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Allarme diabrotica per il mais, via libera alla lotta al parassita

Continua l’allarme diabrotica, l’insetto che sta distruggendo le coltivazioni di mais, in particolare nel nord del Paese. Il parassita, di origine americana, arreca gravi danni alle produzioni quando la coltura viene ripetuta, nello stesso appezzamento di terreno, per due o più anni di seguito.

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha adottato in data 9 aprile 2009 un decreto, pubblicato solo in questi giorni e, dunque con estremo ritardo rispetto alla situazione difficile venutasi a creare in questi giorni nei campi di mais, con il quale si  rende obbligatoria la lotta alla diffusione della diabrotica virgifera virgifera Le Conte, al fine di contrastarne la diffusione, attraverso gli interventi di prevenzione e di controllo del Servizio fitosanitario nazionale e dei servizi fitosanitari regionali.

Al fine di evitare ingenti danni alla produzione agricola, occorre, dunque, intervenire sull’aumento della popolazione della diabrotica virgifera, le cui larve compromettono l’apparato radicante del mais, comportando l’allettamento della pianta e la diminuzione della produzione legata alla minore capacità di assorbire l’acqua e gli elementi nutritivi.

Sulla base delle decisioni dell’Unione europea relative alle misure d’emergenza intese a prevenire la propagazione dell’insetto, gli Stati membri devono effettuare ogni anno dei controlli ufficiali per individuare la presenza dell’organismo nelle zone del rispettivo territorio in cui viene coltivato il mais.

Qualora dai controlli risulti la presenza della diabrotica virgifera in zone prima considerate esenti, è necessario provvedere a delimitare sia una zona del focolaio che circonda il punto in cui è stato catturato l’organismo e che abbia un raggio di almeno 1 km, sia una zona di sicurezza, di un raggio di almeno 5 km, che circonda la stessa zona del focolaio. Si può, inoltre, definire una zona tampone che circonda le zone del focolaio e di sicurezza.

Il monitoraggio della presenza dell’organismo in ogni parte delle zone delimitate è effettuato tramite l’utilizzo di adeguate trappole a feromoni, da disporre a reticolo e da controllare regolarmente. È necessario che le zone siano esattamente individuate e che la delimitazione delle stesse sia riesaminata qualora, per almeno due anni consecutivi, si siano ottenuti nell’attività di controllo risultati simili per quanto riguarda la presenza o l’assenza dell’organismo.

Va posto in evidenza che nel periodo dell’anno in cui si rileva la presenza dell’insetto, per impedirne la diffusione, il mais non deve essere raccolto. Inoltre, nell’intera zona del focolaio non devono essere avviate coltivazioni per i due anni successivi all’ultimo anno in cui si è verificata una cattura; oppure, nei campi di mais deve attuarsi una rotazione delle colture ammettendo la coltivazione una sola volta, per ogni periodo di tre anni consecutivi.

Qualora i risultati dei controlli confermino la presenza, nella zona del focolaio, di non più di due esemplari dell’organismo le misure di sicurezza suddette possono essere limitate all’anno in cui si rileva la presenza dell’organismo e all’anno successivo.

Nell’anno in cui l’organismo è stato rilevato ed in quello successivo, deve, poi, essere effettuato un adeguato trattamento dei campi di mais, fino alla fine del periodo di deposizione delle uova e le macchine agricole utilizzate devono essere ripulite da terra e resti di altro materiale prima di essere portate fuori dalla zona infestata.

In ogni caso, la situazione di emergenza venutasi a creare rispetto alla quale alcune Regioni stanno adottando a seconda della situazione locale dei provvedimenti d’urgenza,  non deve costituire lo spunto per aprire un varco all’introduzione del mais geneticamente modificato o all’uso indiscriminato di fitofarmaci, ma occorre cercare di mantenere un equilibrio tra  ricorso alle rotazioni colturali ed uso delle sostanza chimiche autorizzate dal decreto per la lotta alla diabrotica. 

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
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