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Agricoltura biologica: le nuove norme Ue slittano al 2022, resta però l’aggravio burocratico

Sarebbe dovuto entrare in vigore il primo gennaio di quest’anno, invece il nuovo pacchetto legislativo sull’agricoltura biologica diventerà applicativo solo dal 1 gennaio 2022: la Commissione Europea infatti già alcuni mesi fa si è resa conto delle difficoltà di riuscire a definire la mole di regolamenti previsti dall’atto legislativo di base, il Reg. 848/2018, nei tempi prestabiliti, anche con le difficoltà lavorative imposte dalla pandemia e quindi, in accordo con il Parlamento UE e il Consiglio, ha riaperto il pacchetto legislativo ed ha modificato i termini di applicazione del nuovo regolamento.

Rispetto alla situazione attuale, con il Reg. 834 che definisce i principi del biologico e il Reg. 889 e relativi allegati con il dettaglio delle norme tecniche di applicazione, la nuova struttura legislativa muterà profondamente. Le modifiche, imposte anche dall’adeguamento della normativa europea al trattato di Lisbona, purtroppo non semplificherà la situazione, ma al contrario l’impianto sarà notevolmente più complesso dell’attuale.

Sono tre i pacchetti su cui si sta concentrando il lavoro della Commissione: norme sul controllo, norme sulla produzione e norme sul commercio e importazione. In ciascuna area sono previsti atti delegati (con delega diretta alla Commissione UE che può legiferare su specifiche tematiche previste dall’atto di base) e atti esecutivi (regolamenti definiti di concerto con gli Stati Membri a completamento dell’atto legislativo di base).

I primi regolamenti che hanno già visto la luce nel corso dello scorso anno sono 4 e riguardano il pacchetto “norme di produzione”. Sono invece ancora in discussione sul tavolo europeo, in diversi stadi di avanzamento, ancora 6 regolamenti sul controllo, 7 sulla produzione e 6 relativi alle norme sul commercio.

Al termine del processo avremo quindi di una trentina di regolamenti, che dovranno essere tutti approvati nel corso di questo anno, che andranno a completare ed integrare le norme previste nell’atto di base Reg. 848/18. Una prospettiva che spaventa non poco anche in considerazione del fatto che le norme europee si dovranno poi integrare con le disposizioni nazionali dei diversi Stati membri, con l’Italia che ha già al proprio attivo un decreto legislativo sul controllo, in vigore da qualche anno, ed una notevole quantità di decreti ministeriali sul tema.

Nello specifico i 4 regolamenti approvati finora e già pubblicati a Bruxelles sono, nell’ordine di approvazione:

  • Reg. 2020/427 che ha modificato alcune norme di produzione dell’atto di base (allegato II) in particolare legate alla produzione di semi germogliati, apicoltura e norme di acquacoltura;
  • Reg. 2020/464 che riguarda i documenti necessari per il riconoscimento retroattivo dei periodi di conversione, la produzione di prodotti biologici e le informazioni che gli Stati membri sono tenuti a trasmettere;
  • Reg. 2020/2146 con indicazioni sulle deroghe per le circostanze calamitose
  • Reg. 2020/1794 sull’uso di materiale da riproduzione non bio e in conversione.

Nel frattempo è di qualche giorno fa la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale Europea di una ulteriore rettifica del regolamento di base per la correzione di alcuni punti specifici e di un ulteriore regolamento che riguarda l’attuale regime di importazione, che invece resterà in vigore fino al 2023.

Sono ancora tanti gli argomenti di particolare interesse sui quali si sta lavorando, con una fase di discussione più o meno avanzata, che riguardano ad esempio il gruppo di operatori, la tracciabilità e le contaminazioni da sostanze non ammesse o il nuovo regime di importazione. Argomenti di estremo interesse e che potrebbero rappresentare importanti punti di svolta strategici per il settore, ma la cui definizione viene a confondersi in un marasma di norme, che non favorisce uno sguardo di insieme dell’intero pacchetto normativo.

Se davvero il biologico vuole rappresentare la base di svolta per le strategie messe in campo dall’Unione Europea certamente i passi fino ad ora compiuti lasciano molto a desiderare: un pacchetto di norme che è un inestricabile ginepraio di burocrazia, dove anche gli addetti ai lavori faticano a ritrovarsi, rischia di diventare il buco nero per le rosee prospettive di sviluppo del comparto.

La semplificazione amministrativa, continuamente invocata in tutti gli obiettivi strategici da ogni livello istituzionale, se non viene effettivamente praticata con interventi immediati, rischia davvero di fermare ogni processo di sviluppo trasparente del settore, a favore di un sistema opaco, nel quale riescono a proliferare situazioni e soggetti che riescono ad insinuarsi nelle pieghe della normativa, senza avere nessuna relazione con i principi fondanti dell’agricoltura biologica.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
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