il Punto Coldiretti

Prorogata dall’Ue l’autorizzazione all’uso del rame

Il Ministero della Salute, con una nota del 31 luglio scorso, ha comunicato che l’autorizzazione all’immissione in commercio del rame è prorogata al 30/06/2029, a seguito dell’entrata in vigore del reg. UE 2025/1489, pubblicato il 25/7/2025 sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. La proroga è motivata dalla necessità di avere un periodo di  tempo più lungo per la valutazione del dossier di rinnovo di tale sostanza attiva da parte della Commissione europea, dell’EFSA e del Ministero della Salute (l’Italia è lo Stato Membro Relatore). L’impatto di tale decisione per molte colture, soprattutto in agricoltura biologica, è molto rilevante e conferisce agli agricoltori, la possibilità di continuare a produrre, grazie ad una sostanza attiva, al momento insostituibile, a seguito dell’aggravarsi delle malattie fungine conseguenti al cambiamento climatico, ma soprattutto è “una boccata di ossigeno” in agricoltura biologica, per le ortive ed in particolare la viticoltura, che senza il rame avrebbe avuto danni economici molto importanti proprio nel momento in cui si investe da anni nella produzione di vino biologico. Del resto, sarebbe una grande contraddizione da parte della Commissione europea incentivare da un lato, l’agricoltura biologica e dall’altro, toglierle la possibilità di utilizzare la sostanza attiva più strategica per combattere i parassiti con tale metodo di produzione. Il rame è, inoltre, inserito nei protocolli di difesa fitosanitaria previsti dal Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata dove il rame assume spesso un ruolo complementare la dove sono state ridotte le dosi di alcune sostanze attive per rafforzare la lotta alla peronospora ed altre malattie fungine.

Proprio per tale ragione, c’è molta attesa rispetto al fatto che si giunga ad un rinnovo dell’autorizzazione della sostanza attiva il prima possibile. Il rame è un elemento presente naturalmente nell’ambiente tanto è vero che EFSA ha introdotto, di recente,  modelli scientifici diversi per valutare il rinnovo dell’autorizzazione all’immissione in commercio non trattandosi di una sostanza di sintesi chimica. Interessante, inoltre, è anche il fatto che il rame abbia anche un’azione batteriostatica. Ha, inoltre, il vantaggio di essere multisito per cui con la sua azione colpisce  più punti vitali della cellula fungina, riducendo il rischio di sviluppo di resistenze da parte dei patogeni rispetto ai fungicidi mono-sito. Finora, non sono mai stati riscontrati casi di resistenza al rame da parte degli agenti patogeni, e la sua efficacia è ancora inalterata benché il suo impiego avvenga da ben 140 anni. L’impiego del rame in agricoltura biologica garantisce la maggior efficacia e praticità di utilizzo; oltre ad essere la soluzione più sostenibile dal punto di vista economico. Nel tempo, sono stati introdotti sul mercato formulati a basso dosaggio e l’apporto di rame si è notevolmente ridotto rispetto al passato. L’UE ha stabilito , inoltre, il limite di 4 chili di rame per ettaro annui ed è ammesso, per le colture poliennali, il principio di flessibilità del ‘lissage’, sì da permettere un carico di 28 kg ha-1 “spalmato” su sette anni, proprio per contenere l’impatto ambientale. Si evidenzia che il mondo scientifico, da tempo, è alla ricerca di  nuove molecole, quali composti naturali (es. laminarina, chitosano, argille) in grado di produrre reazioni fisiologiche interessanti, ma non sono al momento registrati come agrofarmaci antiperonosporici. Tali nuovi prodotti dovrebbero essere innanzitutto approvati per l’agricoltura generale, e poi inclusi tra quelli consentiti in agricoltura biologica.

E’ importante sottolineare, comunque, che dalle ricerche è emerso che anche tali possibili alternative non possono sostituire completamente il rame ma avere solo una funzione complementare al fine di ridurne ulteriormente la dose. Gli agricoltori, grazie alla professionalità acquisita nell’uso dei prodotti fitosanitari, sono consapevoli che è necessario ottimizzare il suo utilizzo come, peraltro, quello di tutti i mezzi tecnici che devono essere impiegati nelle quantità strettamente necessarie a combattere il parassita o la malattia della pianta ed, oggi, è possibile attraverso la fase preliminare dei protocolli di  monitoraggio ed il ricorso ad applicazioni tecnologiche nel contesto dell’agricoltura di precisione,   considerando anche l’impronta carbonica dei trattamenti. Inoltre, grazie alla ricerca, sul mercato stanno arrivando formulati a base di composti rameici a basso impatto ambientale, in termini di quantità applicate, volumi d’acqua e resistenza al dilavamento. In conclusione, per migliorare ed individuare metodi alternativi al rame, occorre investire molto nella sperimentazione, in forma compartecipata con le imprese agricole, quelle stesse imprese alle quali va dato atto che negli ultimi 20 anni hanno ridotto l’uso del rame fino all’ 80%.

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