Progetto Poshbee sulle api, si lavora ai protocolli di ricerca
Il team del progetto pan europeo di ricerca Poshbee (Horizon 2020), che ha come obiettivi la valutazione, monitoraggio e mitigazione dei fattori di stress sulla salute delle api, si è incontrato a Bologna al fine di concordare e mettere a punto i protocolli di ricerca. Al progetto che coinvolge università e centri di ricerca di gran parte dei paesi europei, partecipa Coldiretti, con il supporto di Ager, per la parte relativa all’individuazione dei siti italiani ove sono presenti le colture del melo e della colza su cui effettuare i campionamenti e per l’azione di divulgazione e disseminazione dei risultati finali. In Italia, uno degli otto paesi in cui verrà svolto il Work Package sul monitoraggio, i siti delle colture oggetto di studio sono stati identificati, per i meleti, in Trentino Alto Adige e, per la colza, in Piemonte. L’ente scientifico di riferimento per l’Italia è il Crea-Centro di ricerca Agricoltura e Ambiente, che raccoglie il personale dell’ex Unità di ricerca apicoltura di Bologna. Nell’incontro è stata messa a punto la rete dei siti oggetto di campionamento per quantificare e identificare I fattori che comportano un’esposizione ai fitofarmaci degli insetti impollinatori (api mellifere, api selvatiche e bombi), al fine di verificare la loro interazione con alcune malattie e parassiti, con il loro stato nutrizionale ed il loro combinato effetto sullo stato di salute delle api nelle principali aree geografiche europee in presenza di alcune tipologie di paesaggio rurale aventi determinate caratteristiche ambientali. L’incontro ha consentito, inoltre, di standardizzare i metodi da adottare per la raccolta dei dati finalizzati alla valutazione della contaminazione ambientale e alla misurazione del livello finale di contaminazione delle api attraverso l’analisi di molteplici matrici dell’alveare, tra cui api, polline, nettare, e in alcuni siti dell’acqua che si accumula sulla superficie dei campi, dopo un giorno di pioggia e dell’aria misurando il contenuto di agrofarmaci nell’atmosfera dentro e fuori gli alveari con tecnologie innovative. Per quanto concerne lo studio del livello di contaminazione delle api e dei loro prodotti in caso di esposizione a una combinazione di diversi agrofarmaci sono stati valutati i metodi di analisi del pane delle api, della pappa reale e della cera. In quest’ultimo caso, il campionamento verrà effettuato nel nord (Svezia), centro (Germania) e sud Europa (Italia). Rispetto alla contaminazione, inoltre, dell’organismo dell’ape, nell’ambito del meeting è stato illustrato un nuovo metodo d’indagine basato sul prelievo dell’emolinfa per verificare se sia uno strumento utile per diagnosticare velocemente lo stato di salute di una colonia, in termini di presenza residui di prodotti fitosanitari e di malattie Sono stati esaminati inoltre i metodi di analisi che consentano di valutare come specifiche sostanze attive presenti in fitofarmaci di comune impiego in agricoltura possano incidere sulla salute delle api in combinazione con alcuni parassiti preesistenti come Varroa destructor, Aethina tumida e nonché malattie quali la nosemosi, la covata calcificata, la peste europea, la peste americana e il virus delle ali deformi che incidono, già di per sé, gravemente sulle buone condizioni degli insetti impollinatori. Coldiretti partecipa con grande interesse a tale progetto che riveste una grande importanza non solo per l’Ue in quanto servirà ad orientare le politiche di tutela della salute delle api stabilendo quali siano le azioni da porre in campo rispetto alla dibattuta questione dell’ impatto dei prodotti fitosanitari, ma anche per rispondere, sulla base di argomentazioni scientifiche supportate da dati ottenuti con metodi di ricerca innovativi, alle preoccupazioni dell’opinione pubblica rispetto all’impatto ambientale delle stesse sostanze. La presenza delle api, del resto, oltre ad essere un indicatore dello stato di salute ambientale ha un impatto notevolissimo nello sviluppo delle colture e, quindi, i risultati del progetto sono di grande interesse per gli stessi agricoltori visto che gli insetti impollinatori rivestono un’importanza economica strategica per lo sviluppo delle colture. Nelle campagne italiane ci sono 1,2 milioni gli alveari curati da 45.000 apicoltori tra hobbisti e professionali con un valore stimato in più di 2 miliardi di euro per l’attività di impollinazione alle coltivazioni. |
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