il Punto Coldiretti

Non è più l’ora di ricambi di facciata

I Vescovi italiani sono riuniti in assemblea. Il Card.Bagnasco, Presidente, ha pronunciato la sua prolusione. Riporto alcuni passaggi consigliandovi di scaricarla e leggerla con attenzione. E’ una lettura appassionata delle problematiche che interessano il popolo italiano. E’ una lettura lucida che chiama per nome le varie criticità e apre alla speranza: “Al cittadino nostro fratello, che simbolicamente si erge in mezzo a noi, come interlocutore amato e cercato, a lui che si sta misurando con una crisi assai più ampia di ogni previsione, vorremmo saper dire parole non scontate di incoraggiamento e di speranza, inquadrando i rischi nei quali stiamo incorrendo, ma anche i segnali positivi e le potenzialità che realisticamente sono alla nostra portata”.

Esprime, il presidente della Cei, tutta l’attenzione dei Vescovi perché tutti ci si apra “agli spiragli a quel futuro che è diritto di ogni comunità”. Invita a raccogliere l’appello del Papa agli italiani: «Reagiscano alla tentazione dello scoraggiamento e, forti anche della grande tradizione umanistica, riprendano con decisione la via del rinnovamento spirituale ed etico, che sola può condurre ad un autentico miglioramento della vita sociale e civile» (Saluto al Regina Caeli, Arezzo, 13 maggio 2012).

Bisogna prendere atto che si è interrotto un ciclo economico e sociale, e che il nuovo sarà comunque diverso. Il Cammino che ci ha condotti al benessere che adesso sembra svanire:  “non fu un cammino facile: si dovette mangiare pane duro, spesso senza companatico. La parola d’ordine che ispirava un’intera generazione era: lavorare, sacrificarsi, crescere. Non si badava alla fatica, si facevano sacrifici inimmaginabili, ma si correva insieme”.

Tutto questo alimentava, però, una pericolosa illusione: “pensavamo che fosse possibile crescere sempre, in un avanzamento continuo e illimitato. Ogni generazione avrebbe goduto in modo automatico e definitivo dei benefici raggiunti dai padri. … Finché non è arrivato il momento della verità. L’equilibrio, rivelatosi più fragile del previsto, non solo si scuoteva come per ogni ciclo economico, ma si rompeva definitivamente. Una fase storica declinava e diventava inevitabile fermarci per fare il punto… Se parlare di declino spaventa, e forse non è neppure giusto, bisogna almeno dire che è necessaria una generale ricalibratura dell’idea del vivere personale e collettivo, riconoscendo che, ieri, qualcosa di importante ci era sfuggito o era stato sottovalutato”.

Nelle parole che seguono, sembra di rivivere l’atmosfera dello scorso 17 maggio all’Auditorium con i giovani. “Non ci vuole grande intelligenza ad approfittare del disagio oggettivo, né coraggio a denunciare problemi e limiti, o a destabilizzare la collettività: bastano demagogia e slogan inconcludenti. Ci vuole intelligenza, coraggio e perseveranza, invece, per proporre strade concrete, efficaci e percorribili. Dobbiamo andare oltre, e puntare ad un palpito collettivo, motivato e fermo di reazione, di critica, di progetto. In una parola: a un risveglio della speranza. C’è un urgente bisogno che si torni a parlare e a vivere di speranza, una speranza «affidabile», direbbe il Papa, perché poggia sulla fede intesa come fiducia nella fedeltà di Dio che, in Gesù, si è legato al destino dell’uomo”.

Il Cardinal Bagnasco si augura, poi, “che il nostro Paese diventi come una grande aula dove tutti ci facciamo alunni attenti per apprendere le mai concluse lezioni della vita; per tornare alle verità perenni che hanno forgiato la saggezza dei singoli e dei popoli. Verità che non di rado sono state oscurate da illusioni ammalianti e voraci. Il maestro, in questa ideale aula, è la vita stessa che si declina nelle vicende della storia di ieri e di oggi”.

Non è più l’ora di ricambi di facciata o di mediocri tatticismi spacciati per visioni politiche. Di pari passo al lavoro sulla dimensione etica, urgono le iniziative che portino crescita e assorbano disagio sociale. C’è bisogno di lavoro, lavoro, lavoro. Ce lo dice con parole scolpite il Santo Padre: «La dignità della persona e le esigenze della giustizia richiedono che, soprattutto oggi, […] si continui a perseguire quale priorità l’obiettivo dell’accesso al lavoro o il suo mantenimento, per tutti» (Caritas in veritate, n. 32). Non smetteremo di chiederlo, tanto il lavoro è connesso con la dignità delle persone e la serenità delle famiglie.  … I giovani in particolare devono finalmente ricevere dei segnali concreti, che vadano oltre la precarietà, la discriminazione, l’arbitrarietà. Le misure necessarie per le nuove generazioni e i diritti che esse vedono oggi riconosciuti, devono effettivamente compensarsi anche attraverso una scrupolosa revisione delle garanzie, che non possono valere solo per determinate fasce. L’uguaglianza è condizione della fraternità”.

Padre Renato Gaglianone

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