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Tabacco, approvato l’uso d’emergenza del Dimetomorf

Via libera del Ministero della Salute alla richiesta di Coldiretti di autorizzazione all’uso d’emergenza del dimetomorf su tabacco contro Peronospora (Peronospora tabacina, Phytophtora parasitica var. nicotinae) per il periodo 14 maggio 2020-10 settembre 2020.

Il Dimetomorf é una sostanza attiva contenuta in un formulato, in corso di registrazione, dotata di attività specifica per il controllo della peronospora, una delle maggiori avversità della coltura che, come evidenziato dalla letteratura scientifica, può distruggere il tabacco in campo, in pochi giorni, se le condizioni ambientali sono favorevoli. Il cambiamento climatico in atto ha reso tale malattia ancora più aggressiva soprattutto nel territorio italiano.

La sua attività è particolarmente elevata all’inizio dell’infezione durante ed alla fine del periodo di incubazione quando avviene la sporulazione. Viene assorbita rapidamente (1,2 ore) per via fogliare dove si sposta translaminarmente dalla pagina superiore a quella inferiore e dal centro verso i margini fogliari. Dal momento che la sua diffusione prosegue anche nei giorni successivi al trattamento, la sua protezione segue la crescita della foglia.

L’Italia, nel 2019, ha destinato 14.422 ettari alla coltivazione del tabacco, per una produzione stimata di 55.680.047 di kg, realizzata da 1.983 produttori così distribuiti sul territorio nazionale. La Campania è in testa con 17.999.887 kg di prodotto , 3.521 ha coltivati e 1.321 produttori seguita, in ordine di importanza, da Umbria, Veneto, Toscana e Lazio.

Nel 2019, si è rilevata una sostanziale stabilità del comparto in Italia, da un punto di vista delle superfici investite, grazie anche alla forte spinta all’innovazione ed all’ efficienza della filiera per la migliore sostenibilità economica, sociale e ambientale delle coltivazioni.

A livello europeo l’Italia rappresenta il primo produttore, con circa un terzo delle superfici e il 40% della produzione, con standard qualitativi sempre più elevati. In questi anni, nei quali sono venuti meno gli aiuti comunitari al settore, la filiera ha saputo aprirsi al confronto diretto con il mercato, realizzando obiettivi importanti di qualità delle produzioni e di trasparenza nelle relazioni contrattuali e nei controlli, attraverso un sistema di regole a valenza interprofessionale. Un sistema di trasparenza che contribuisce a rendere il comparto, ancora oggi, una risorsa economica strategica per le regioni interessate, per la filiera e per l’intero indotto economico e occupazionale.

Nel 2018, infatti, in Italia secondo i dati Istat il tabacco ha registrato una PLV 166,7 milioni di €, una occupazione di circa 35.000 addetti nell’intera filiera e un’attivazione economica nell’indotto significativa (ogni euro generato nel settore agricolo, determina 2,2 € nei settori collegati).

Il fattore occupazionale è, infatti, un elemento importante di questo articolato comparto, che non ha riscontro in altre filiere agroindustriali in termini di ore lavorate per ettaro, dando un contributo sostanziale anche alla sostenibilità ambientale dei territori interessati, oltre che economica e ambientale.

In questa direzione risulta strategico l’Accordo pluriennale sottoscritto da Coldiretti e Philip Morris nel 2010, rinnovato e, tuttora, proiettato al 2023. Una partnership lungimirante che ha saputo dare corpo alle Intese Programmatiche sottoscritte da Philip Morris con il Mipaaf (l’ultima rinnovata a marzo 2019), realizzando un modello di relazione contrattuale che ha superato intermediazioni e inefficienze organizzative e gestionali per puntare al rapporto diretto tra produttori e manifattura. Un risultato che ha contribuito in modo determinante al consolidamento e allo sviluppo del settore attraverso la semplificazione e la trasparenza dei processi.

Gli acquisti di Philip Morris in Italia sono pari a circa il 42 % dell’intera produzione nazionale per un valore del solo tabacco in foglia di circa 70 milioni di euro e per un investimento complessivo nell’intera filiera di 100 milioni di euro all’anno. L’impegno commerciale è accompagnato da un modello di assistenza tecnica efficiente che attraverso diverse modalità, anche innovative, realizza impegni importanti nella sostenibilità delle coltivazioni, nelle buone pratiche agricole (GAP) e nelle buone pratiche del lavoro (ALP). Con questo modello organizzativo basato sul rapporto diretto tra imprese agricole e manifattura, ne escono rafforzati trasparenza e collaborazione nella filiera per il migliore risultato commerciale nell’interesse delle aziende agricole, della crescita imprenditoriale e degli investimenti nel progresso tecnico e nell’innovazione.

Si tratta della realizzazione di una filiera a chilometro zero, con coltivatori e manifattura a contatto diretto per ottimizzare i tempi e aumentare la qualità, garantendo semplificazione e collaborazione tra le regioni tabacchicole. Oltretutto, l’accordo offre una grande opportunità per il settore in un’ottica di sostenibilità e di crescita. La prospettiva è non solo per le circa mille imprese che lavorano per Philip Morris, ma anche per le altre imprese, che possono guardare a tale accordo come un esempio da imitare per promuovere l’intero settore con effetti positivi sull’occupazione e per gli investimenti sul territorio.

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