il Punto Coldiretti

Adottata la “Direttiva Nec”, valori più bassi per gli allevamenti

Adottata definitivamente dal Consiglio europeo la modifica alla direttiva sui limiti nazionali alle emissioni in atmosfera (2001/81/CE), la cosiddetta Direttiva “NEC”. Il provvedimento stabilisce, per ciascun Paese dell’Unione europea, gli obblighi di riduzione delle emissioni nazionali di alcuni inquinanti atmosferici (biossido di zolfo, ossidi di azoto, ammoniaca, particolato atmosferico PM2,5 e composti organici volatili non metanici) da realizzare entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005.

Ogni obiettivo deve tenere conto della naturale evoluzione delle emissioni (ad esempio derivante dall’andamento economico o dall’applicazione delle norme comunitarie già in essere) e della riduzione ulteriore che gli Stati membri potranno garantire con l’adozione di apposite misure aggiuntive. La direttiva, inoltre, allinea la normativa europea agli impegni internazionali, seguendo la revisione del protocollo di Göteborg approvata nel 2012. La discussione sulla direttiva, avviata nel 2014, è, quindi, giunta al termine. Il testo della Direttiva verrà pubblicato a breve nella Gazzetta Ufficiale dell’UE ed entrerà in forza a partire dal 31 dicembre 2016.

Al fine di negoziare valori più sostenibili rispetto a quelli inizialmente proposti, anche su richiesta di Coldiretti,  si sono tenuti diversi incontri tecnici con i Ministeri competenti e degli incontri bilaterali tra la delegazione italiana del Ministero ambiente e gli esperti della Commissione europea, a seguito dei quali, in considerazione della documentazione tecnica fornita dall’Italia, la Commissione europea ha compreso le difficoltà reali di raggiungimento dei target inizialmente  fissati  per alcuni inquinanti.

In particolare, con specifico riferimento alle emissioni di ammoniaca,  nell’ambito del confronto, è stato dimostrato come l’adozione di un obiettivo eccessivamente ambizioso e, di fatto, non realizzabile con normali strumenti di gestione aziendale, avrebbe rischiato di pregiudicare in modo significativo le attività del settore agricolo e, soprattutto, quelle di allevamento.

Alla fine, rispetto agli alti valori inizialmente proposti  dalla Commissione europea, che si discostavano in modo sostanziale rispetto a quelli dichiarati come sostenibili dallo Stato Italiano, la Direttiva, nella sua versione finale definisce i seguenti obiettivi di riduzione delle emissioni per l’Italia:
– Ammoniaca: 5% per ogni anno dal 2020 al 2029 e 16% per ogni anno a partire dal 2030;
– Particolato fine: 10% per ogni anno dal 2020 al 2029 e  40% per ogni a partire dal 2030.
Gli impegni di riduzione per il 2020 sono identici a quelli già concordati a livello internazionale dagli Stati membri nel 2012 in sede di revisione del protocollo di Göteborg. Gli impegni assunti per il 2030 richiedono riduzioni delle emissioni più marcate, con lo scopo di diminuire l’inquinamento transfrontaliero e le concentrazioni di fondo in tutta l’Europa.

Gli Stati membri devono recepire la direttiva nel diritto nazionale entro il 30 giugno 2018 e, entro il 2019, sono tenuti a presentare un programma di controllo dell’inquinamento atmosferico nazionale con misure finalizzate a garantire che le emissioni dei cinque principali inquinanti siano ridotte delle percentuali concordate entro il 2020 e 2030. Essi devono inoltre garantire il coordinamento con i piani adottati in ambiti quali i trasporti, l’agricoltura, l’energia e il clima.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
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