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Approvato l’uso d’emergenza del Bion 50 Wg contro la batteriosi del kiwi

E’ stato approvato l’uso d’emergenza del Bion 50 Wg, prodotto da Syngenta e a base di Acibenzolar-S-methyl 50% per il Kiwi, al fine di combattere il cancro batterico, denominato comunemente  "batteriosi del kiwi" o Pseudomonas syringae pv. actinidiae (Psa). Si tratta di  un’avversità che negli ultimi anni ha provocato numerosi danni a questo tipo di coltura, pregiudicando le rese e la qualità della produzione, vista la scarsità di mezzi tecnici adatti alla difesa in campo.

L’Italia è il secondo produttore mondiale, dopo la Cina. A seguire, vengono la Nuova Zelanda, il Cile e la Grecia. La produzione Italiana di kiwi è, secondo il Centro Servizi Ortofrutticolo, pari a 352.175 tonnellate tanto da  rappresentare mediamente il 6 per cento della produzione frutticola italiana. Nel 2012, il raccolto nazionale ha subito una flessione dovuta principalmente al problema della batteriosi che ha colpito tale coltura diffusa soprattutto in Piemonte, Veneto, Friuli, Emilia Romagna, Lazio e Calabria.

Il calo delle superfici in piena produzione, soprattutto nel Lazio, ha raggiunto il 4 per cento e deriva dalle capitozzature effettuate in seguito alla diffusione della batteriosi che ha colpito in particolare le cultivar a polpa gialla. La resa media unitaria è addirittura diminuita rispetto allo scorso anno del 16 per cento. L’Italia esporta principalmente nei paesi dell’Unione europea (241.727 ton nel 2011). Tra i paesi extraeuropei,  la Russia è il paese nel quale dove esportiamo di più il kiwi (26.626 ton); seguono America del Nord (+27%, 23.002 ton), America del Sud (+51%, 19.177 ton), Medio Oriente (+98%, 17.789 ton), Africa (+133%, 10.857 ton) e Oceania (+12%, 6.413 ton). In sostanza, l’Italia destina quasi il 70 per cento della sua produzione ai mercati esteri che, nelle ultime tre campagne commerciali, hanno acquistato almeno 335 mila tonnellate di prodotto italiano. I Paesi dell’Unione europea continuano ad assorbire quasi l’80 per cento dei kiwi made in Italy

Un dato comunque elevato, se si considera che negli ultimi anni la produzione commercializzabile italiana ha visto una media di 460 mila tonnellate, ma è stata anche in grado di superare le 510 mila tonnellate, evidenziando un grosso potenziale produttivo. Vista l’incidenza altamente negativa della batteriosi sulla coltura del kiwi, il 12 aprile 2013 è stato quindi adottato il decreto ministeriale che autorizza, per un periodo di 120 giorni, a partire dalla data di entrata in vigore del  decreto, l’uso di Bion 50 Wg, prodotto dalla Syngenta, nella lotta contro il cancro batterico dell’actinidia (Psa).

Si tratta di un attivatore delle difese naturali delle piante, formulato in granuli idrodispersibili. Il prodotto è già da tempo registrato per le batteriosi del nocciolo, del pesco e del pomodoro, come pure viene impiegato per contenere le proliferazioni di Erwinia amylovora, agente del "fuoco batterico" del pero e, da quest’anno, anche del melo.

Bion 50 Wg mostra una differente modalità d’azione rispetto ai prodotti attualmente usati contro la Psa, come per esempio i formulati rameici e microbiologici, oltre ad avere un’ elevata mobilità all’interno dei tessuti vegetali. La sua sostanza attiva agisce, infatti, attivando i sistemi naturali di difesa delle piante rendendole più resistenti alla penetrazione e alla diffusione del patogeno. Per queste ragioni va utilizzato preventivamente e va visto come un utile strumento da integrare con gli attuali accorgimenti agronomici per il contenimento della malattia promossi dai Servizi fitosanitari e dalle strutture tecniche.

Nelle sperimentazioni di campo e di laboratorio su Psa, Bion 50 Wg ha già mostrato risultati interessanti per i quali ha ottenuto l’uso d’emergenza. E’ in corso comunque da parte di Syngenta l’elaborazione di un dossier di sperimentazione per ottenere la registrazione definitiva. Il prodotto va impiegato tramite applicazioni fogliari alla dose di 200 g/ha. In caso di applicazione su impianti giovani occorre diminuire il dosaggio adeguandolo alle dimensioni delle piante.

L’epoca ottimale d’impiego è compresa tra la fase di prime foglie distese a quella di formazione dei frutticini, indicativamente fino alla prima metà di giugno. La registrazione di emergenza prevede un numero massimo di 6 interventi per stagione da cadenzare a intervalli di 21 giorni, rispettando un intervallo di sicurezza di 90 giorni. Coldiretti esprime, quindi, soddisfazione per l’emanazione del provvedimento che consente di risolvere, almeno temporaneamente, un problema fitopatologico che incide negativamente su una delle più importanti produzioni nazionali.

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