Dalla Giornata Anticontraffazione un piano per fermare l’italian sounding
Discutere e condividere informazioni sul mercato del falso coinvolgendo fattivamente istituzioni, imprese, associazioni di categoria e consumatori, per verificare lo stato di avanzamento del contrasto alla contraffazione e di rilanciare con forza l’impegno di tutti gli attori coinvolti. E’ l’obiettivo della Giornata nazionale Anticontraffazione, che si è svolta lo scorso 6 dicembre. All’evento, a cui era presente anche Coldiretti quale componente della commissione tematica “Agroalimentare” insediata presso il Consiglio Nazionale Anticontraffazione (Cnac), si è evidenziato che la contraffazione e la violazione dei diritti di proprietà intellettuale sono fenomeni che hanno inflitto danni enormi all’immagine del nostro Paese, alla sua competitività industriale e alla sua capacità di attrarre investimenti nei settori maggiormente innovativi. Ciò, inoltre, ha comportato una riduzione della capacità di creare nuovi posti di lavoro, di assicurare adeguate condizioni di sicurezza e di ridurre il potere delle organizzazioni criminali che detengono il monopolio di una vera e propria “filiera del falso”. Secondo le stime del Wto, i beni contraffatti ammontano all’8% del commercio mondiale e, sul versante produttivo, la Cina si conferma principale fonte di merci contraffatte. Uno dei fenomeni più preoccupanti è quello dell’Italian Sounding, ossia la vendita all’estero di prodotti, prevalentemente agroalimentari, attraverso l’utilizzo di nomi, slogan, colori che richiamano le principali caratteristiche esteriori dei prodotti Made in Italy. I principali mercati di sbocco per tali prodotti risultano essere prevalentemente Paesi del continente americano, in particolare, Stati Uniti, Canada e Messico, ma anche in Europa la situazione ha assunto risvolti preoccupanti, se si considera che nell’Ue l’Italian Sounding vale 21 miliardi di euro contro i 13 dei prodotti originali. Tali fenomeni, oltre ai danni economici e all’immagine, pongono anche rischi per la salute dei consumatori finali. La seconda parte della giornata si è incentrata sulle strategie e azioni da compiere in coordinamento con le istituzioni preposte, per un efficace contrasto al problema. A riguardo, si è discusso della necessità di implementare il funzionamento del Cnac, facendo in modo che lo stesso continui nella sua opera di sensibilizzazione di tutti gli enti, agenzie, organismi che a vario titolo si occupano di anticontraffazione al fine di assicurare un coordinamento unitario e fornire alle imprese un unico interlocutore. Altro impegno fondamentale è stato individuato nella necessità di promuovere una campagna informativa nelle scuole per far conoscere il fenomeno e suoi gravi effetti e creare una cultura della legalità. Per svolgere un’azione preventiva nei paesi di origine dei prodotti contraffatti al fine di evitare la loro commercializzazione nel mercato globale è stata espressa l’esigenza di stipulare specifici accordi bilaterali con Paesi extra Ue, prevedendo un’attività di cooperazione in materia e l’inserimento di apposite clausole in accordi commerciali. Infine, per quanto concerne la tutela penale contro la contraffazione, si è messa in rilievo la necessità di garantire una maggiore e specifica preparazione dei magistrati, posto che, ad oggi, si è verificata una disparità di trattamento di tale illecito rispetto ad altri, tanto da farlo ritenere, addirittura, un “reato di serie B” e ciò ha determinato una non corretta applicazione delle norme in materia. L’evento si è chiuso evidenziando l’urgenza di mettere in pratica le predette azioni per ostacolare il mercato del falso a difesa dei consumatori e degli agricoltori italiani, considerando che il fenomeno della contraffazione potrebbe espandersi nell’attuale periodo di grave crisi, con l’impoverimento dei cittadini. |
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