il Punto Coldiretti

Incentivi alle fonti rinnovabili, salva la sansa

Grazie all’intervento di Coldiretti, anche gli impianti alimentati con sansa di oliva sono inclusi tra i quelli ammessi a beneficiare degli incentivi previsti per la produzione di energia elettrica. Nell’ultima revisione dello schema di decreto del Ministero dello Sviluppo Economico, relativa al sostegno della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (attualmente in attesa di completamento dell’iter di approvazione) è stata eliminata, su istanza della Confederazione, la previsione (ex art.23, comma 1) che escludeva tassativamente dalla possibilità di beneficiare del regime incentivante gli impianti alimentati con sanse di oliva.

Contestualmente, nella nuova versione dell’articolato, sono stati espressamente inseriti nella tabella di riferimento (elenco sottoprodotti/rifiuti utilizzabili negli impianti a biomasse e biogas), tra gli altri, i “sottoprodotti della trasformazione delle olive: sanse, sanse di oliva disoleata, sanse umide, sanse esauste, acque di vegetazione”.

L’azione di Coldiretti, che è stata determinante per consentire la revisione della disposizione prevista nelle prime versioni del decreto, è stata motivata oltre che da valutazioni di ordine economico, dalla necessità di prevenire il rischio di aumenti di frodi nel settore degli oli destinati all’uso alimentare.

E’ noto, infatti, come l’olio di sansa e la sansa siano le "basi" più utilizzate per l’adulterazione e la contraffazione degli oli, venduti, previo trattamento chimico, anche come oli extravergini di oliva. Va rilevato, inoltre, che nell’ambito della filiera olivicola, l’alternativa all’uso energetico della sansa sarebbe costituita dal conferimento di tali residui ai sansifici in modo gratuito.

Occorre sottolineare, d’altra parte, l’importanza strategica della valorizzazione energetica delle biomasse agricole e del relativo sistema incentivante. Tali meccanismi, indispensabili ai fini del raggiungimento degli obiettivi definiti a livello comunitario, sono stati in più occasioni, peraltro, riconosciuti dalla Commissione europea compatibili con il mercato interno, soddisfacendo le condizioni della disciplina comunitaria degli aiuti di stato per la tutela dell’ambiente.

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