il Punto Coldiretti

Coldiretti chiede chiarimenti sullo stop ai concianti

In merito all’entrata in vigore del DM 17 settembre 2008, concernente la “Sospensione cautelativa dell’autorizzazione di impiego per la concia di sementi, dei prodotti fitosanitari contenenti le sostanze attive clothianidin, thiamethoxam, imidacloprid e fipronil, ai sensi dell’articolo 13, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 23 aprile 2001, n. 290”, Coldiretti ha ritenuto necessario segnalare al  Ministero della salute il significativo impatto che tale provvedimento determina sul normale esercizio dell’agricoltura.

In particolare, nella lettera indirizzata al Ministero, è stato evidenziato come il divieto si estenda non solo alla concia delle sementi di mais – rispetto alla quale sussiste, sulla base dei dati raccolti dalle amministrazioni, il sospetto di un nesso di causa-effetto con il fenomeno di moria delle api – ma anche ad altre colture, che sono fuori dal novero delle specie coltivate sulle cui sementi l’uso di tali sostanze potrebbe essere, anche solo potenzialmente, pericoloso per le api. 

Come è noto le sostanze attive clothianidin, thiamethoxam, imidacloprid e fipronil, sono impiegate per  formulati commerciali come <<Gaucho>>, <<Poncho>>, <<Cruiser>>, <<Regent>>, che sono autorizzati anche su sementi diverse dal mais. Esaminato sotto questo profilo il decreto risulta adottato senza aver effettuato un’adeguata verifica rispetto al potenziale impatto sulle sementi di barbabietola.

Il seme di tale coltura, contrariamente a quanto avviene per le altre tipologie, viene confettato e, cioè, ricoperto di sostanze inerti al fine di ridurre, tra altro, la scabrosità naturale della sua superficie. In conseguenza, i principi attivi impiegati (insetticidi e fungicidi) si trovano in strati localizzati in prossimità del seme e ricoperti da una sostanza confettante, annullando il contatto operatore-fitofarmaco nonché la distribuzione, attraverso le polveri, del principio attivo nell’aria durante le operazioni di semina.

Occorre, inoltre, sottolineare che il periodo di semina della bietola è mediamente anticipato, se paragonato al mais, svolgendosi in un arco temporale in cui l’attività delle api risulta sensibilmente meno intensa. Inoltre, la coltura, salvo qualche pianta sporadica, non produce fiori se non al secondo anno di vegetazione (a completamento del proprio ciclo) ed è noto che quella saccarifera viene raccolta al termine del primo anno di coltivazione, in assenza di piante fiorite.

Coldiretti ha, pertanto, evidenziato l’urgenza di una modifica del decreto, in modo che sia meglio specificato il campo di applicazione della sospensione cautelativa dell’uso delle sostanze sopra indicate. E’ stato richiesto, inoltre, l’avvio di un progetto di ricerca a livello istituzionale finalizzato, in tempi brevi, a produrre dati idonei a confermare o meno l’effettiva esistenza di un nesso di causa-effetto tra l’uso di taluni concianti e la moria delle api.

Il principio di precauzione, che sottende al provvedimento, infatti, può avere una valenza temporanea, ma non definitiva, considerato, oltretutto, che la produzione di mais rappresenta una realtà economica di sicuro rilievo e di centrale importanza per lo sviluppo della zootecnia, sì che non risulta legittimo prolungare nel tempo misure restrittive all’uso dei concianti in assenza di una certezza scientifica in ordine alla loro efficacia.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
2008 © Copyright Coldiretti - powered by BLUARANCIO S.p.A. | Redazione contenuti

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi