il Punto Coldiretti

Tutela delle api: nuovi metodi di ricerca sui fattori di stress

L’elevata mortalità degli insetti e in particolare delle api è un problema molto attuale, sulle cui cause, portata e soluzioni non c’è,nella comunità scientifica, ancora pieno accordo.La scienza è alla febbrile ricerca di risultati affidabili ed è questo l’obiettivo principale di Poshbee (www.poshbee.eu), il progetto Horizon 2020 al quale partecipa Coldiretti con il supporto di Ager.

Le indagini fino ad ora condotte hanno portato i ricercatori di Poshbee all’identificazione di cinque principali ragioni alla base della mortalità di questi insetti: l’agricoltura intensiva, l’uso non sostenibile di fertilizzanti e prodotti fitosanitari, l’urbanizzazione ed il traffico, l’inquinamentoambientale ed il cambiamento climatico. A cui si aggiunge l’ulteriore criticità legata allo scarso scambio di informazioni tra ricercatori, settore agricolo e ministri dei singoli governi a livello comunitario e mondiale. Questi fattori hanno portato al declino di molti insetti come le farfalle, scarafaggi e ovviamente le api.

Di recente, l’Università tedesca di Freiburg, uno dei centri scientifici di riferimento partecipanti a Poshbee, ha illustrato, nel corso di un documentario trasmesso dal programma Planet E, format televisivo molto popolare della televisione tedesca, le modalità di ricerca innovative intraprese dal progetto.In particolare, le analisi sugli effetti che i prodotti fitosanitari, soprattutto quando combinati tra loro, hanno sulle api. In questo campo, infatti, la ricerca non è ancora molto sviluppata egeneralmente è limitata a testare gli effetti di un solo prodotto fitosanitario alla volta, piuttosto che di una combinazione di prodotti fitosanitari ai quali, nella realtà, le api sono esposte. La ricerca, continua l’università di Freinburg, ha bisogno di comprendere gli effetti della potenziale interazione tra prodotti fitosanitari qualora in un’area di coltivazione ne sia impiegato più di uno anche se testare tutte le possibili interazioni tra le diverse sostanze attive utilizzate sarebbe impossibile. Oltretutto, nella prassi degli accordi commerciali la Grande Distribuzione Organizzata non accetta prodotti agricoli che presentino più di tre residui. Le analisi vengono condotte sia in campo che in laboratorio. Nel primo caso, dopo l’esposizione ad un prodotto fitosanitario, vengono raccolte le api mellifere e il loro polline viene testato rispetto al prodotto fitosanitario applicato. Successivamente viene analizzata l’emolinfa dell’ape (i liquidi che scorrono nell’organismo dell’ape) al fine di determinare se l’ape stia bene o meno. Le indagini in laboratorio, invece, consentono di effettuare test di controllo su intere colonie di api,comparandone lo sviluppo in presenza o meno di esposizione a determinati prodotti fitosanitari.

La ricerca proposta da Poshbee prevede che i test vengano effettuati in diverse condizioni climatiche e con diversi sistemi di alimentazione delle api (polline e nettare) perché, per poterle proteggere e salvare, è innanzitutto necessario conoscerle meglio.

Coldiretti partecipa con grande interesse a tale progetto che riveste una grande importanza non solo per l’Ue in quanto servirà ad orientare le politiche di tutela della salute delle api stabilendo quali siano le azioni da porre in campo rispetto alla dibattuta questione dell’ impatto dei prodotti fitosanitari, ma anche per rispondere, sulla base di argomentazioni scientifiche supportate da dati ottenuti con metodi di ricerca innovativi, alle preoccupazioni dell’opinione pubblica rispetto all’impatto ambientale dei prodotti fitosanitari.

Per quanto concerne la realtà italiana, Coldiretti partecipa ad un’ iniziativa promossa dalla Sis (Società Italiana sementi), la maggiore azienda sementiera nazionale, al 100 per cento italiana, controllata dai Consorzi Agrari, riguardante il “fiore che salva le api”, la facelia, dalla bellissima infiorescenza violacea, pianta fortemente attrattiva per tali preziosi insetti.Il progetto prevede di fornire, ai produttori di mais e di alcun grani di particolari varietà come il Senatore Cappelli, aderenti a progetti di filiera di società del sistema dei Consorzi Agrari, anche seme di Facelia della varietà“Facita”in modo che lo coltivino in un angolo del terreno.

La pianta fiorisce alla fine di maggio – primi di giugno, in un periodo in cui la fioritura degli alberi da frutto è terminata, per cui le api fanno fatica a trovare abbondanza di fiori e nutrimento,un fattore fondamentale per ridurre i rischi di attacchi di malattie che colpiscono le arnie. La Facelia è una pianta annuale che può raggiungere un metro di altezza, con un fiore che produce polline e nettare di altissima qualità e che attrae le api. Il miele che viene prodotto dal polline di questi fiori risulta molto gradevole al palato. Inoltre la pianta funziona anche come concime naturale una volta sfiorita. Nell’ambito del progetto è stato creato anche un bollino “salviamo le api e salviamo il mondo” che i produttori possono apporre sui sacchi di mangime a base di mais oppure sui pacchi di pasta ottenuti con le varietà sopra indicate.

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