il Punto Coldiretti

Api, dall’Ue 3,2 milioni per risolvere il problema della moria

La Commissione europea ha stanziato 3,2 milioni di euro per sostenere 17 Stati membri nella realizzazione di studi per raccogliere informazioni sulle perdite delle colonie di api. In particolare, sono stati selezionati 17 progetti.

Gli studi saranno co-finanziati dalla Commissione europea al tasso del 70% dei costi ammissibili per il periodo che va dal 1° aprile 2012 al 30 giugno 2013 per i seguenti Stati membri: Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Lettonia, Lituania, Polonia, Portogallo, Repubblica Slovacca, Spagna, Svezia e Regno Unito. L’Italia ha ricevuto una dotazione finanziaria di 521.590 euro.

“La Commissione – afferma l’Esecutivo dell’Ue nel suo comunicato stampa – ha seguito da vicino e coordinato l’approccio dell’Unione europea per la sorveglianza delle perdite delle colonie di api al fine di raccogliere dati affidabili e comparabili. L’obiettivo è quello di colmare il divario di conoscenze ed acquisire una migliore comprensione della portata del problema, così come le ragioni delle perdite delle colonie di api”.

In Europa gli impollinatori contribuiscono per 22 miliardi di euro ogni anno alla crescita dell’agricoltura europea, con l’84% delle colture che richiede l’impollinazione delle api e più dell’80% dei fiori spontanei che ne ha bisogno per riprodursi. Nell’Ue si contano 2500 specie di api tra le quali la più importante è  l’apis mellifera addomesticata dall’uomo per la produzione di miele. Le altre specie di impollinatori  sono i Bombi e l’Osmia.

Coldiretti esprime soddisfazione per l’attenzione che l’Ue sta dedicando a tale problema e l’auspicio è che gli studi finanziati possano far luce su un fenomeno preoccupante le cui cause sono molteplici e per la cui risoluzione si richiede un approccio multidisciplinare.

Al momento, la causa della moria su cui si è puntata di più l’attenzione è l’uso di alcuni neonicotinoidi impiegati per la concia delle sementi di mais, ma è noto che altri fattori, forse anche più gravi, perché hanno un impatto più esteso, possono pregiudicare la sopravvivenza di questi utilissimi insetti, quali i cambianti climatici, l’inquinamento atmosferico, le cattive pratiche igienico sanitarie impiegate nella cura degli alveari, l’uso improprio dei prodotti per la lotta alla varroa, la diffusione di nuove malattie quali il nosema ceranae.

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