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Ambiente e paesaggio, una task force per tagliare i costi a carico delle imprese

È stato presentato dall’Ufficio per la semplificazione del Dipartimento per la funzione pubblica il dossier relativo all’attività di semplificazione amministrativa per le imprese.
Oltre ad illustrare i principali interventi previsti dal Governo per snellire il carico degli adempimenti amministrativi per le piccole e medie imprese, il documento riassume i risultati finora ottenuti dalla manovra “taglia-oneri” (D.L. 25 giugno 2008, n. 112 convertito in legge con modificazioni, dall’articolo 1, comma 1, L. 6 agosto 2008, n.133) con cui – in accordo con gli impegni assunti in sede comunitaria – si mira ad una riduzione degli oneri amministrativi del 25% entro il 2012.

I principali provvedimenti previsti al riguardo sono l’attività di misurazione e l’introduzione del principio di proporzionalità, volto a differenziare gli adempimenti in relazione alle dimensioni dell’impresa, al settore in cui essa opera e all’effettiva esigenza di tutela degli interessi pubblici.

Attraverso la misurazione degli oneri amministrativi (Moa) si intende individuare con la partecipazione di alcune associazioni imprenditoriali le procedure amministrative a più alto impatto sulle imprese al fine di semplificarle o, laddove possibile, tagliarle. A seguito della selezione, poi, ciascuna amministrazione competente è tenuta ad adottare il “Piano di riduzione degli oneri” con cui si definiscono le misure normative, organizzative e tecnologiche finalizzate al raggiungimento dell’obiettivo di riduzione.

In questo modo, sono state sottoposte a misurazione sette aree di regolazione ed individuate 71 procedure considerate particolarmente onerose, stimando costi burocratici pari a 21,5 miliardi di euro l’anno.

Secondo i dati riportati dal dossier, tra le aree i cui costi amministrativi annui risultano maggiormente incidenti, la task force Moa ha individuato l’Ambiente, con 3,4 miliardi di euro l’anno e il settore Paesaggio e Beni culturali, i cui costi burocratici raggiungono i 621 milioni di euro l’anno.

Rispetto all’area Ambiente, tuttora in corso di semplificazione, la rilevazione ha evidenziato l’elevato costo dell’autorizzazione allo scarico di acque reflue industriali (1 miliardo di euro), della documentazione per l’impatto acustico (793 milioni di euro), della tenuta dei registri di carico e scarico dei rifiuti (395 milioni di euro) e dell’autorizzazione alle emissioni in atmosfera (331 milioni di euro) ed è emersa, inoltre, la mancata applicazione del criterio della proporzionalità tra procedure amministrative dovute e attività svolta dall’impresa.

Nel settore Paesaggio e beni culturali, invece, le procedure maggiormente incidenti sono risultate essere la richiesta di autorizzazione agli interventi sui beni (199 milioni di euro), la presentazione dei progetti per gli interventi conservativi imposti (224 milioni di euro) e, in ambito di tutela paesaggistica, la richiesta di autorizzazione alla modifica dello stato dei luoghi (176 milioni di euro).

In questo ambito, in cui sono stati già definiti e applicati alcuni provvedimenti di semplificazione, il dossier del Governo stima un risparmio pari al 27% dei costi (166 milioni di euro). In particolare, si fa riferimento alla semplificazione della domanda per il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica che ora è più “snella” per i 39 interventi di lieve entità indicati dal D.P.R. 9 luglio 2010, n. 139, tra cui l’installazione di pannelli solari, termici e fotovoltaici che comportano un’alterazione dei luoghi o dell’aspetto esteriore degli edifici.

Nella fattispecie, l’intervento consiste nella possibilità di inoltrare la domanda di autorizzazione anche per via telematica, accompagnandola da una relazione paesaggistica semplificata redatta da un tecnico abilitato e nel fissare il termine per la conclusione del procedimento amministrativo in 60 giorni dalla data di ricevimento della domanda.

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