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Terreni agricoli contaminati, con il nuovo decreto chi inquina paga

Entrano in vigore il prossimo 22 giugno le nuove regole relative agli interventi di bonifica e ripristino ambientale delle aree agricole contaminate. Uno dei casi più eclatanti di questi ultimi anni è sicuramente quello della Terra dei fuochi. Il decreto del ministro dell’Ambiente, di concerto con i ministri dello Sviluppo economico, della Salute e delle Politiche agricole (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 7 giugno) introduce importanti novità per quanto riguarda le responsabilità di chi inquina con tutele per l’agricoltore che subisce il danno.

Il principio sancito è che chi inquina paga gli interventi di messa in sicurezza e ripristino ambientale della aree contaminate dove vengono svolte le attività di produzione ed allevamento. Quando si verificano eventi che possono provocare anche potenzialmente la contaminazione dell’area il responsabile deve attivare subito le misure di prevenzione comunicando le informazioni su numero e aree utilizzate dove applicare le procedure a Regione, provincia, Comune, Arpa, Asl e al ministero dell’Ambiente.

A chi ha inquinato è richiesta anche la cosiddetta caratterizzazione delle aree per verificare l’eventuale superamento dei livelli di concentrazioni/soglie di contaminazione (Csc).Se tali limiti sono superati ,anche per una sola sostanza, il responsabile dell’inquinamento deve comunicarlo subito alle amministrazione, deve valutare il rischio per stabilire gli interventi necessari. Le misure da adottare sono stabilite dalle Asl che effettuano i controlli sui prodotti. Se le concentrazioni richiedono interventi per rendere accettabile il rischio di contaminazione è il soggetto inquinante che deve farsene carico.

Il piano d’intervento deve contenere planimetria oggetto di intervento , descrizione dei processi e tecnologie da utilizzare, obiettivi e limitazione sulle coltivazioni. Il progetto operativi di bonifica deve essere effettuato privilegiando misure più green e senza trattamenti chimici come il fitorisanamento o il biorisanamento.

Con questo decreto si colma un vuoto normativo, finora infatti non erano definiti obblighi a carico del responsabile dell’inquinamento. Nel decreto viene inoltre sancita la tutela del proprietario del terreno agricolo inquinato il quale deve solo verificare il pericolo e attuare le prime misure di prevenzione. Ma l’agricoltore è escluso dagli oneri delle operazioni di bonifica.

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