il Punto Coldiretti

Agricoltura biodinamica e Fai lanciano l’sos per tutelare la Pac

L’agricoltura nel suo antico significato greco è non solo  l’arte di coltivare la terra, ma un  termine con il quale gli antichi esprimevano un vero e proprio rispetto religioso, un culto per la meravigliosa capacità che tale attività possiede di produrre non solo alimenti, ma di caratterizzare paesaggi e tutelare l’ambiente.

E’ quanto emerso dal convegno organizzato dal Fai (Fondo Ambiente Italiano) e dall’Associazione per l’agricoltura biodinamica che hanno lanciato alle istituzioni un appello perché il connubio tra agricoltura, ambiente e paesaggio non venga dimenticato ma valorizzato con precisi interventi di natura politica ed economica. Gli interventi del convegno hanno evidenziato come uno dei fattori centrali di sostegno e sviluppo dell’agricoltura italiana ed europea resti la Politica Agricola Comunitaria che assorbe il 40% dei fondi del budget comunitario sebbene tale settore rappresenti solo l’11% del Pil complessivo e comprenda il 7% degli occupati. Perché, allora, qualcuno potrebbe domandare  i cittadini europei dovrebbero continuare a sostenere  l’agricoltura?

La risposta è nelle produzioni di qualità che la Pac oggi garantisce ai consumatori attraverso norme rigorose che impongono agli imprenditori non solo obblighi relativi al rispetto della sicurezza alimentare ma anche impegni di natura ambientale di cui beneficia l’intera collettività. Purtroppo i medesimi standard di produzione così restrittivi non sono seguiti dai paesi al di fuori dell’Unione Europea e quindi per vincere la concorrenza sleale i paesi europei non hanno che come risorsa quella dell’etichettatura obbligatoria dell’origine, come del resto da sempre sostenuto da Coldiretti.

L’agricoltura ha perso in 50 anni un terzo della Superficie Agricola Utilizzabile, pertanto, è indispensabile arginare la perdita di ulteriori imprese agricole garantendo all’interno della Pac un giusto equilibrio tra sostegno e mercato. E’ indubbio che la Pac influenzi il paesaggio agrario. Un riscontro positivo è dato, ad es., dall’azione sinergica della condizionalità e delle misure agroambientali che hanno consentito di arricchire il paesaggio rurale di siepi, boschetti, punti d’acqua, filari, muretti a secco tutti elementi che hanno contribuito a valorizzare l’immagine della bella Italia.

Per quanto concerne il rapporto tra agricoltura ed ambiente è emerso come paradossalmente l’abbandono dell’agricoltura in molte aree abbia avuto come conseguenza una riforestazione spontanea.  Il patrimonio naturalistico italiano costituito, dunque, non solo dalle risorse naturali ma dal contributo dell’agricoltura e dalla presenza di beni storico culturali di elevato pregio rendono necessario un ripensamento delle politiche di gestione del territorio al fine di salvaguardare le aree rurali dall’aggressione di una cementificazione selvaggia e dalle speculazioni attualmente in atto anche dovute all’obiettivo di diffondere l’insediamento di impianti per produzione di energie alternative.

In merito, le Regioni dovrebbero intervenire prevedendo una norma sul vincolo di destinazione agricola e, cioè, esse dovrebbero provvedere affinché i piani regolatori dei Comuni non possano destinare ad usi extragricoli i suoli utilizzati per l’esercizio delle attività agro-silvo-pastorali ovvero dotati di infrastrutture ed impianti a supporto di esse, salvo manchino possibilità di localizzazione alternative, per interventi indispensabili alla realizzazione di servizi pubblici ovvero per altre eccezionali esigenze, da motivarsi in modo circostanziato.

Un altro aspetto che è emerso nell’ambito del convegno è quello relativo alla tutela della biodiversità. Oggi nel mondo ci sono circa 1300 banche del seme dove sono conservati ben 7  milioni di varietà di sementi che altrimenti andrebbero perdute. Su 250.000 tipi di colture commestibili solo 250 sono divenute parte dell’alimentazione umana (fonte International Center for Agricoltural Research in the Dry Areas). Sono importanti dunque tutti quei metodi di produzione agricoltura che conservano ed impiegano sementi a rischio di estinzione.

Sul piano economico, inoltre, occorre, rivedere i rapporti di filiera tra imprese agricole, distributori ed industriali: per questo, si stanno promuovendo forme di filiera corta come i farmers market che stanno avendo sempre più successo presso consumatori e produttori agricoli.

Il rapporto tra agricoltura ambiente e paesaggio si sposa diversamente nei diversi metodi di produzione quello convenzionale che oggi è comunque vincolato dalla Pac ad un basso impiego di input chimici ed al rispetto del benessere animale, quello delle produzioni tipiche e tradizionali, quello biologico ed, infine, l’agricoltura biodinamica. I produttori biodinamici pur rappresentando ancora in Italia una realtà numericamente esigua, in quanto sono 288 sparsi in tutte le regioni italiane (dato Demeter, 2009) hanno in questa occasione rivolto un appello alle istituzioni affinché sia garantito un futuro ad un’agricoltura multifunzionale con imprese che contribuiscono non solo alla produzione di beni alimentari ma anche alla protezione e alla riproduzione delle risorse naturali per un equilibrato sviluppo del territorio.

L’appello è stato raccolto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che in un messaggio trasmesso durante il convegno, ha dichiarato come sia “fondamentale evidenziare e focalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni sul “nesso tra l’azione necessaria per superare i fattori di crisi e contrastare i rischi di decadimento dell’attività produttiva agricola” e la necessità di un “rinnovato impegno a puntare sulle potenzialità offerte dal nostro patrimonio storico, di civiltà e di bellezza per la crescita degli scambi tra l’Italia e il resto del mondo, e per lo sviluppo diffuso di un turismo di qualità altamente competitivo”.

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