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La Ue rilancia sul biologico: più produzione e incentivi ai consumi

Tre assi per rilanciare il biologico nell’Unione europea: incentivare i consumi, aumentare la produzione e migliorare ulteriormente la sostenibilità del settore. L’impegno a investire sulle coltivazioni biologiche è stato riaffermato in occasione del lancio della “Giornata del biologico Ue” istituita da Commissione, Parlamento e Consiglio per aumentare la consapevolezza sulla produzione biologica e promuovere il ruolo chiave che svolge nella transizione verso sistemi alimentari sostenibili.

Bruxelles punta sul rafforzamento della informazione e promozione del consumo di prodotti bio anche attraverso un loro maggior impiego nelle mense pubbliche. La Politica Agricola Comune continua a essere considerata “uno strumento chiave per sostenere la conversione all’agricoltura biologica”.

Inoltre la Commissione dedicherà almeno il 30% del budget alla ricerca e all’innovazione nel campo dell’agricoltura, della silvicoltura e delle aree rurali a interventi relativi al settore biologico.
La Commissione ha ricordato come il biologico comporti vantaggi in termini di biodiversità, benessere animale, redditi più elevati per gli agricoltori e ha rilanciato l’obiettivo di aumentare la produzione secondo quanto prevedono le nuove strategie Farm to Fork e Biodiversità.

E l’Italia è assolutamente in linea confermandosi leader in Europa. Gli ultimi dati forniti in occasione del Sana dal Sinab (Sistema di informazione nazionale per l’agricoltura biologica del Mipaaf ) e da Nomisma delineano un settore che si mantiene sostanzialmente in salute e con una tendenza positiva iniziata da tempo.

Il 2020 si chiude infatti con i totali nazionali che registrano un aumento di 100.000 ettari coltivati in biologico e di 1.088 operatori in più rispetto all’anno precedente, portando così il valore delle superfici biologiche a 2.095.380 ettari complessivi e gli operatori a 81.731 unità. Elemento di rilievo è l’incidenza della Sau biologica sul totale della Sau italiana, che è passata dall’ 8,7% nel 2010 a 16,6% nel 2020.

Anche in termini di mercato il biologico si conferma un settore in crescita. I consumi interni hanno segnato un significativo + 133% dal 2011 al 2021, mentre l’export del bio Made in Italy ha segnato un balzo del 156% negli ultimi 10 anni. Nel 2021, le vendite complessive di prodotti bio si assestano a poco più di 4,6 miliardi di euro, con un incremento del 5% rispetto al 2020, l’export del Made in Italy cresce dell’11%, raggiungendo 2,9 miliardi di euro di vendite sui mercati internazionali.

Oggi, quasi 9 famiglie su 10 (89%) hanno acquistato almeno una volta nell’ultimo anno un prodotto biologico e, negli ultimi 9 anni, il numero di famiglie acquirenti è aumentato di circa 10 milioni. Inoltre per la metà delle famiglie italiane (54%), cibo e bevande bio si consumano almeno una volta a settimana e per il 50% di chi si occupa della spesa alimentare il biologico nel carrello rappresenta sempre la prima scelta, soprattutto per alcune categorie di prodotti come frutta, verdura e uova.

Le ragioni di questa crescita sono dovute al fatto che i consumatori scelgono sempre più il biologico perché preferiscono un’alimentazione sana, che rispetta l’ambiente e contribuisce a contrastare i cambiamenti climatici. L’emergenza Covid ha messo in evidenza la stretta relazione che c’è tra la salute dell’uomo e quella dell’ambiente. Dall’inizio della pandemia i cittadini hanno mostrato infatti maggiore sensibilità, con particolare attenzione alla qualità e alla sicurezza dei prodotti che acquistano. Di conseguenza, la tendenza si è sempre più orientata verso prodotti biologici, coltivati nel rispetto della fertilità del terreno, senza chimica di sintesi e senza Ogm.

In un Paese come l’Italia che è leader in Europa nel numero di imprese impegnate nel biologico, ed a 30 anni dall’approvazione del primo “Regolamento europeo relativo al metodo di produzione biologico 2092/91”, Coldiretti ha ribadito la necessità e l’urgenza di approvare la legge nazionale sul settore, in discussione al Parlamento, che prevede anche l’introduzione di un marchio per il bio italiano per contrassegnare come 100% Made in Italy solo i prodotti biologici ottenuti da materia prima nazionale.

Il provvedimento sostiene tra l’altro l’impiego di piattaforme digitali per garantire una piena informazione circa la provenienza, la qualità e la tracciabilità dei prodotti con una delega al Governo per rivedere la normativa sui controlli e garantire l’autonomia degli enti di certificazione.

L’approvazione della legge sarebbe quindi per Coldiretti un passo importante per dare la possibilità di distinguere sullo scaffale i veri prodotti biologici Made in Italy dinanzi all’invasione di prodotti biologici da Paesi extracomunitari, che spesso non rispettano gli stessi standard di sicurezza di quelli europei.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
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