il Punto Coldiretti

La Ue rilancia il dibattito sulle moderne biotecnologie

Sulle moderne biotecnologie nell’Unione europea il dibattito si intensifica. Il 29 novembre si è svolta infatti una Conferenza di alto livello, organizzata dalla Commissione europea nel corso della quale molti esponenti delle istituzioni europee, stakeholder ed esperti scientifici hanno dibattuto in merito alla possibilità di sviluppare un quadro normativo sulle nuove tecniche di selezione vegetale. Sono state messe in evidenza le potenzialità delle nuove tecniche a partire dal genome editing per aiutare gli agricoltori europei a raggiungere gli obiettivi fissati dal Green Deal e dal Farm to Fork per un’agricoltura più sostenibile. Un passo avanti rispetto alle posizioni iniziali. La questione del genome editing nella selezione vegetale è infatti al centro del dibattito Ue dal 2018, quando la sentenza della Corte di giustizia europea aveva stabilito che le piante prodotte con tali tecniche devono essere incluse nell’ambito di applicazione della direttiva Ogm. Tale sentenza e il dibattito pubblico da essa generato, hanno portato la Commissione a richiedere uno studio per fare “chiarezza giuridica” sulla questione. E le conclusioni a cui è giunto tale lavoro evidenziano l’insufficienza dell’attuale quadro giuridico. Da qui l’invito a prendere in considerazione nuovi strumenti politici per raccogliere i benefici delle nuove tecniche. Sul dossier la Commissione ha poi recentemente avviato una prima consultazione pubblica per le parti interessate. Non è comunque la prima volta che la Commissione si esprime favorevolmente su queste questioni.

Nel corso dell’ultima conferenza sono stati affrontati i temi relativi all’implementazione di un efficace sistema di tracciabilità e alla trasparenza, nonché etichettatura, delle nuove varietà selezionate tramite le moderne biotecnologie.

La Coldiretti ha da tempo aperto un confronto sulle nuove tecnologie che, senza apportare modifiche al Dna delle produzioni, ne accelerano i processi evolutivi naturali. Le Tea (Tecnologie di Evoluzione Assistita).infatti non implicano l’inserimento di Dna estraneo alla pianta.

Si tratta di processi chiesti dall’agricoltore che non hanno alcun rapporto con i prodotti geneticamente modificati osteggiati con forza dalla Coldiretti.

Oggi Green Deal e Next Generation hanno delineato un nuovo scenario che porta anche alla modifica delle regole di ingaggio delle nuove tecnologie. Il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, in più occasioni ha sottolineato l’importanza di aprire una riflessione sulla genetica green capace di sostenere la produzione nazionale, difendere il patrimonio di biodiversità presente in Italia dai cambiamenti climatici e far tornare la ricerca italiana protagonista dopo l’emergenza Covid.

Lo scorso anno Coldiretti ha firmato un accordo con Siga (Società italiana genetica agraria) per la una nuova genetica verde capace di sostenere l’agricoltura nazionale. L’obiettivo è incrementare la produzione e migliorare l’efficienza del modello produttivo italiano attraverso varietà più resistenti che richiedono meno agrofarmaci e acqua, in linea con le nuove regole dello sviluppo sostenibile.

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