il Punto Coldiretti

Ok all’uso d’emergenza del clorpirifos metile contro cimice asiatica

Il Ministero della Salute ha autorizzato, per situazioni di emergenza fitosanitaria, l’impiego su melo, pero, pesco, nettarino, noce e nocciolo, del prodotto fitosanitario Sundek Cimice 2021 contenente la sostanza attiva clorpirifos metile.

Si tratta di un insetticida fosforganico che agisce per contatto, ingestione e, in parte, per azione di vapore. Indicato per il controllo di lepidotteri, cocciniglie e cicaline, si inserisce attivamente nei programmi di gestione delle resistenze nei confronti degli insetticidi ad azione specifica. Il decreto di autorizzazione all’uso d’emergenza ha, però, introdotto il divieto di utilizzo del prodotto nelle aree classificate come siti della Rete ecologica europea Natura 2000, definite come Sic e Zps.

Coldiretti ha sostenuto la richiesta di tale formulato in quanto il controllo della cimice asiatica sulle produzioni frutticole è molto complesso e, quindi, è necessario ricorrere ad una pluralità di sostanze attive sia di sintesi chimica che di origine naturale combinate tra loro. Tale sostanza attiva ha un grado elevato di efficacia, ma, purtroppo, l’autorizzazione all’immissione in commercio è stata recentemente revocata. Non ha giocato a favore della sostanza attiva, il fatto di essere stata accomunata al clorpirifos etile che ha un profilo tossicologico ed eco-tossicologico ad elevato rischio per cui se la revoca di questa sostanza attiva era condivisibile non altrettanto può dirsi per il clorpirifos metile.

Purtroppo, nell’ambito della votazione avvenuta allo Scopaff, il Comitato permanente per le piante, animali, alimentazione e mangimi, i paesi nord europei – che non hanno il problema della cimice asiatica – hanno votato a favore della revoca del clorpirifos metile ed i Paesi dell’area mediterranea (Spagna Italia Francia e Portogallo) hanno perso un’importante opportunità di ottenere la ri-autorizzazione di una sostanza attiva estremamente efficace.

Oltretutto, il formulato a base di clorpirifos metile rispetto al quale la società produttrice Ascenza aveva presentato istanza di riautorizzazione a Bruxelles, per ottenere il rinnovo della registrazione, è profondamente diverso da quello precedente in quanto è stato modificato al fine di renderlo compatibile con i requisiti di sostenibilità della molecola stabiliti dal reg.CE. n. 1107/2009 per cui la dose era inferiore, come pure il numero di trattamenti consentiti. Al momento si sta verificando la possibilità che l’istanza di autorizzazione definitiva sia nuovamente presentata a Bruxelles.

La cimice asiatica sta provocando notevoli perdite dei raccolti di frutta e verdura, causa della particolare polifagia, la capacità riproduttiva e le potenzialità di volo: il danno economico stimato mmonta a più di 600 milioni di euro.

I mezzi di difesa fitosanitaria disponibili, sia dal punto di vista economico che ambientale sono pocco sostenibili ed spesso ineffici , sia che si tratti di reti anti insetto che di trattamenti insetticidi.

Anche per quando concerne i sistemi di monitoraggio questi non sono completamente affidabili. Sono, infatti, impiegate trappole a feromone di aggregazione che attraggono in un raggio relativamente ampio H. halys. Ciò non facilita la cattura delle cimici nella trappola e determina una sottostima della loro effettiva presenza in campo incentivando, oltretutto, il danno sulle piante vicine alla fonte di feromone.

Inoltre, tali monitoraggi non prendono in considerazione la presenza di diverse piante secondarie come le piante selvatiche attrattive per la cimice asiatica che possono diventare un ulteriore punto di infestazione. In assenza di tali informazioni le reti di monitoraggio non sono davvero utili per pianificare i trattamenti di controllo del parassita che devono essere fortemente mirati.

L’Emilia-Romagna è la regione maggiormente colpita sia per quanto concerne le colture arboree che quelle erbacee in particolare pere e pomodori. In tale regione la presenza dei pereti ammonta a 19mila ettari corrispondenti al 70% della produzione nazionale di pere, mentre la superficie totale coltivata a pomodoro è di oltre 24mila ettari (la più estesa a livello nazionale)

Sperimentazioni condotte in Emilia Romagna dove molto si è investito nella ricerca per la lotta alla cimice asiatica mirano a: promuovere un sistema di monitoraggio basato su un approccio area-wide tramite l’utilizzo del telerilevamento; promuovere una barriera attrattiva per H. halys sia tramite il feromone di aggregazione che grazie all’inerbimento di una fascia altamente attrattiva a base di leguminose; controllare H. halys attraverso trattamenti a basso impatto con insetticidi a lento rilascio per la produzione integrata; con Bacillus thuringiensis in miscela con piretro, per la produzione biologica; evitare trattamenti insetticidi diretti sulle colture target a favore dei trattamenti sulle barriere vegetative; promuovere una barriera repulsiva attraverso un trattamento delle piante perimetrali con ammendanti.

Attraverso un’analisi delle immagini satellitari e la creazione di una mappa dettagliata dell’agroecosistema delle diverse aziende coinvolte, è stata individuata la presenza di essenze botaniche, selvatiche o coltivate, note per essere particolarmente attrattive per le cimici come: ailanto, acero, prugnolo, frassino, soia, nocciolo, ed altre aree rifugio/riproduttive per la cimice. In questi punti saranno poi installate delle trappole a feromone.

Il monitoraggio consiste nella conta degli esemplari catturati e di quelli avvistati entro 4-5 metri attorno al punto esca. Si registrerà lo stadio (ninfa, adulto) e il sesso degli adulti. Il tutto si ripeterà ogni 15 giorni a partire dalla seconda metà di marzo (momento in cui la cimice esce dallo svernamento e comincia ad alimentarsi) fino alla raccolta delle pere e dei pomodori.

I dati verranno utilizzati per la costruzione di mappe di distribuzione spaziale per un approccio geo-statistico innovativo nell’ambito dei programmi di controllo integrati: site-specific (precision) integrated pest management. I piani di monitoraggio potranno così essere migliorati. Si potranno osservare in tempo reale gli spostamenti delle cimici all’interno dell’agroecosistema e prevedere i flussi degli esemplari diretti verso i campi sperimentali di pero e di pomodoro. Di conseguenza sarà più facile trattare con insetticidi in maniera tempestiva e mirata, riducendo l’uso dei prodotti fitosanitari. Un beneficio economico e ambientale.

Fascia attrattiva/di contenimento della cimice e fascia repulsiva. Ecco in cosa consiste la doppia cintura di protezione.

La prima fascia sarà inerbita con un misto di leguminose attrattive per la cimice, quali il favino e la soia, e caratterizzata dal rilascio del feromone di aggregazione specifico.

La seconda fascia, invece, sarà costituita dalle stesse piante perimetrali di pero e di pomodoro che verranno trattate a livello dell’apparato fogliare e del suolo con ammendati dall’effetto repulsivo per gli infestanti.

A seconda dei dati forniti dal monitoraggio eseguito, la fascia inerbita con leguminose verrà trattata in maniera diversa.

Per valutare l’approccio dell’agricoltura integrata sarà utilizzato un insetticida con una formulazione a lento rilascio, la cui residualità verrà accuratamente analizzata in un’ottica di massima sostenibilità ambientale. Al contrario, per quanto riguarda l’agricoltura biologica, la fascia inerbita verrà trattata con Bacillus thuringiensis in miscela con piretro naturale.

A maturazione verranno determinati il numero di frutti danneggiati dalle punture dell’insetto e il numero di punture per frutto e misurati i parametri relativi alla maturità e alla qualità dei frutti. L’efficacia dei diversi trattamenti sarà correlata con i rilievi del monitoraggio e con la determinazione della quantità di prodotto cimiciato. Non mancherà una valutazione economica finale dei costi-benefici dell’azione.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
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