il Punto Coldiretti

Un’Agenda per il Paese

“Pensando all’Italia, mi preme ricordare che oggi, a Reggio Calabria, si conclude la 46a Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, che ha tracciato un’“agenda di speranza” per il futuro del Paese. Rivolgo un cordiale saluto ai convegnisti, collegati in questo momento in diretta, ed auspico che la ricerca del bene comune costituisca sempre il riferimento sicuro per l’impegno dei cattolici nell’azione sociale e politica”.

Queste le parole utilizzate dal Papa all’Angelus di ieri, domenica 17 ottobre, per salutare gli oltre 1200 delegati che dal 14 sono stati i protagonisti di un evento veramente straordinario. A distanza di  50 anni la città di Reggio Calabria ha ospitato la Settimana Sociale dei Cattolici Italiani. Un evento che ha ribadito il dovere della Chiesa di far sentire la sua voce anche se: “Forse sorprende e spiazza – a sottolineato  Savagnone (uno dei Relatori) – il fatto che la Chiesa si occupi, oltre che dei problemi più strettamente connessi alla sfera etica, come sono quelli della biomedicina e della famiglia, in cui sarebbero ravvisabili in modo esclusivo i ‘valori non negoziabili’, anche di quelli relativi agli assetti sociali e politici”.

Un “merito” del documento dei Vescovi “Chiesa e Mezzogiorno” è quello “di aver sottolineato che alla Chiesa sta a cuore non soltanto la vita nel momento del suo concepimento o in quello terminale, ma anche ciò che sta tra questi due momenti estremi”. Anche la solidarietà, infatti, “è un valore non negoziabile, come lo è la sorte di tutti i deboli e gli esclusi”.

La Chiesa, popolo di Dio, a Reggio Calabria ha rivendicato con forza questa sua prerogativa e lo ha fatto nella splendida cornice di un territorio straordinario attraverso una società civile che non nasconde le sue criticità ma mostra anche tutto la sua reattività, la voglia di fare e il coraggio di sperare.

Nel corso delle Assemblee tematiche, che hanno registrato, tra l’altro, approfonditi interventi dei delegati della Coldiretti, accanto all’analisi delle criticità, sono emersi stimoli e “segni dei tempi” e ipotesi di lavoro percorribili per quella “agenda di speranza” che dovrebbe orientare l’azione dei cattolici italiani nel prossimo futuro.

Il tutto in vista della costruzione del bene comune, anche se, come ha ricordato Franco Pasquale nel corso del suo intervento nel coordinamento della tavola rotonda conclusiva,  “Le questioni affrontate: dal lavoro all’emergenza educativa, dalla mobilità all’emigrazioni, dalla famiglia al cambio culturale e alla rigenerazione del paese, con il silenzio che è calato su di essi, è un indizio inquietante dell’eclissi del senso del bene comune che si è registrata negli ultimi anni in Italia”. Ecco perché, Retinopera, ha annunciato, ha messo su  un “osservatorio del bene comune” che, si spera, sia da supporto per l’attuazione dell’agenda.

Questo evento, tra l’altro ha mostrato un laicato maturo, adulto, impegnato e desideroso di protagonismo. Un laicato non autoreferenziale ma concreto, come ha dimostrato di essere con gli oltre 400 interventi registrati nei lavori delle aree tematiche. Da questi interventi, coinvolgenti e concreti scaturirà quell’agenda per il paese capace soprattutto di ridare “senso” all’homo sapiens (rigenerazione culturale) ma, anche, all’homo faber (rigenerazione sociale).

Più volte è stata richiamata la necessità della preghiera come indispensabile per collocare nel giusto contesto tutto l’agire del cristiano. I lavori stessi sono stati contrassegnati da momenti di intensa preghiera. E’ proprio da uno di questi momenti che estrapolo il pensiero conclusivo invitandovi a visionare tutto il ricco materiale dei lavori sul sito http://www.settimanesociali.it/.

L’Arcivescovo di Reggio Calabria-Bova ha richiamato proprio l’importanza di pregare. Molto incisivo  il passaggio dell’omelia che ha fatto riferimento alla parabola della vedova e del giudice disonesto.  Mons. Mondello  ha sottolineato: “risale sicuramente a Gesù” ed “esprime anche il contesto di una chiesa – quella del tempo di Luca – che soffre l’apparente assenza di Dio e con impazienza attende la consolazione della parusìa”. Due personaggi della vita reale, un giudice e una vedova: la chiusura verso Dio e verso gli altri del primo; e l’insistenza, tipica di chi ha bisogno, della seconda.

“La mia speranza – ha concluso Mondello – é che possiamo avere sempre presente l’esperienza di questa donna, la vedova della parabola: non ha nulla da regalare.  È povera come la speranza, senza difesa come l’innocenza. Ma ha una forza che vince: la fede nella giustizia, al di là del giudice disonesto.  Una vedova, che – paradossalmente – mi sembra possa diventare l’icona di quella Calabria onesta e di quella Italia pulita, che si trovano spesso dinanzi alle ingiustizie e ai ritardi di un mondo di poteri senza limiti e forse senza volto. La forza del credente é in una fede forte e semplice come quella della vedova; una fede, che ti porta ad andare e ritornare; e poi ancora andare e ritornare dal Signore, perché ami anche il suo silenzio; e sai che, se parla, é per amore; e, se tace, é ancora per amore”.

Padre Renato Gaglianone

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