il Punto Coldiretti

Quale bellezza salverà il mondo?

Il 3 settembre si sono celebrati a Milano le esequie del Card. Martini l’uomo del dialogo e un formidabile servitore del Vangelo (Benedetto XVI). Vi propongo di ricordarlo attraverso il richiamo ad una sua lettera pastorale indirizzata alla Chiesa Ambrosiana 8 settembre 1999: “Quale bellezza salverà il mondo?”, che fa riferimento all’Icona della Trasfigurazione.

Egli la presentava cosi: “Carissimi, consegnandovi la Lettera Pastorale dell’Arcivescovo desidero salutare ufficialmente tutti voi dopo il periodo delle ferie estive e all’inizio del nuovo anno (…). Nel mio cuore ci sono dei propositi per vivere il nuovo anno, e credo che ci siano anche nel vostro: prego il Signore che ci faccia incontrare sempre sulle vie della pace e della comprensione reciproca per svolgere bene il servizio che ci ha affidato.”

Martini non nasconde la “fatica” nell’elaborarla. Come sua consuetudine, prima di proporre “percorsi formativi e operativi”, li viveva in prima persona. In ciò stava la forza della sua credibilità e autorevolezza. “Vi sarete accorti che il cammino da me percorso per elaborarla e scriverla è stato faticoso, e però ho cercato di tenere sempre al centro il mistero da contemplare. E’ il cammino che ciascuno è invitato a ripetere, pur se non è facile può essere abbastanza configurato nelle sue tappe attraverso la schematicità della presentazione dell’icona. Non è dunque una lettera di indicazioni pratiche, ma una lettera da contemplare.”

Egli parte dalla lettura della realtà che riassume nel riportare un pensiero del grande scrittore russo Solgenilsin in un  discorso tenuto a Stoccolma: «Il mondo moderno, essendosela presa contro il grande albero dell’essere, ha spezzato il ramo del vero e il ramo della bontà. Solo rimane il ramo della bellezza, ed è questo ramo che ora dovrà assumere tutta la forza della linfa e del tronco». E’ un tentativo di interpretare la crisi del nostro tempo, dicendo che là dove verità e giustizia non sembrano più reggere, forse l’appello della bellezza può aiutare a ripensare questo insieme di verità, bontà e giustizia che appartiene appunto alla pienezza del mistero trascendente rivelato».

L’arcivescovo di Milano denunciava la decadenza dell’ Occidente e le ideologie che dividono. Ma indicava una possibile via d’ uscita.  "Occorre un colpo d’ ala contro il pessimismo. Soprattutto fra i credenti". Il secolo scorso, ricordava l’Arcivescovo di Milano, si consumava fra stanchezza e scoraggiamento: "La stanchezza che spesso si avverte fra i credenti a rendere ragione con entusiasmo della loro speranza davanti al male del mondo; lo scoraggiamento che tenta un po’ tutti davanti alla banalita’ del quotidiano, le tante forme di bruttezza del vivere". Ne sono sintomi "la denatalita’ , e il calo delle vocazioni".

Per questo, aggiunge Martini, bisogna affidarsi alla bellezza che salva. Quale bellezza salvera’ il mondo? Il protagonista de L’ idiota non risponde, come Gesu’ alla domanda di Pilato: "Che cos’ e’ la verita’ ?". La risposta e’ la stessa: e’ la "bellezza di Dio" evocata da sant’ Agostino, la bellezza della Trinita’ che si mostra nella Trasfigurazione, la "bellezza dell’ Amore crocifisso", la bellezza che infine "si rivela a Pasqua e rivela il senso della storia". Percio’ ci vuole "un colpo d’ ala", perche’ la fede non si riduce all’ etica: "Non basta deplorare e denunciare le brutture del nostro mondo, parlare di giustizia e di doveri. Occorre qualcosa che rapisca il cuore".

"…E’ bello scommettere la propria esistenza su Colui che non solo è la Verità in persona, che non solo è il Bene più grande, ma è anche il solo che ci rivela la bellezza divina di cui il nostro cuore ha profonda nostalgia e intenso bisogno… Al cuore della Trasfigurazione vi è dunque la bellezza del dono di Dio da accogliere e vivere senza riserve”

Vi invito a prendere in mano questo prezioso scritto del Card. Martini.(http://www.chiesadimilano.it/)  E’ un tentativo di interpretare la crisi del nostro tempo, dicendo che là dove verità e giustizia non sembrano più reggere, forse l’appello della bellezza può aiutare a ripensare questo insieme di verità, bontà e giustizia che appartiene appunto alla pienezza del mistero trascendente rivelato.

Padre Renato Gaglianone

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