il Punto Coldiretti

Ripensare l’economia tenendo conto dei poveri

Si sa che la Dottrina Sociale della Chiesa non ha soluzioni da proporre, ma ha molto da dire.
E’ quanto ha riaffermato Monsignor Crepaldi, Segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, interviene a un incontro del CCEE (Conferenze Episcopali Europee) a Zagabria.

L’attuale crisi economica “è occasione per ripensare l’economia tenendo conto delle esigenze dei poveri e giungendo finalmente a riconoscerli come una risorsa e non come un fardello”.

Riprendendo le preoccupazioni più volte espresse dalle ONG, in Italia la Focsiv, spesso in collaborazione con Coldiretti, è quella che più di tutte si sta muovendo, il presule esprime la preoccupazione che la crisi:  “rende concreto un pericolo: che cessino i finanziamenti allo sviluppo, che già erano precari”.

L’occasione per evitare che ciò avvenga, ha affermato, “c’è, che non riusciamo a coglierla è possibile, ma è colpa nostra. La necessità di cambiare le regole per far sì che anche i poveri accedano al mercato è anche un interesse dello stesso mercato”.

Lo scorso anno, ha osservato monsignor Crepaldi, è stato un “annus horribilis per la finanza e per l’economia” e un’“annata ancora peggiore per i poveri”.
“E’ questa seconda considerazione che anima la Chiesa – la gerarchia, gli organismi ecclesiali a livello universale o particolare – ad abbordare temi di carattere tecnico come quello della crisi finanziaria in relazione al finanziamento dello sviluppo”, oggetti della Nota pubblicata dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace il 18 novembre scorso e intitolata “Un nuovo patto finanziario internazionale. Nota su finanza e sviluppo in vista della Conferenza promossa dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a Doha” (http://www.pcgp.it/). Nella citata Nota si sottolinea “la ricomparsa, in certo senso, della politica, offuscata durante alcuni decenni dall’economia”.

Allo stesso modo, viene messa in evidenza la necessità di “recuperare la vera natura della finanza”, cioe’ “favorire l’impiego delle risorse risparmiate là dove esse favoriscono l’economia reale, il bene-essere, lo sviluppo di tutto l’uomo e di tutti gli uomini”.
La situazione attuale, come piu volte ha sottolineato lo stesso Benedetto XVI, è la conseguenza di una “crisi di fiducia”.

Dal punto di vista morale, ha detto ancora  monsignor Crepaldi, la problematica finanziaria globale “mostra due facce”: “l’emergenza della crisi globale e l’inadeguatezza della finanza per lo sviluppo”, pur se il versante morale agisce anche in positivo, visto nel documento si riconosce “il duplice ruolo della società civile nel finanziamento allo sviluppo da una parte e nell’educare a comportamenti responsabili in materia di consumo e di investimento dall’altra”.

Per restaurare la fiducia, il ruolo dello Stato “è essenziale”.
Ruolo degli stati che devono operare perché “Senza accordi, regole di trasparenza fissati e fatti rispettare, i mercati finanziari non funzionano”, motivo per il quale serve “un nuovo patto finanziario internazionale”, per “mettere l’internazionalizzazione al passo con la globalizzazione”.

Nello stesso e’ necessario spingere gli Stati affinché,  mantengano gli impegni presi con i popoli svantaggiati, per “iniettare nel motore dello sviluppo quella fiducia di cui i Paesi più poveri, in maggioranza africani, hanno assolutamente bisogno”.

Padre Renato Gaglianone

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