il Punto Coldiretti

Audizione sui fitofarmaci, Coldiretti dimostra che l’Italia è il paese più sicuro al mondo

L’Italia si conferma il paese più sicuro al mondo per la qualità dei suoi prodotti. Lo ha dimostrato Coldiretti nel corso dell’audizione sull’impiego dei fitofarmaci in agricoltura in Commissione Agricoltura della Camera. Un appuntamento che è stato l’occasione per illustrare i progressi che il settore ha compiuto negli ultimi dieci anni in merito all’utilizzo dei mezzi di produzione. I dati istituzionali, poco conosciuti da chi non opera nel settore agricolo, dimostrano infatti come in Italia non esista un uso massiccio di fitofarmaci in quanto secondo l’ultimo rapporto Istat del 20 gennaio 2015 nel periodo 2002-2013, la quantità di prodotti fitosanitari distribuiti per uso agricolo è diminuita complessivamente di 76 mila tonnellate (-45,2%).

Diminuiscono anche i principi attivi contenuti nei prodotti fitosanitari per ettaro di superficie trattabile, passando da 0,71 a 0,65 chilogrammi per ettaro. Sono quindi formulati sempre più concentrati che riducono al minimo indispensabile il quantitativo di principio attivo necessario per la lotta fitosanitaria.

Coldiretti ha inoltre fatto presente che la difesa degli standard di produzione della filiera agroalimentare italiana in termini qualitativi e quantitativi dipendono dall’impiego di tali prodotti che, utilizzati oggi secondo criteri di sostenibilità, restano indispensabili per garantire la sicurezza e l’autosufficienza alimentare, altrimenti, l’alternativa nella lotta contro le malattie ed i parassiti, impraticabile per il modello italiano di agricoltura improntato alla valorizzazione delle produzioni legate al territorio, sarebbe il ricorso agli OGM. 

Nel documento presentato da Coldiretti all’audizione è stato sottolineato l’aumento del numero di trappole distribuite per la lotta biologica ed integrata che passa da quasi 590 mila nel 2012 a oltre 600 mila nel 2013, grazie al fatto che in Italia è ampiamente diffusa la difesa integrata sin da prima che scattasse il 1° gennaio 2014 l’obbligo per tutti paesi dell’Unione di convertire le imprese agricole convenzionali a tale metodo di produzione. L’Italia è, inoltre, il primo paese nell’Ue per numero di operatori biologici 52.383 dei quali 45.969 sono imprese agricole biologiche ed il secondo, dopo la Spagna,  per superfice coltivata con il metodo di produzione biologico: 1.317.177 ettari, con un aumento complessivo, rispetto all’anno 2013 del 12,8%.

In conclusione, secondo Coldiretti nonostante i progressi compiuti dal settore nell’impiego di tali prodotti, è opportuno proseguire nel percorso di lavoro indicato dal Piano nazionale di attuazione della direttiva 2009/128/CE sull’uso sostenibile dei fitofarmaci, rispettandone i tempi di attuazione, ma soprattutto applicando in modo puntuale le misure relative alla formazione ed informazione degli utilizzatori professionali di fitofarmaci e, quindi, degli agricoltori che è lo strumento più importante per garantire la sicurezza della salute e dell’ambiente.

In tal senso, è fondamentale che le Regioni, già sollecitate dai Ministeri competenti, si organizzino per consentire la realizzazione dei corsi di formazione e di aggiornamento degli agricoltori per il rilascio dell’autorizzazione all’acquisto ed all’impiego dei prodotti fitosanitari visto che già si stanno verificando ritardi che rischiano di non consentire il rispetto della data del 26 novembre 2015.Altro aspetto importante è quello di investire nella ricerca e nell’innovazione, per individuare molecole sempre più sicure sotto il profilo tossicologico nonché strategie di lotta fitosanitaria  a basso impatto ambientale.

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