il Punto Coldiretti

Autorizzato l’uso d’emergenza del pendimentalin su prezzemolo, erba medica e trifoglio da seme

Il Ministero della Salute ha accolto l’istanza di Coldiretti ed ha emanato il decreto di autorizzazione, ai sensi dell’art. 53 del reg. CE 1107/2009, all’uso d’emergenza del Pendimentalin per le colture prezzemolo, erba medica e trifoglio da seme, per il controllo di infestanti annuali graminacee e dicotiledoni, in particolare contro la cuscuta. I trattamenti sono concessi per il periodo 10 marzo – 7 luglio 2020.

Alcune colture minori quali prezzemolo, erba medica e trifoglio da seme, nell’imminente campagna di coltivazione, hanno difficoltà a combattere efficacemente la Cuscuta, una convolvulacea parassita dal fusto filiforme, giallastro o rosso con il quale avvolge la pianta ospite. Nei punti in cui le due piante vengono a contatto, la pianta parassita emette degli austori che le permettono di assorbire il nutrimento dalla pianta parassitata.

Per quanto concerne specialmente erba medica e trifoglio destinate alla produzione di semente risulta di fondamentale importanza disporre di prodotti fitosanitari per arginare i danni provocati dall’infestante e preservare la sostenibilità delle produzioni. Le due colture, infatti, soffrono la presenza della cuscuta, che è in grado di compromettere la certificazione della semente con la sola presenza.

Per quanto compete il prezzemolo, ad oggi, si assiste ad una mancanza di prodotti residuali da utilizzare in fase di pre-trapianto o nell’intervallo tra i tagli di raccolta, per il controllo delle infestanti. Si tratta di una coltura estremamente specializzata e rappresenta una tipicità italiana. In pieno campo, la produzione è pari a 1.297 ha per una produzione raccolta di 273 329 q. In serra, si rilevano 8.308 are, per 22.324 q. di produzione totale (dati Istat).

Oltretutto, Il prezzemolo è una coltura tra le più difficili da trattare sia dal punto di vista della produzione che da quello della raccolta. I costi sono alti ed incidono nella gestione sostenibile della coltura. L’assenza di diserbanti autorizzati porta ad effettuare il diserbo manuale ed anche i costi di raccolta sono molto elevati. I prezzi di mercato non coprono tali spese né i prezzi di vendita possono scendere sotto certi limiti, per cui è importante sostenere la coltura garantendo una sostanza attiva che eviti il diserbo manuale.

Inoltre, il cambiamento climatico risulta sfavorevole alla coltura per quanto concerne l’ottimale sanità della pianta. Le cause sono dovute alle abbondanti piogge ed alla forte umidità notturna e mattutina: queste condizioni hanno portato alla presenza di crittogame e batteriosi tipiche della coltura. In particolare, si osserva, sempre più spesso, la presenza di Erwinia carotovora, Rhizoctonia solani e Sclerotinia sclerotiorum.
In Italia, il prezzemolo viene coltivato maggiormente in Toscana, Marche, Emilia-Romagna, Campania; ma è soprattutto in Puglia che la coltura è presente in modo più significativo.
I principali mercati di destinazione del prezzemolo italiano sono la Germania e i mercati nord-europei, dove il prodotto viene richiesto soprattutto nei mesi autunno-invernali, in entrambe le tipologie (riccio e liscio).

E’ per questa ragione che é importante garantire, agli agricoltori, l’uso del principio attivo Pendimetalin, sostanza attiva già autorizzata per altre colture.

Nel periodo autunno-invernale, la produzione italiana di prezzemolo non teme la competizione, in termini di qualità, di altri Paesi produttori come Turchia o Spagna: lo dimostra il mercato europeo, che fa affidamento sul prodotto italiano. In mancanza di sostanze attive efficaci alternative sul mercato, l’assenza di mezzi di difesa contro Cuscuta avrebbe impedito, anche, la certificazione delle sementi per quanto riguarda erba medica e trifoglio. Nel quadro delineato, in caso di mancata autorizzazione, gli agricoltori avrebbero incontrato seri problemi per garantire la produzione richiesta dal mercato: aver ottenuto l’autorizzazione all’impiego del pendimentalin consente di difendere la produzione italiana evitando così il ricorso ad importazioni da Paesi che non garantiscono le stesse caratteristiche di sicurezza e rispetto dell’ambiente.

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