il Punto Coldiretti

Unità, speranza e responsabilità

L’ultima riunione del Consiglio Permanente della Cei ha approvato il documento conclusivo della 46° Settimana Sociale. Dai primi commenti e una lettura veloce, già si possono cogliere interessanti spunti per un proficuo lavoro di discernimento per una presenza attiva nella “civitas”. Nel sito: http://www.settimanesociali.it/ è possibile trovare il documento nella sua interezza.

Nella presentazione si sottolinea: “La memoria viva della 46ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani ruota attorno a tre parole chiave: unità, speranza e responsabilità. Il Documento conclusivo, presentato venerdì 11 marzo – alla vigilia del 150° anniversario dell’Unità d’Italia – ricorda le nuove prospettive di unità aperte dall’esperienza del discernimento ecclesiale; la forza della speranza, vissuta nel cammino di preparazione e di confronto; le grandi responsabilità poste oggi di fronte ai cattolici italiani, con riferimento a ogni ambito della vita della civitas.

Introducendo il documento si ricorda che la 46a Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, svoltasi a Reggio Calabria dal 14 al 17 ottobre 2010 con il titolo Cattolici nell’Italia di oggi. Un’agenda di speranza per il futuro del Paese, è stata un evento ricco di speranza. E’ stata caratterizzata dal coinvolgimento di tutte le componenti ecclesiali. Ciò è motivo di sincera gioia e radice di gratitudine (cfr Fil 1,3).

Innanzitutto a Dio Padre, da cui proviene ogni dono perfetto (cfr Gc 1,17), ricordando che le giornate di Reggio Calabria ci hanno dato la possibilità di comprendere un po’ meglio quanti doni il Signore ha fatto alle persone che abbiamo incontrato e ascoltato (1 Cor 1,4).
Si ricorda che “scopo di questo testo è contribuire all’«approfondimento» ed all’«assimilazione» di quanto emerso dalla 46a Settimana Sociale.

Chi sono i destinatari di questo documento? “Ci rivolgiamo a tutti coloro che hanno preso parte al cammino preparatorio nel corso del quale è emersa l’«agenda di speranza» di cui si è discusso a Reggio Calabria, anche a quanti non hanno potuto presenziare a quelle giornate. Queste riflessioni sono poi rivolte a coloro che hanno preso parte ai lavori della 46a Settimana Sociale e che possono avvalersi di questo strumento nelle Chiese particolari e in altri ambiti.

In certo senso, però, questo testo è offerto a tutti i cattolici italiani, perché a tutti è diretto l’invito che scaturisce dalla rinnovata coscienza della grave responsabilità che ci è affidata in ordine al servizio del bene comune del Paese. Oggi è quanto mai evidente che «il cristiano che trascura i suoi impegni temporali, trascura i suoi doveri verso il prossimo, anzi verso Dio stesso, e mette in pericolo la propria salvezza eterna» (GS 43; cfr DCE 29).

Ci rivolgiamo infine a tutti gli italiani, perché quello al bene comune è servizio che possiamo rendere insieme: «la Chiesa non cerca l’interesse di una parte della società – quella cattolica o che in essa comunque si riconosce – ma è attenta all’interesse generale» e insegna ai cristiani a impegnarsi perché il vivere sociale sempre di nuovo acquisti forma di città (cfr CV 7).

Vengono quindi richiamate le tre parole evocate alla conclusione dei lavori a Reggio Calabria,  capaci di conservare la memoria della 46a Settimana Sociale: unità, speranza, responsabilità. Non va smarrito quel senso di unità nato dalla meraviglia provata quando nei momenti assembleari e nelle sessioni di studio segno della “la vitalità delle Chiese locali e il loro faticoso e attivo sperare.” Infatti, “anche nelle situazioni più problematiche «Dio ci dà la forza di lottare e di soffrire per amore del bene comune» (CV 78): «non c’è delusione per coloro che in Te confidano» (Dn 3,40).

Il Comitato che ha redatto questo documento dopo il richiamo all’unità, ricorda che “alla radice della gratitudine vi è l’esperienza di aver condiviso un lungo e ricco cammino di preparazione, durante il quale siamo divenuti più consapevoli della forza della speranza.” E ricordano: “In un clima di ascolto reciproco, in una dialettica costruttiva e fraterna, senza conflitti o esasperazioni, senza integralismi o fondamentalismi, tesa alla ricerca della verità nella carità, abbiamo sperimentato una fede pensata insieme, capace di leggere la storia e di farsi conoscenza sapienziale creativa e costruttiva. La veracità e il valore di questo discernimento è dipeso anche dal fatto di non aver evitato neppure le domande più difficili ed esigenti”.

Si sottolinea la necessità di un coinvolgimento di tutti… “Tocca a noi guardare al futuro del Paese senza paura, con quella «speranza affidabile» che nasce dal Risorto e va incarnata nella vita di ogni giorno. Siamo noi i primi a essere chiamati a operare in un orizzonte di vita e non di declino. È proprio il caso di riprendere le parole di don Luigi Sturzo: la speranza ci rende «liberi e forti». Abbiamo questo debito anzitutto verso i giovani”.

Una cosa in particolare era emersa durante i lavori dell’Assemblea di Reggio Calabria “un laicato bello, non silente, preparato, capace di dar vita a una nuova stagione del proprio insostituibile apostolato”. Un laicato capace di far emergere con chiarezza le grandi responsabilità poste oggi di fronte ai cattolici italiani, con riferimento a ogni ambito della vita della civitas.

“Attraverso esperienze come questa ci è dato di comprendere in termini storicamente determinati come la fede si faccia condivisione, corresponsabilità, partecipazione. In questo stesso cammino, mentre si è sperimentata la verità dell’impegno della Chiesa per il bene comune, si sono espresse le ragioni e la rinnovata forza di quel particolare e decisivo contributo proprio dei laici, in primo luogo con riferimento ad ambiti rimessi anzitutto alla loro responsabilità (cfr LG 31ss.; GS 43)”.

Abbiamo una responsabilità verso tutto il Paese e specialmente verso i giovani: ci aiuti lo Spirito del Signore a lavorare per il bene di tutti e di ciascuno, unico intento del nostro impegno in ogni ambito e settore della vita civile. Interessante sarà riprendere i vari punti del documento stesso e vedere se effettivamente può realizzarsi come “Agenda di speranza per il Paese”.

Padre Renato Gaglianone

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