Tabacco: autorizzato l’uso d’emergenza dell’acido pelargonico
Il Ministero della Salute su richiesta di Coldiretti ha approvato l’uso d’emergenza per un periodo di 120 giorni, dell’ acido pelargonico (formulato commerciale Ager-Bi) come prodotto fitosanitario per il controllo dei germogli ascellari sul tabacco. I trattamenti sono consentiti da 10/06/2021 al 07/10/2021. Nelle ultime stagioni la produzione di tabacco ha subito grossi problemi agronomici, principalmente legati alla mancanza di principi attivi autorizzati su questa coltura. La presenza di germogli determina riduzioni delle rese e peggioramento qualitativo dovuto alla bassa presenza nelle foglie di amido e di conseguenza di zuccheri riduttori. In pre-cimatura occorre effetuare il trattamento a 1-4 giorni dall’operazione di cimatura (asportare se possibile nell’operazione di cimatura anche i germogli ascellari più lunghi di 2,5-3 cm). In post-cimatura si deve intervenire preferibilmente in presenza di germogli di lunghezza non superiore ai 2 cm. L’intervallo minimo che intercorre fra un trattamento e l’altro è di 7-10 giorni. Gli ugelli, in gruppo di tre per fila di piante, devono essere disposti a 20 cm di distanza uno dall’altro, rivolti verso il basso: quello centrale verticale ed allineato con la fila delle piante, i laterali inclinati in direzione della cima delle piante. La barra irrorante deve essere mantenuta ad un’altezza tale da assicurare agli ugelli una distanza di 20-30 cm dalla sommità delle piante. La pressione alla barra deve essere di 1-1,2 bar.; si prescrive pertanto l’impiego di un manometro sensibile avente 3 atm come fondo scala. Si conferma, tra l’altro, una sostanziale stabilità del comparto, da un punto di vista delle superfici investite, grazie anche alla forte spinta all’innovazione ed all’efficienza della filiera per la migliore sostenibilità economica, sociale e ambientale delle coltivazioni. Nonostante negli ultimi anni siano venuti meno gli aiuti comunitari al settore, la filiera ha saputo aprirsi al confronto diretto con il mercato, realizzando obiettivi importanti di qualità delle produzioni e di trasparenza nelle relazioni contrattuali e nei controlli attraverso un sistema di regole a valenza interprofessionale e con applicazione erga-omnes.Infatti, è attualmente in vigore il DM 2 febbraio 2018 n. 824 che estende le condizioni minime stabilite nell’accordo definito dall’Organizzazione Interprofessionale Tabacco Italia: un sistema di trasparenza che contribuisce a rendere il comparto una risorsa economica strategica per le regioni interessate, per la filiera e per l’intero indotto economico e occupazionale. Proprio il fattore occupazionale èun elemento importante di questo articolato comparto che, in termini di ore lavorate per ettaro, non ha riscontro in altre filiere agroindustriali, dando un contributo sostanziale anche alla sostenibilità sociale dei territori interessati, oltre che economica e ambientale. A livello mondiale, l’Italia è il diciottesimo Paese produttore in termini di volumi, dopo grandi produttori come Cina, India, Brasile, USA, Zimbabwe, Indonesia. In Europa la leadership dell’Italia è seguita da Spagna, Polonia, Ungheria, Grecia, Bulgaria. Le diverse aree di produzione evidenziano specializzazioni produttive differenti tra gruppi varietali: nel centro-nord risultano prevalenti produzioni di tabacco Virginia Bright, mentre nel meridione quelle di Burley e, in generale, di tabacchi curati ad aria. Oltre il 60% del tabacco italiano è di tipo FLUE CURED, mentre il 30% è di tipo LIGHT AIR CURED. In quest’ottica, è strategico l’Accordo pluriennale sottoscritto nel 2010 da Coldiretti e Philip Morris Italia, rinnovato negli anni e proiettato al 2023: si tratta di una collaborazione, che ha saputo dare corpo alle Intese Programmatiche sottoscritte da Philip Morris Italia con il Mi.P.A.A.F., realizzando un modello di relazioni contrattuali che mira ad evitare intermediazioni e inefficienze organizzative e gestionali, per puntare al rapporto diretto tra produttore e manifattura. Un risultato determinante che ha contribuito al consolidamento e allo sviluppo del settore e della filiera nel suo complesso attraverso la semplificazione e la trasparenza dei processi,garantendo prevedibilità commerciale e stabilità alla tabacchicoltura nazionale. Gli acquisti di Philip Morris in Italia sono pari a circa il 50% dell’intera produzione nazionale per un valore del solo tabacco in foglia di circa 70 milioni di € e per un investimento complessivo nell’intera filiera di 100 milioni di €/anno. L’impegno commerciale è accompagnato da un modello di assistenza tecnica efficiente che realizza impegni importanti nella sostenibilità delle coltivazioni, nelle buone pratiche agricole e nelle buone pratiche del lavoro attraverso modalità innovative. Si tratta della realizzazione di una filiera a chilometro zero, con coltivatori e manifattura a contatto diretto per ottimizzare i tempi e aumentare la qualità, garantendo semplificazione e collaborazione tra le regioni tabacchicole (Veneto, Umbria, Campania e Toscana). Oltretutto, l’accordo offre una grande opportunità per il settore in un’ottica di sostenibilità e di crescita. La prospettiva è non solo per le circa mille imprese che lavorano per Philip Morris, ma anche per le altre imprese, che possono guardare a tale accordo come un esempio da imitare per promuovere l’intero settore con effetti positivi sull’occupazione e per gli investimenti sul territorio. A fronte di tale contesto, la tabacchicoltura italiana ha necessità di disporre, di alcuni mezzi tecnici per il contenimento di avversità che rischiano di pregiudicare il raccolto e la qualità dei prodotti. |
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