Il Ministero della Salute chiarisce il Limite Massimo di Residuo del Chlorpropham sulle patate
Il Ministero della Salute ha chiarito quale sia il Limite Massimo di Residuo del Chlorpropham sulle patate. Si tratta di una sostanza attiva revocata che era, a suo tempo impiegata su patata in fase di conservazione, per l’inibizione della formazione di germogli (formulato commerciale Xedamate Aerosol). Il Ministero già a luglio 2019 aveva informato il settore che l’utilizzo dei prodotti fitosanitari revocati contenenti Chlorpropham sarebbe stato consentito fino in data 8 ottobre 2020. In seguito è stato pubblicato il Regolamento Ue 2021/155, le cui misure si applicano dal 2 settembre 2021. Tale nuovo Regolamento considera che per il Chlorpropham applicato sulle patate sussiste una contaminazione incrociata, che può persistere nel tempo, sebbene i prodotti fitosanitari a base di questa sostanza attiva non siano più applicati sulle patate. Pertanto, la Commissione Europea ha proposto un LMR temporaneo di 0,4 mg/Kg, che non sembra evidenziare un rischio inaccettabile per i consumatori secondo il parere dell’Efsa. Pertanto, sebbene l’approvazione del Chlorpropham sia scaduta, il Reg. 2021/155 non ha abbassato al valore di default di 0,01 mg/Kg l’LMR di tale sostanza applicata alle patate, proprio per concedere agli operatori del settore alimentare il tempo sufficiente per sviluppare e introdurre una nuova metodologia di pulizia degli impianti di stoccaggio. Inoltre, al Considerando 14 del Reg.(UE) 2021/155 è riportato: “Prima dell’applicazione degli LMR modificati dovrebbe essere previsto un periodo di tempo ragionevole al fine di consentire agli Stati membri, ai paesi terzi e agli operatori del settore alimentare di prepararsi a ottemperare alle nuove prescrizioni derivanti dalla modifica degli LMR. Tale “considerando” consente lo smaltimento delle patate trattate con Chlorpropham fino alla data 8 ottobre 2020, che secondo il vigente Regolamento 2014/79 potevano presentare un residuo di Chlorpropham pari a 10 mg/Kg, e di implementare le nuove metodologie di pulizia degli impianti di stoccaggio, per adeguarsi al nuovo LMR pari a 0,4 mg/Kg, in applicazione dal 2 settembre 2021. Ne consegue, che anche in questo periodo transitorio prima dell’applicazione del nuovo Reg. 2021/155, il residuo di Chlorpropham sulle patate non trattate con tale sostanza attiva, non potrà rispettare il valore di default di 0,01 mg/Kg. Attualmente, in sostituzione del Chlorpropham, gli agricoltori impiegano in fase di stoccaggio prodotti di origine naturale come l’olio di menta e l’etilene. L’etilene ha il vantaggio, rispetto all’olio di menta, di avere un residuo zero, per cui è stato realizzato, in Abruzzo, con il coordinamento scientifico del Crea-CI di Bologna, il progetto Innovapat II – Innovazioni nel controllo del germogliamento dei tuberi di patata nella conservazione post-raccolta, al fine di consentirne l’impiego su larga scala in fase di stoccaggio del raccolto. Il progetto ha sperimentato con successo nuove modalità di applicazione della tecnologia Etilene Biofresh alle tecniche e alle strutture di conservazione delle patate, al fine di eliminare il ricorso ai principi attivi Profam (IPC) e Chlorpropham (CIPC) migliorando il livello qualitativo delle patate. Gli impianti di sono stati realizzati, presso Ampp – Associazione marsicana produttori di patate che aderisce ad Unapa e costituiscono un polo innovativo per la filiera della patata che andrebbe replicato anche in altri areali di produzione di tale coltura rappresentando la dimostrazione concreta che esiste una valida alternativa all’impiego della precedente tecnica che richiedeva l’uso del Chlorpropham. |
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