il Punto Coldiretti

Un pensiero diverso

Si è concluso a Verona domenica scorsa, 16 settembre 2012, il 2° festival della Dottrina sociale della Chiesa. Questo evento di Chiesa si è rivelato una straordinaria occasione, per le centinaia di persone che vi hanno partecipato. Occasione per prendere coscienza degli elementi di speranza e prospettive presenti nel magistero sociale della Chiesa utili per affrontare la crisi economica e sociale che ci riguarda tutti. Nell’intenzioni degli organizzatori “l’idea forte è il tentativo di proporre qualcosa di diverso rispetto  a quanto ci sentiamo dire tutti giorni”.

Il Patriarca di Venezia Mons. Moraglia nella sua relazione esordisce: “Dinanzi all’attuale crisi finanziaria ed economica, il desiderio di tutti è venirne a capo. Si sente, infatti, la necessità almeno d’intravvedere “segni certi” di un reale cambio di tendenza, lasciandoci alle spalle le ripetute dichiarazioni d’intenti con cui, di volta in volta, siamo avvisati che “la prossima settimana sarà decisiva per la crisi in corso”… E ammonisce: “Una cosa, però, possiamo dirla con assoluta certezza: dopo questa crisi taluni nostri stili di vita, obbligatoriamente, dovranno mutare… Proprio tale cambiamento rappresenta l’aspetto positivo dell’attuale momento storico; date le dimensioni della crisi, non ci si potrà limitare a piccoli ritocchi di maquillage ma bisognerà – per continuare la metafora – andare da un buon chirurgo plastico per interventi strutturali. Siamo chiamati a guardare al futuro, nella logica del bene comune, non solo considerando la nostra generazione ma anche quelle che verranno dopo. Si tratta di capire quale sia lo sviluppo sostenibile, ponendo al centro di tutto – cosa che, finora, è stata fatta troppo poco – la persona non come pura astrazione ma nelle sue relazioni concrete, ad iniziare dalla relazione con la famiglia”.

Per poter far questo, ha ricordato il Presidente della Fondazione “Toniolo”, Vincenzi: “abbiamo bisogno innanzitutto di un pensiero diverso. Fare di più non ci fa uscire da questa situazione, occorre un modo nuovo di vedere le cose. Il nuovo pensiero è riaffermare un’economia al servizio dell’uomo e non l’uomo al servizio dell’economia, è ipotizzare uno sviluppo libero dagli interessi personali o di gruppo, uno sviluppo a misura d’uomo che riduca le disuguaglianze. Dobbiamo sviluppare l’idea che senza valori e senza etica possiamo forse avere di più, ma non possiamo essere contenti di noi e del mondo che ci circonda. Tutti insieme siamo chiamati a cercare il nuovo che è nascosto dentro le pieghe di una crisi e chiede di essere riscoperto ed evidenziato”.

Il Festival è stato un momento in cui si sono intrecciati positività, problemi, fatiche, volti, relazioni, cultura, esperienze, azioni, motivazioni, spiritualità, incontri e idee, che riflette il quotidiano, come era nelle intenzioni degli organizzatori. Effettivamente ognuno ha potuto raccogliere “nuova forza per la ricerca della verità e per interpretare e sviluppare le novità racchiuse nel presente”.

Un alone di ottimismo ha contrassegnato la conclusione dei lavori, sia nella lectio di Mons. Toso, segretario del Pontificio Consiglio Justizia et Pax,  e sia nell’Omelia del Vescovo di Verona, Giuseppe Zenti. Insieme è possibile, hanno sottolineato. Ne scaturisce un ottimismo, non certamente facile, ma sicuramente carico di impegno nella consapevolezza che: “Se vogliamo davvero che i giovani non disperino della presente situazione dell’umanità, dovremmo fare in modo che possano rendersi conto veramente di quanto è grande, di quanto è bello il nostro mondo”. (K. Lorenz, “Il declino dell’uomo”).

Padre Renato Gaglianone

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