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Ambiente, dalle rinnovabili alla biodiversità ecco gli impegni del ministero

Il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha illustrato alla XIII Commissione del Senato, gli indirizzi generali della politica del suo Dicastero. Rispetto alla Conferenza sui cambiamenti climatici in programma a Durban, dal 6 al 9 dicembre 2011, ha evidenziato che i temi che verranno trattati rimangono sostanzialmente quelli della Conferenza di Copenaghen. Particolare rilevanza assume, pertanto, la riduzione delle emissioni globali di anidride carbonica al fine di limitare la crescita della temperatura dell’atmosfera in due gradi centigradi, entro il 2050.

Secondo il Ministro occorre, quindi,  programmare la riduzione del consumo di combustibili fossili da parte dei Paesi industrializzati e di quelli emergenti, tenendo conto dei consumi di India e Cina, che comunque ne incrementano la domanda. In questo quadro, risulta tuttavia ridotto l’apporto dell’energia nucleare alla riduzione delle predette emissioni, anche in considerazione della situazione determinatasi a seguito del drammatico incidente di Fukushima del marzo 2011.

La riduzione degli investimenti e degli incentivi destinati ai combustibili fossili, a livello mondiale nei prossimi vent’anni, a vantaggio delle fonti di energia rinnovabile e del recupero di efficienza energetica, potrebbe consentire di raggiungere gli obiettivi fissati, anche se alcune previsioni per l’anno 2050 sembrerebbero attestare un raddoppio del consumo di petrolio e gas e conseguentemente un incremento di anidride carbonica, con un innalzamento della temperatura media del globo tra 3,5 e 6 gradi centigradi.

Occorre allora rendere il sistema degli incentivi alle fonti rinnovabili coerente con gli obiettivi di riduzione delle emissioni di anidride carbonica. Il Ministro, ritiene, inoltre, che a livello globale è possibile osservare un incremento degli investimenti in fonti alternative con una conseguente riduzione dei costi di impiego delle relative tecnologie. Le ultime generazioni di fotovoltaico costano oggi un quinto di quanto costavano le analoghe tecnologie impiegate appena pochi anni addietro.

Gli investimenti in tecnologie innovative vedono i Paesi emergenti più impegnati rispetto alle economie più avanzate ed in tal senso i dati di India, Cina e Corea del Sud sono senz’altro indicativi. Appare assolutamente necessario sviluppare misure concordate a livello mondiale per invertire il trend delle emissioni di anidride carbonica.

L’Europa ha già definito un quadro normativo che, in confronto ad altri paesi, quali Cina e Stati Uniti d’America, può comportare uno svantaggio competitivo costringendo le imprese europee a delocalizzare la produzione in Paesi dove non vigono obblighi stringenti come in Europa.

Nel settore della cooperazione ambientale internazionale l’Italia può giocare un ruolo attivo, così come propositiva è sempre stata la sua azione in ambito europeo. A seguito delle determinazioni che verranno assunte a Durban è previsto un Consiglio europeo il prossimo 10 dicembre che sarà finalizzato, tra l’altro, a definire la posizione europea per la prossima Conferenza di Rio. 

Per quanto riguarda l’attività del Ministero dell’Ambiente, Clini ha detto che sarà data priorità all’organizzazione ottimale delle risorse e delle competenze esistenti per la difesa del territorio dai rischi idrogeologici, considerato che la prevenzione di tale rischio rappresenta uno strumento di crescita e di rilancio delle potenzialità economiche del Paese. La difesa del suolo si lega, infatti, alla valorizzazione economica e turistica del patrimonio culturale e paesaggistico. In tale contesto, assume un ruolo fondamentale la gestione integrata delle risorse idriche con riferimento a fiumi e torrenti spesso responsabili di gravi disastri.

Il Ministro ha proseguito sottolineando che occorre: calibrare la gestione del territorio in funzione delle mutate condizioni climatiche e ridisegnare l’uso del territorio stesso nelle zone più deboli sotto il profilo idrogeologico, operando una maggiore integrazione delle competenze regionali e locali; integrare le risorse finanziarie attualmente disponibili sulla base di una programmazione effettuata con progetti specifici mirati alla difesa del territorio, combinando le risorse pubbliche con gli investimenti dei privati ed i fondi comunitari; stabilire una priorità di interventi considerando che spesso investimenti a basso impatto economico, in zone fortemente suscettibili di rischio idrogeologico, possono avere effetti notevoli sul piano della prevenzione dei disastri; studiare misure che incentivino l’intervento di soggetti privati prevedendo opportune agevolazioni per l’IVA relativa alle spese; individuare, insieme al Parlamento, innovazioni volte a rendere più efficaci la programmazione regionale e locale del territorio.

Un altro versante sul quale si concentrerà l’azione del Ministero è quello del completamento della regolamentazione delle fonti rinnovabili. Il sistema degli incentivi dovrà essere riorientato per consentire alle imprese italiane di svolgere un ruolo più rilevante nella competizione internazionale.

Sul versante dell’efficienza energetica è necessario adottare il relativo piano nazionale valorizzando soluzioni tecnologiche e realizzative che sviluppino la capacità competitiva dei campioni nazionali nel settore. Cina ed India hanno importanti programmi per la riduzione dei consumi energetici delle nuove costruzioni ed è importante che le imprese italiane riescano ad essere presenti in questo mercato.

E’, inoltre, necessario coniugare l’obiettivo dello sviluppo sostenibile con una politica infrastrutturale coerente, in particolar modo nel settore del trasporto delle merci, che é responsabile più del traffico urbano dei livelli di inquinamento. I vincoli al traffico delle merci determinano non soltanto conseguenze ambientali negative, ma rappresentano un vero e proprio vincolo alla crescita economica.

Sottolinea quindi la trasversalità delle competenze ambientali e la necessità di trovare soluzioni condivise e non conflittuali rispetto alle esigenze dello sviluppo economico. Per quanto riguarda poi la protezione della natura e della biodiversità ritiene necessario incrementare il ruolo delle risorse naturali come base di partenza per le politiche di sviluppo, sollecitando l’attenzione dei grandi investitori privati, da interessare con riduzioni del carico fiscale per gli investimenti con finalità di protezione ambientale.

Con riferimento poi al tema dei rifiuti il Ministero ha come priorità il problema della  Campania ma pone anche molta attenzione ad altre situazioni critiche in Calabria e nel Lazio. Il Ministro ha fatto appello all’etica della responsabilità affinché si applichino in tutte le realtà del Paese quei modelli che in altre Regioni hanno dimostrato di poter ben funzionare.

Rispetto alla bonifica dei siti inquinati si intende avere come modello di riferimento  situazioni molto simili a quelle nazionali che sono state affrontate e risolte con successo in altre parti d’Europa, rendendo disponibili alla collettività aree pregiate, spesso all’interno di zone fortemente urbanizzate, che per decenni sono rimaste inutilizzate. Ciò potrebbe anche permettere lo sviluppo di una filiera della chimica verde che, oggi, è ostacolato dal contenzioso ancora aperto sui siti di bonifica.

Infine, il Ministro si è impegnato  a fornire quanto prima alla XIII Commissione una stima delle risorse di cui il Ministero necessita, nonché indicazioni circa le modalità secondo le quali attivare risorse aggiuntive anche attraverso meccanismi fiscali.

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