il Punto Coldiretti

Richiesto l’uso d’emergenza del dimetoato contro la mosca dell’olivo

Coldiretti ha chiesto al Ministero della Salute l’autorizzazione eccezionale, del dimetoato contro la mosca dell’olivo (Bactrocera oleae) per il periodo dal 1° luglio al 26 ottobre 2020. Recentemente, infatti, l’Ue ha stabilito in assenza di sostanze alternative, altrettanto efficaci, la revoca dei prodotti a base di dimetoato per cui la vendita da parte dei rivenditori e/o distributori autorizzati è stat consentita fino al 31 gennaio 2020 mentre l’utilizzo è permesso fino alla data del 30 giugno 2020, lasciando, quindi, scoperta la campagna agraria in corso.

Oltre al gravissimo problema della Xylella fastidiosa (il batterio che sta devastando gran parte degli ulivi secolari del Salento), dal 2020 la revoca della sostanza attiva dimetoato – che da quasi 40 anni ha rappresentato il cardine per la difesa contro la mosca dell’olivo (Bactrocera oleae) in assenza di prodotti fitosanitari di parie efficacia – profila una situazione estremamente negativa per quanto concerne le aspettative di raccolta. La Bactrocera e’ un dittero appartenente alla sotto famiglia dei Dacinae; in Italia si riscontrano in genere da 3 a 5 generazioni, ma in molte annate si può avere anche una sesta generazione, che si sviluppa in primavera sulle olive non raccolte rimaste sull’albero.

La mosca dell’olivo è considerata l’avversità più importante a carico di tale coltura, nelle Regioni in cui è presente, arrivando a condizionare sensibilmente l’entità e la qualità della produzione nella maggior parte dell’areale di coltivazione. La ricerca scientifica non ha ancora messo a punto una strategia che consenta di controllare il parassita che anche a seguito del cambiamento climatico è diventato particolarmente aggressivo.

I danni causati sono di due tipi: quantitativo e qualitativo. Sotto il profilo quantitativo, il danno è causato dalle larve di seconda età e, soprattutto, di terza età e consiste nella sottrazione di una parte considerevole della polpa con conseguente riduzione della resa in olio. Una parte della produzione si perde anche a causa della cascola precoce dei frutti attaccati. Nelle olive da mensa, invece, il danno si estende anche alle punture sterili in quanto deprezzano la materia prima fino a causarne lo scarto dalla linea di produzione.

Nell’immaginario collettivo delle tipicità italiane ci sono tantissime eccellenze del Made in Italy e l’olio extra-vergine di oliva è una delle più prestigiose. L’olivicoltura italiana oltre a rappresentare l’Italia nel mondo sul piano della produzione di un alimento tipico della cucina italiana e della dieta mediterranea, assolve anche una funzione ambientale e paesaggistica che, in alcuni contesti, diventa addirittura prevalente rispetto a quella produttiva (pensiamo all’immagina turistica della Puglia, della Calabria o della Toscana).

Siamo il secondo paese al mondo per ettari e produzione, con una media che oscilla fra 400.000 e 500.000 tonnellate di olio prodotto ogni anno.

In Italia sono attualmente coltivati circa 1.164.000 ettari di olive (fonte ISTAT anno 2019) per una produzione complessiva raccolta di 24 608 380 q., con Puglia, Calabria e Sicilia come regioni che presentano la maggiore superficie investita. In Italia, oltre ad essere presenti realtà produttive di prim’ ordine per estensione, esiste anche un numero elevato di aziende familiari (dati Istat 2017 con 738.000 aziende in produzione) che hanno anche meno di un ettaro di olivo, ma che comunque rappresentano un contesto rurale di vastissime proporzioni.

Appare, quindi, necessario, in attesa che la ricerca individui una strategia efficace per combattere la mosca dell’olivo consentire ancora l’impiego del dimetoato al fine di tutelare la produzione nazionale ed evitare il rischio di importazioni.

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