Florovivaismo: 6,6 milioni di alberi nelle città contro i gas serra
Con il record delle emissioni di gas ad effetto serra i 6,6 milioni di alberi previsti a livello italiano grazie ai 330 milioni di euro stanzianti dal Pnrr rappresentano uno strumento strategico fondamentale per gestire lo smog e le bolle di calore all’interno delle aree urbane. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in occasione del vertice a Roma a Palazzo Rospigliosi sul progetto “Foresta Italia” con Rete Clima, Tim, Conad, , Eon, Pefc Italia, Società Botanica Italiana, Assofloro e Acque bresciane sul ruolo del verde e delle foreste in Italia dal punto di vista ambientale, sociale ed economico. Per mantenere l’impegno a contrastare i cambiamenti climatici bisogna intervenire in modo strutturale sugli ambienti metropolitani – afferma Coldiretti – ripensando lo sviluppo delle città e favorendo la diffusione del verde pubblico e privato considerato che In Italia ogni abitante dispone di circa 33,8 metri quadrati di verde urbano con una situazione preoccupante per i grandi centri urbani – evidenzia Coldiretti – dove il verde per mitigare il clima e ammortizzare gli effetti negativi dell’inquinamento oscilla su valori che vanno dai 6,4 metri quadrati per abitante di Messina ai 16,7 a Roma, dai 18 di Milano ai 24,3 di Firenze, dai 43 di Venezia ai 9,3 di Bari. In uno scenario in cui i gas serra hanno fatto segnare un nuovo record secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) nel suo rapporto “Stato del clima globale nel 2021” non basta rendere più verdi le città ma – evidenzia la Coldiretti – è anche necessario promuovere le essenze più adatte nel catturare i gas ad effetto serra e nel bloccare le pericolose polveri sottili responsabili dei cambiamenti climatici: dal Bagolaro al Ligustro, dall’Alloro all’Albero di Giuda, dalla Photinia al Viburno, dall’Acero riccio all’Olmo, dalla Betulla verrucosa al Tiglio. La tutela e la promozione del verde è una soluzione naturale ed ecologica che, aumentando la resilienza delle città, può svolgere – sottolinea Coldiretti – un ruolo importante nel contrasto ai cambiamenti climatici e nel miglioramento della sostenibilità dei sistemi urbani e della qualità della vita dei cittadini. “Con una differente politica del verde pubblico avremmo affrontato meglio anche l’aumento esponenziale dei costi dell’energia che si è verificato in questo periodo” ha spiegato Prandini nel sottolineare che “dobbiamo agire come sistema per creare un Paese diverso e migliore rispetto al passato usando le risorse per le filiere del PNRR con l’utilizzo di piante italiane per creare valore e bellezza sui territori, nelle grandi città come nei piccoli comuni. Per troppi anni in questo Paese – precisa Prandini – le foreste e la loro gestione è stata trascurata arrivando al paradosso che per una delle nostre industrie più importanti, quella del mobile, importiamo dall’estero l’80% del legname”. Occorre far nascere foreste urbane con una connessione ecologica tra le città, i sistemi agricoli di pianura a elevata produttività e il vasto e straordinario patrimonio boschivo presente nelle aree naturali con un ciclo virtuoso – continua Prandini – in grado di garantire da una parte l’utilizzo delle piante e dall’altra la loro sostituzione in modo da assicurare sempre la superfice forestale garantendo biodiversità ed economia dei territori”. Posizione condivisa – sottolinea Coldiretti – dai rappresentanti delle grandi società intervenute all’incontro: Paolo Viganò, Presidente Rete Clima, Francesca Dini, responsabile Ricerca PEFC Italia, Carlo Blasi Presidente della Fondazione per la flora italiana della Società Botanica Italiana, Marcello Donini, Corporate Social Responsibility Manager E.ON, Giuseppe Zuliani Direttore Customer Marketing e Comunicazione CONAD, Enrica Danese, Direttore Institutional Communication, Sustainability & Sponsorship di TIM, Vanna Toninelli di Acque Bresciane e Nada Forbici di Assofloro. |
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