il Punto Coldiretti

Biologico: strumentali le critiche ai controlli sulle importazioni

Nonostante sia stato pubblicato meno di 15 giorni fa, il decreto del Capo dipartimento del Ministero delle Politiche agricole, che detta disposizioni in materia di importazioni di prodotti biologici da Paesi terzi, ha già suscitato polemiche e critiche da parte del mondo delle imprese dell’agroalimentare che hanno il vero core business nell’import sui prodotti biologici, più che nella valorizzazione del biologico made in Italy, come da tempo segnalato da Coldiretti.

Con il decreto n. 91718 del 24 febbraio 2021, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 19 marzo scorso, sono state definite le modalità con cui gli Organismi di controllo devono procedere ad effettuare la valutazione del rischio degli operatori che svolgono attività di importazione di biologico da paesi terzi. Si tratta di un provvedimento atteso da tempo che interviene per migliorare la scarsa efficacia del sistema di controllo sugli importatori di prodotto biologico, come dimostrato da tutte le recenti frodi che hanno colpito il biologico italiano ed europeo.

Scarsa efficacia che è stata analiticamente valutata anche da uno studio, realizzato per conto del Mipaaf, da Ismea, Ciheam e Università delle Marche. Tale studio ha evidenziato, attraverso l’analisi dei dati sulle importazioni disponibili al Mipaaf, i principali paesi e prodotti a maggiore rischio di frode.

Proprio sulle elaborazioni fornite dallo studio il Mipaaf ha costruito il provvedimento in questione, aumentando i controlli, in particolare quelli analitici, sui prodotti provenienti da paesi che, per quanto avvenuto in passato, sono risultati a maggiore rischio rispetto ad altri.

Le critiche al provvedimento, affrontate nell’ambito del Tavolo ministeriale di settore, convocato appositamente per discutere del punto, sono arrivate proprio da associazioni di imprese dell’agroalimentare, in particolare dell’olio ma anche dei cereali, che hanno manifestato la preoccupazione per l’aumento dei costi e dei tempi necessari allo sdoganamento sui prodotti importati a causa delle eccessive, a parere loro, indagini analitiche richieste dal decreto sulle partite in dogana.

Nella discussione che si è avuta al tavolo ministeriale Coldiretti ha ribadito che per mantenere alto il livello qualitativo del biologico italiano è necessario un impegno importante, sul quale le imprese agricole biologiche italiane stanno già scommettendo, ma che non può essere vanificato da importazioni che non hanno alcuna attenzione alla qualità del prodotto.

Guardare esclusivamente alla necessità di ridurre il più possibile i costi e di avere tempi rapidi per lo sdoganamento delle merci, senza alcuna preoccupazione per la qualità del prodotto importato è un atteggiamento miope che mette a rischio la tenuta di tutto il settore del biologico italiano.

Se i controlli analitici, con tutto il carico di costi e di burocrazia, hanno un valore per la produzione biologica nazionale, che si sta con fatica ma responsabilmente assumendo tali oneri, non sono accettabili le critiche sollevate dall’industria sugli obblighi imposti per le partite importate da paesi a rischio.

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