il Punto Coldiretti

Una storia nuova: Chiesa e mass media

Il 24 gennaio 2010, Festa di San Francesco di Sales, due autorevoli interventi hanno solennizzato la festa del Patrono dei giornalisti. La celebrazione della santa Messa alla Rai del Card. Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (Cei) e l’Angelus del Papa Benedetto XVI nel richiamare i temi della prossima XLIV Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali.

Il Card. Bagnasco ha sottolineato l’importanza del ruolo dei Giornalisti che hanno il compito di “informare e formare”. L’etica nell’informazione/formazione non può essere messa da parte dal momento che al centro dell’impegno del Giornalista devono sempre essere la Persona umana e il Bene comune. E ancora il Presule ha richiamato i giornalisti e operatori della Rai, che affollavano il Teatro delle Vittorie, trasformato per l’occasione in luogo di culto, ad avere il coraggio di rifarsi sempre alla Carità e alla Verità come ai principi ispiratori dell’azione dei giornalisti e degli operatori della Comunicazione sociale.

Il Papa all’Angelus ha richiamato i temi del Messaggio per la Giornata mondiale delle Comunicazioni che, inserita “nell’anno sacerdotale”, non poteva non ruotare attorno al ruolo dei mass media nell’azione pastorale dei Sacerdoti. In particolare il Papa rivolgendosi ai Sacerdoti li invita “a cogliere con saggezza le singolari opportunità offerte dalla moderna comunicazione. Il Signore vi renda annunciatori appassionati della buona novella anche nella nuova “agorà” posta in essere dagli attuali mezzi di comunicazione”.

Benedetto XVI prende atto  che  “i moderni mezzi di comunicazione sono entrati da tempo a far parte degli strumenti ordinari, attraverso i quali le comunità ecclesiali si esprimono, entrando in contatto con il proprio territorio ed instaurando, molto spesso, forme di dialogo a più vasto raggio, ma la loro recente e pervasiva diffusione e il loro notevole influsso ne rendono sempre più importante ed utile l’uso nel ministero sacerdotale”.

Il Papa ricorda che “compito primario del Sacerdote è quello di annunciare Cristo, la Parola di Dio fatta carne, e comunicare la multiforme grazia divina apportatrice di salvezza mediante i Sacramenti. Convocata dalla Parola, la Chiesa si pone come segno e strumento della comunione che Dio realizza con l’uomo e che ogni Sacerdote è chiamato a edificare in Lui e con Lui. Sta qui l’altissima dignità e bellezza della missione sacerdotale, in cui viene ad attuarsi in maniera privilegiata quanto afferma l’apostolo Paolo: “Dice infatti la Scrittura: Chiunque crede in lui non sarà deluso… Infatti: Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato. Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? Come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? Come ne sentiranno parlare senza qualcuno che lo annunci? E come lo annunceranno, se non sono stati inviati?” (Rm 10,11.13-15).

Il mondo giovanile, ricorda ancora il Papa, si aspetta risposte adeguate all’interno dei grandi cambiamenti culturali attingendo alle nuove vie della comunicazione basate sulle conquiste tecnologiche, ormai strumento indispensabile di comunicazione. Infatti, il mondo digitale, ponendo a disposizione mezzi che consentono una capacità di espressione pressoché illimitata, apre notevoli prospettive ed attualizzazioni all’esortazione paolina: “Guai a me se non annuncio il Vangelo!” (1Cor 9,16). Con la loro diffusione, pertanto, la responsabilità dell’annuncio non solo aumenta, ma si fa più impellente e reclama un impegno più motivato ed efficace. Al riguardo, il Sacerdote viene a trovarsi come all’inizio di una “storia nuova”, perché, quanto più le moderne tecnologie creeranno relazioni sempre più intense e il mondo digitale amplierà i suoi confini, tanto più egli sarà chiamato a occuparsene pastoralmente, moltiplicando il proprio impegno, per porre i media al servizio della Parola”.

Nel “messaggio” si mette in evidenza il rischio che possono correre i Sacerdoti dal “rischio di un’utilizzazione dettata principalmente dalla mera esigenza di rendersi presente, e di considerare erroneamente il web solo come uno spazio da occupare. Ai Presbiteri, invece, è richiesta la capacità di essere presenti nel mondo digitale nella costante fedeltà al messaggio evangelico, per esercitare il proprio ruolo di animatori di comunità che si esprimono ormai, sempre più spesso, attraverso le tante “voci” scaturite dal mondo digitale, ed annunciare il Vangelo avvalendosi, accanto agli strumenti tradizionali, dell’apporto di quella nuova generazione di audiovisivi (foto, video, animazioni, blog, siti web), che rappresentano inedite occasioni di dialogo e utili mezzi anche per l’evangelizzazione e la catechesi.

Padre Renato Gaglianone

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