il Punto Coldiretti

“Testimoni digitali”

Scrive Benedetto XVI: I moderni mezzi di comunicazione sono entrati da tempo a far parte degli strumenti ordinari, attraverso i quali le comunità ecclesiali si esprimono, entrando in contatto con il proprio territorio ed instaurando, molto spesso, forme di dialogo a più vasto raggio, ma la loro recente e pervasiva diffusione e il loro notevole influsso ne rendono sempre più importante ed utile l’uso nel ministero sacerdotale. Questo brano è parte del Messaggio per la 44ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che si celebra il 16 maggio 2010.

"Il sacerdote e la pastorale nel mondo digitale: i nuovi media al servizio della Parola" è il tema scelto dal Santo Padre Benedetto XVI e del quale già ho avuto modo di parlare in un mio precedente intervento su queste pagine (Il Punto del 25/01/2010, ndr). Tematica “intrigante” non solo per i Sacerdoti ma anche per la Chiesa intera. La Chiesa Italiana con il Convegno nazionale “Testimoni Digitali: volti e linguaggi nell’era crossmediale” tenutosi all’Hotel Summit di Roma dal 22 al 24 aprile 2010 ha evidenziato come si debbano accettare, per governarle, le sfide che la “rete” mette in campo.

Infatti la rete sta cambiando non soltanto il nostro modo di informarci e di comunicare ma anche le nostre relazioni affettive. Questa  consapevolezza ha portato la Chiesa Italiana ad interrogarsi sulla potenzialità che il “continente digitale” offre anche all’annuncio del Vangelo. Su questa frontiera si sono mossi oltre 1200 persone provenienti dalle 227 diocesi italiane guidati da esperti della comunicazione e animati dalla parola del magistero che ha trovato il suo punto qualificante durante l’udienza con il Santo Padre nell’Aula Paolo VI, che ha visto la partecipazione, oltre che dei convegnisti, di circa 8mila operatori della comunicazione e della cultura delle 36mila parrocchie presenti sul territorio italiano.

Nel concludere i lavori del convegno il Santo Padre ha detto: "Il mondo della comunicazione sociale entri a pieno titolo nella programmazione pastorale". Ma il Papa ha anche messo in guardia: “La rete manifesta, è vero, una vocazione aperta, tendenzialmente egualitaria e pluralista, ma nel contempo segna un nuovo fossato:  si parla, infatti, di digital divide. Esso separa gli inclusi dagli esclusi e va ad aggiungersi agli altri divari, che già allontanano le nazioni tra loro e anche al loro interno. Aumentano pure i pericoli di omologazione e di controllo, di relativismo intellettuale e morale, già ben riconoscibili nella flessione dello spirito critico, nella verità ridotta al gioco delle opinioni, nelle molteplici forme di degrado e di umiliazione dell’intimità della persona. Si assiste allora a un “inquinamento dello spirito, quello che rende i nostri volti meno sorridenti, più cupi, che ci porta a non salutarci tra di noi, a non guardarci in faccia”.

Benedetto XVI riconosce il merito di questo convegno nell’aver puntato “proprio a riconoscere i volti, quindi a superare quelle dinamiche collettive che possono farci smarrire la percezione della profondità delle persone e appiattirci sulla loro superficie: quando ciò accade, esse restano corpi senz’anima, oggetti di scambio e di consumo”.

“Vi esorto a percorrere, animati dal coraggio dello Spirito Santo, le strade del continente digitale”. Il Santo Padre ribadisce che: “La nostra fiducia non è acriticamente riposta in alcuno strumento della tecnica. La nostra forza sta nell’essere Chiesa, comunità credente, capace di testimoniare a tutti la perenne novità del Risorto, con una vita che fiorisce in pienezza nella misura in cui si apre, entra in relazione, si dona con gratuità”.

Richiamando, quindi, alcuni passaggi forti del “messaggio” della 44° Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, invita: “Senza timori vogliamo prendere il largo nel mare digitale, affrontando la navigazione aperta con la stessa passione che da duemila anni governa la barca della Chiesa. Più che per le risorse tecniche, pur necessarie, vogliamo qualificarci abitando anche questo universo con un cuore credente, che contribuisca a dare un’anima all’ininterrotto flusso comunicativo della rete. È questa la nostra missione, la missione irrinunciabile della Chiesa:  il compito di ogni credente che opera nei media è quello di“spianare la strada a nuovi incontri, assicurando sempre la qualità del contatto umano e l’attenzione alle persone e ai loro veri bisogni spirituali; offrendo agli uomini che vivono questo tempo "digitale" i segni necessari per riconoscere il Signore”.

E ancora: “Cari amici, anche nella rete siete chiamati a collocarvi come "animatori di comunità", attenti a “preparare cammini che conducano alla Parola di Dio”, e ad esprimere una particolare sensibilità per quanti “sono sfiduciati ed hanno nel cuore desideri di assoluto e di verità non caduche”. La rete potrà così diventare una sorta di “portico dei gentili”, dove “fare spazio anche a coloro per i quali Dio è ancora uno sconosciuto”. Quali animatori della cultura e della comunicazione, voi siete segno vivo di quanto “i moderni mezzi di comunicazione siano entrati da tempo a far parte degli strumenti ordinari, attraverso i quali le comunità ecclesiali si esprimono, entrando in contatto con il proprio territorio ed instaurando, molto spesso, forme di dialogo a più vasto raggio”.

Non poteva mancare, nelle parole del Papa, un’attenzione e un richiamo per gli operatori massmediali: “Esorto tutti i professionisti della comunicazione a non stancarsi di nutrire nel proprio cuore quella sana passione per l’uomo che diventa tensione ad avvicinarsi sempre più ai suoi linguaggi e al suo vero volto. Vi aiuterà in questo una solida preparazione teologica e soprattutto una profonda e gioiosa passione per Dio, alimentata nel continuo dialogo con il Signore”.

P.S. Se si vogliono approfondire le tematiche richiamate dal Papa basterà “prendere il largo nel mare digitale” all’indirizzo: www.testimonidigitali.it e “navigare” nelle  ricche relazioni del Convegno.

Padre Renato Gaglianone

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