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Accordi di Parigi sul clima, ecco le prossime tappe europee

Nel corso dell’ultima sessione plenaria del Parlamento Europeo, il ministro francese Laurent Fabius, che ha presieduto COP21, è intervenuto per discutere con i membri del Parlamento europeo dell’accordo raggiunto a Parigi e per evidenziare quali saranno le prossime tappe. Il ministro, in particolare, ha definito il 2016 come “l’anno delle quattro P”. Ecco la "road map".

1 – Processo di firma e ratifica. Il 22 Aprile si terrà l’apertura alla firma dell’accordo (occorre la ratifica di almeno 55 paesi che rappresentino il 55% delle emissioni di gas a effetto serra per permettere all’accordo di Parigi di entrare in vigore). L’UE è stata fra le prime a pubblicare il suo contributo e Fabius ritiene si debba continuare su questa linea, firmando l’accordo già il 22 aprile e poi ratificandolo il prima possibile.

2 – Precisazione. Occorre stabilire come trasporre in pratica gli obiettivi sottoscritti. Tale tema sarà oggetto della prima riunione del gruppo incaricato della preparazione delle decisioni di applicazione, che si terrà a maggio a Bonn. Occorrerà inoltre stabilire le modalità della revisione quinquennale degli impegni nazionali e le regole di trasparenza.

3 – Periodo precedente al 2020. È necessario un follow-up dell’accordo, concernente le azioni per il periodo precedente al 2020. Si tratta del c.d. Piano di azione Lima – Parigi, che riunisce le iniziative di Stati e attori non governativi.
4 – Preparazione COP22. Si svolgerà a fine 2016 a Marrakech.

Il ministro francese ha sottolineato che ci attendono parecchi negoziati relativi ai vari temi che, direttamente o indirettamente, sono influenzati dall’accordo raggiunto a Parigi.
Nello specifico si fa riferimento a alla riforma del mercato del carbonio (ossia il c.d. “sistema di scambio di quote” – Emission Trading Scheme – ETS) che prevede quote di emissione diversificate per il settore industriale, oltre alla riforma della decisione di sforzo condiviso, che stabilisce i limiti di emissione di gas a effetto serra in tutti quei settori che non rientrano nell’ambito del sistema ETS, ossia trasporti, costruzioni ed agricoltura.

Tali priorità rientrano anche nel programma della Presidenza olandese: il Ministro per l’ambiente e le infrastrutture olandese, Sharon Dijksma, nel corso della riunione della Commissione Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare del 14 gennaio, ha dichiarato che nella prima metà dell’anno la Commissione si attende una proposta di riduzione delle emissioni nei settori trasporti, costruzioni ed agricoltura, con specifico riferimento, per quest’ultima, al settore LULUCF (Land Use Land Use Change and Forestry).

 

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