande. (CV n. 78) Buone vacanze Qualche settimana fa Benedetto XVI, rivolto ai pellegrini presenti a Castel Gandolfo , l’11 luglio scorso, ha detto: “Fratelli e sorelle, è il tempo delle ferie e delle vacanze. Sfruttate questo periodo per il riposo e per ritemprare le forze del corpo e dello spirito”. Non possiamo far finta di niente di fronte a questo nostro mondo che suscita bisogni fasulli per colmare il grido di assoluto che scaturisce dal nostro cuore e che Dio solo può colmare. Un po’ di essenzialità, allora, ci può aiutare a ricordarci che siamo pellegrini, che la ricchezza ci può ingannare, e che chi ha avuto dalla Provvidenza un po’ di fortuna economica, è per accumulare tesori in cielo aiutando i fratelli più poveri.
La Parola dell’odierna liturgia domenicale (XVIII Domenica del T.O.) ci propone un grande esame di coscienza collettivo, senza farci inutili sensi di colpa, proponendoci essenzialità nel gestire le cose della terra. Le ferie possono essere un’utile occasione per ricercare l’essenziale, come il Signore ci chiede, lasciando che siano le cose importanti a guidare la nostra vita, le nostre scelte. Non di beni materiali, ma di ben altre ricchezze ha bisogno il nostro cuore, di beni immensi, di tesori infiniti. Della tenerezza di Dio. Forse troppo spesso dimentichiamo che tutto questo si nutre con l’umus della preghiera. Una preghiera fatta di silenzio e compagnia con il divin maestro: “Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Questo invito di Gesù dobbiamo farlo nostro mentre ci apprestiamo a vivere un tempo di riposo. Non dimentichiamo che le vacanze sono l’occasione per ritemprare lo spirito e il corpo. Non abbiamo timore di assecondare l’invito di Gesù per ricercare spazi di deserto tutti per noi. Spazi per rinsaldare amicizie, collaborazioni nella solidarietà. Spazi per condividere sofferenze e gioie … per accogliere la presenza di chi ci è sempre vicino e magari aspetta la vacanza dal lavoro per sentirsi accolto, ascoltato e amato. Il tutto in vista di una ritrovata riconciliazione con Dio, noi stessi, la natura e gli altri. Sono questi, a mio parere i luoghi in cui possiamo rendere trasparenza alla tenerezza di Dio che e’ compassione in Gesu’. “Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.” A conclusione permettetemi di attingere ancora una volta all’ultima enciclica del Papa. Benedetto XVI ci ricorda che, tra l’altro, vivere la compassione di Cristo “È la consapevolezza dell’Amore indistruttibile di Dio che ci sostiene nel faticoso ed esaltante impegno per la giustizia, per lo sviluppo dei popoli, tra successi ed insuccessi, nell’incessante perseguimento di retti ordinamenti per le cose umane. L’amore di Dio ci chiama ad uscire da ciò che è limitato e non definitivo, ci dà il coraggio di operare e di proseguire nella ricerca del bene di tutti, anche se non si realizza immediatamente, anche se quello che riusciamo ad attuare, è sempre meno di ciò a cui aneliamo [158]. Dio ci dà la forza di lottare e di soffrire per amore del bene comune, perché Egli è il nostro Tutto, la nostra speranza più grande. (CV n. 78)
Buone vacanze
Padre Renato Gaglianone
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