il Punto Coldiretti

Con Alibio parte il rilancio delle filiera bufalina biologica

Si chiama  Alibio il progetto di ricerca sul Miglioramento della qualità degli alimenti zootecnici per le filiere biologiche che vede impegnati il Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie – Alma Mater Studiorum – Università degli studi di Bologna e Coldiretti Bio, l’associazione delle imprese biologiche e biodinamiche di Coldiretti.

Nei giorni scorsi, grazie al prezioso supporto di Coldiretti Campania, è stato avviato un importante focus relativo all’allevamento bufalino biologico, con una due giorni campana che ha visto il coinvolgimento di aziende bufaline biologiche nei comuni di Capaccio-Paestum e Agropoli, in provincia di Salerno e nei comuni di Ciorlano e Pietramelara in provincia di Caserta, giornate interamente dedicate al trasferimento di conoscenze e innovazione, sfruttando la rete territoriale di Coldiretti.

Il progetto avviato nel 2020 è giunto al suo II anno di attività e si pone come obiettivo quello di costruire dei modelli efficaci di gestione dell’alimentazione animale in aziende bovine e bufaline che operano in regime di agricoltura biologica, sfruttando la rete di Coldiretti BIO su tutto il territorio nazionale.

Le principali criticità emerse, nelle aziende campane prese in esame, hanno riguardato la scarsa reperibilità di alcune materie prime, l’aumento dei costi delle stesse e il conseguente aumento del costo litro/latte con riduzione del margine operativo dell’allevatore, non ultimo la difficoltà a reperire manodopera.

Il progetto, in questo momento così delicato per la zootecnia, vuole creare opportunità di crescita per gli allevatori che hanno scelto il metodo biologico e uno strumento per individuare in tempi rapidi, soluzioni alternative al problema dell’approvvigionamento di materie prime.

Tema centrale del progetto è, da un lato l’alimentazione animale biologica dall’altro, la “dipendenza” da quelle che sono considerate le principali fonti proteiche della razione alimentare.

Il progetto  Alibio partendo da una analisi dei fabbisogni delle aziende zootecniche coinvolte, attraverso campionamenti periodici, prove in campo, sopralluoghi costanti, sinergie tra i vari attori della filiera, valuterà la possibilità di sostituire alcune materie prime con altre valutando allo stesso tempo le rese produttive, la qualità del prodotto e il costo litro/latte.

La rete Coldiretti, supportata da un partner scientifico quale il Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie, accompagnerà i propri soci-allevatori ad affrontare le sfide che attendono la zootecnia del prossimo futuro.

Le aziende visitate durante la “due giorni campana” sono il volto di una zootecnia giovane, sensibile e attente a tematiche quali il benessere animale e la sostenibilità ambientale. In tutte le aziende visitate il livello di interlocuzione era notevole vista la presenza di consulenti, tecnici e collaboratori specializzati, elevato anche il grado di innovazione tecnologica introdotto; proprio in un’azienda di Caserta è stato possibile ammirare la prima vitellaia bufalina robotizzata per gestire al meglio la delicata fase di alimentazione e svezzamento delle annutole da rimonta.

La selezione delle migliori materie prime, il corretto bilanciamento delle razioni e dei fabbisogni dell’animale in base al suo stato fisiologico, l’Agricoltura 4.0 e i Sistemi di Supporto alle Decisioni (Dss) sono i temi centrali alla base di questo ambizioso progetto.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
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