il Punto Coldiretti

Una lezione di vita

Nella dimensione terrena nulla è immutabile nemmeno il ministero petrino, almeno nella forma che conosciamo, consolidata lungo i secoli. Quella che sembrava soltanto una riflessione ipotetica raccolta dallo scrittore Peter Seewald nel libro intervista “La luce del mondo”, ha avuto la sua concretizzazione lunedì 11 febbraio, giorno in cui papa Benedetto XVI ha riconosciuto con umiltà che il governo della Chiesa ha bisogno di risorse ed energie che non sono più le sue.

La consapevolezza di questa precarietà fisica lo ha portato ad una decisione dirompente e rivoluzionaria che ha suscitato grande scalpore nei credenti e nei non credenti. Poche volte nella società, nelle istituzioni e anche nella Chiesa abbiamo visto lasciare con questa umiltà e libertà interiore il proprio ruolo per ritornare ad essere semplicemente un uomo, un cittadino e in questo caso, un sacerdote. Un gesto che ci richiama ad interrogarci sullo scopo autentico del servizio, libero da ogni preoccupazione di potere.

Non è stata solo una scelta personale benché sofferta, ma soprattutto una lezione di vita che investirà il futuro modo di servire Cristo nella Chiesa e nel mondo. La ragione di questa decisione non è stata solo la debolezza di un uomo anziano e stanco ma l’umiltà permeata di realismo cristiano e intelligenza spirituale. Un atto storico determinato dall’accettazione del limite che è intrinseco in ogni uomo, una volta constatato l’affievolirsi delle forze fisiche.

Ma non solo: lascia il timone della “barca di Pietro” per favorire il rinnovamento spirituale della Chiesa non sempre fedele e coerente con il messaggio cristiano. Una sfida sia alla Chiesa che in questi tempi drammatici è chiamata a misurarsi con la forza della fede e sia alla società contemporanea a rischio di relativismo etico. Una scelta forte, enorme, coraggiosa con un invito a guardare con fiducia il futuro per contrastare il cinismo imperante che ha smarrito il senso dell’umiltà e della sobrietà e per rigenerare una società subordinata all’arroganza dei poteri che sviliscono il senso autentico della convivenza civile.

Un segnale profetico che vogliamo raccogliere come altre volte, in numerose occasioni, abbiamo accolto con gratitudine i suoi messaggi rivolti agli uomini della terra, intrisi di profonda interiorità ma sempre indicatori di ciò che è essenziale per un vivere insieme più vero e sobrio.

Don Paolo Bonetti

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