il Punto Coldiretti

Condizionalità ex ante risorse idriche, il punto sull’attuazione delle linee guida ministeriali

Lo stato di avanzamento delle azioni intraprese per il soddisfacimento della “condizionalità ex-ante” del settore risorse idriche è stato al centro di un incontro promosso dal Ministero delle Politiche agricole, congiuntamente al Ministero dell’Ambiente, con le Regioni e le associazioni agricole.

Diverse azioni in essere, infatti, riguardano il rispetto di quanto previsto dalla nota Ares (2017) 5687550 del 21 novembre 2017 della Commissione Europea sul soddisfacimento, per l’Italia, della condizionalità ex ante 5.2 – Settore risorse idriche, ovvero sulle condizioni minime di carattere normativo, amministrativo e organizzativo previste dalla nuova Pac che lo Stato membro deve rispettare per assicurare l’efficienza e l’efficacia nel raggiungimento degli obiettivi della politica di sviluppo rurale.

Detto ciò, la condizionalità ex ante per le risorse idriche prevede: la realizzazione di una politica dei prezzi dell’acqua che contempli adeguati incentivi per l’uso efficiente delle risorse idriche. In pratica, la politica dei prezzi è considerata un sistema di controllo per evitare sprechi; un adeguato contributo al recupero dei costi dei servizi idrici a carico dei vari settori di impiego dell’acqua per gli investimenti sostenuti dai programmi, ad un tasso  stabilito nei piani di gestione dei bacini idrografici approvati (art. 9 della Direttiva quadro acque).

In tale contesto, proprio ai fini del rispetto di queste condizioni, con il D.M. 39 del 24 febbraio 2015 è stato emanato un regolamento per la definizione del costo ambientale e della risorsa per i vari settori di impiego dell’acqua; la definizione degli utilizzi (usi e servizi) interessati; la differenziazione fra concetto di copertura e internalizzazione del costo, oltre a fornire un primo riferimento sugli strumenti utili all’internalizzazione del costo.

In attuazione delle previsioni del decreto ministeriale citato, il Ministero dell’ambiente ha avviato la predisposizione dell’analisi economica che, sulla base delle caratteristiche ambientali e socio economiche del distretto e dell’impatto delle attività umane sullo stato delle acque superficiali e sulle acque sotterranee, dovrebbe individuare le misure efficaci e sostenibili per l’ottenimento degli obiettivi ambientali, le politiche dei prezzi che incentivino un utilizzo efficiente e promuovere il pieno recupero dei costi (full cost recovery) con un adeguato contributo dei diversi settori di impiego.

In occasione dell’incontro, quindi, i Ministeri hanno presentato le linee di riferimento del manuale in corso di predisposizione per la citata analisi economica, evidenziando come tali adempimenti siano necessari al fine di rispondere adeguatamente alle contestazioni formulate dalla Commissione europea nell’ambito dell’Eu Pilot 7304/2015.

In tale ambito, infatti, la Commissione aveva richiesto chiarimenti circa il monitoraggio e la valutazione dello stato della qualità delle acque; l’adozione di metodologie per la valutazione delle tendenze circa la concentrazione degli inquinanti nelle acque sotterranee; l’indicazione delle ragioni di eventuali esenzioni; maggiori informazioni sui costi dell’acqua per il settore agricolo e l’identificazione di Programmi e di Misure, tenuto conto dell’analisi di pressioni e impatti.

Nell’incontro con i Ministeri è stata sottolineata la necessità di cogliere le osservazioni della Commissione non solo come prescrizioni cui adempiere ma anche come una opportunità, per garantire una adeguata considerazione di tutti gli impieghi della risorsa idrica, per definire un sistema unitario per la raccolta delle informazioni e disegnare un sistema di pianificazione integrato e coordinato ai diversi livelli istituzionali. Si tratta, ancora, di individuare le misure che effettivamente sono funzionali al conseguimento degli obiettivi ambientali ed un adeguato contributo per i diversi utilizzi al recupero dei costi.

Coldiretti valuta positivamente il metodo di analisi adottato e, in particolare, l’accoglimento della richiesta di includere, nell’ambito del manuale per l’analisi economica, anche la valutazione e quantificazione delle esternalità positive connesse all’impiego dell’acqua in agricoltura in modo da ottenere un bilancio netto tra costi e benefici.

Coldiretti ha altresì richiesto al gruppo di esperti costituito presso il Ministero per l’elaborazione del manuale, di predisporre alcune simulazioni concrete, in attuazione dei criteri adottati, per settori e per ambiti territoriali di riferimento, in modo da poter concretamente verificare che l’adozione del metodo scelto non conduca ad aumento degli oneri a carico delle imprese agricole, con riferimento all’impiego della risorsa idrica a fini produttivi.

Nel corso dell’evento si è anche proceduto ad una analisi sul livello di attuazione delle disposizioni regionali in recepimento delle Linee Guida del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, approvate con DM 31 luglio 2015, sulle modalità di quantificazione dei volumi idrici (altra azione necessaria ai fini dell’adempimento della condizionalità ex-ante), con particolare riferimento all’individuazione delle banche dati regionali e al coordinamento con il Sistema informativo nazionale per la gestione delle risorse idriche in agricoltura (Sigrian) per la determinazione dei prelievi in autoapprovvigionamento, l’installazione progressiva dei misuratori e l’integrazione e aggiornamento dei dati di monitoraggio, nonché dell’aggiornamento del sistema Sigrian stesso.

A tutt’oggi si riscontra un recepimento normativo delle line guida da parte di tutte le Amministrazioni, con la regione Marche che ha provveduto, per ultima, all’emanazione della legge regionale di recepimento nel giugno del 2017.

Meno incoraggianti i progressi in merito alla trasmissione dei dati Regionali dei volumi irrigui al Sigrian (ad esempio, per quanto riguarda l’irrigazione collettiva, solo 20 enti irrigui su 570 oggetto di monitoraggio hanno fornito dati sui volumi utilizzati) e all’adozione delle Metodologie di stima condivisa (documento approvato in Conferenza Stato-Regioni nell’agosto del 2016).

Su questo ultimo punto si ricorda che le regioni avrebbero dovuto individuare e comunicare al Sigrian gli strumenti operativi per il calcolo dei fabbisogni irrigui a livello di distretto irriguo tra quelli proposti dal documento sulle metodologie di stima ed individuare le aree pilota su cui effettuare i test di verifica, in coordinamento con il Crea. A tutt’oggi, tuttavia, nessuna Regione ha ancora provveduto a questo adempimento.

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