Clima: scompaiono i ghiacciai, servono gli invasi per trattenere l’acqua per le colture
Al netto delle precipitazioni di questi giorni, nevose e liquide, con il Po in piena e le cime dei monti imbiancate, è incontrovertibile il problema dei cambiamenti climatici, della diversa distribuzione degli eventi piovosi e della rarefazione degli eventi nevosi che ricostituiscano lo spessore dei ghiacciai. In assenza della neve, tutte le precipitazioni di questo periodo, se non intercettate e fermate attraverso gli invasi, corrono verso il mare e, non solo rischiano di causare danni e vittime sul territorio, ma non saranno disponibili nei prossimi mesi estivi, quando le coltivazioni andranno in sofferenza. La funzione dei ghiacciai viene sempre meno, basti pensare agli ultimi dati del Servizio glaciologico lombardo, ripresi dall’Università Bicocca di Milano, che hanno evidenziato come il ghiacciaio dell’Adamello, il più grande ghiacciaio italiano, abbia perso, solo negli ultimi 3 anni, ben 174 metri di fronte e 18 metri di spessore e, negli ultimi 33 anni, 4 chilometri quadrati di superficie, pari a 570 campi da calcio. Se l’acqua non viene trattenuta a monte dai ghiacciai e resa disponibile nei mesi successivi con lo scioglimento degli stessi, è necessario intervenire con invasi anche per smorzare gli eventi catastrofici collegati alle bombe d’acqua, trattenere questa risorsa e tesaurizzarla per i periodi siccitosi. Di questi investimenti saranno grati i territori a rischio idrogeologico, le attività produttive e le prossime generazioni, a cui potremmo lasciare uno strumento fondamentale per gestire gli effetti dei cambiamenti climatici. |