il Punto Coldiretti

Autorizzato l’uso d’emergenza dell’aclonifen a difesa della cipolla

E’ stata accolta l’istanza presentata da Coldiretti per l’uso in  deroga per situazioni di emergenza fitosanitaria, diretta ad attivare una procedura per l’estensione d’impiego della sostanza attiva aclonifen (nome del formulato commerciale  Challenge), sulla coltura cipolla per il controllo delle infestanti graminacee e dicotiledoni.  Il decreto dirigenziale del 24 giugno 2015 autorizza l’uso del prodotto sulla coltura della cipolla, per un periodo limitato a 120 giorni  a partire dal 24 giugno fino al 22 ottobre 2015.

Il provvedimento richiesto da Coldiretti si è reso necessario in quanto  uno dei principali problemi nella coltivazione della cipolla è la lotta alle infestanti. Il portamento assurgente, lo sviluppo vegetativo rallentato e la taglia bassa della cipolla sono responsabili della sua scarsa capacità di competere con le infestanti. La cipolla è caratterizzata da un lento sviluppo iniziale, che la rende poco competitiva e la predispone al danno delle infestanti, sia produttivo sia di ostacolo alla successiva raccolta meccanica; inoltre la coltivazione a file poco distanti rende difficile il controllo meccanico e, quindi, il diserbo con l’aiuto di sostanza chimiche  assume un’importanza fondamentale nella tecnica colturale.

Al momento non sono disponibili sul mercato prodotti fitosanitari in  grado di combattere efficacemente le infestanti soprattutto nel periodo di pre-emergenza e post precoce. Visto il lungo periodo in cui la cipolla rimane in campo e la scarsa competitività che presenta nei confronti delle infestanti, i soli trattamenti di pre-emergenza non sono sufficienti a garantire il terreno completamente pulito per tutto il ciclo colturale, per cui sono indispensabili trattamenti di post-emergenza, con calendari che risultano complessi ed articolati e che richiedono una pluralità di sostanze attive alle quali l’agricoltore possa ricorrere

La sostanza attiva Aclonifen è  già autorizzata, nel nostro Paese, per numerose altre colture e, cioé, carota, pomodoro pisello, patata, pomodoro trapiantato, tabacco, girasole, mais, sorgo e in grado di agire, per contatto diretto, sulle infestanti in germinazione con lo strato erbicida costituitosi sulla superficie del suolo. L’epoca di intervento varia in funzione alla coltura: su quelle seminate, il prodotto va distribuito prima dell’emergenza della coltura mentre, nelle specie trapiantate, l’intervento deve essere eseguito prima della messa a dimora delle piantine. Si tratta, inoltre, di un erbicida la cui efficacia è scarsamente influenzata da ridotta umidità del suolo e da bassa luminosità. Dopo il trattamento non deve essere incorporato al terreno.

Secondo i dati Istat per l’anno 2014, la produzione di cipolle in Italia interessa 12.482 ha per  4.262.687 quintali di produzione totale  e  4.186.065 quintali di produzione raccolta. Nel 2006 la superficie coltivata era leggermente superiore in quanto interessava 12.819 ha mentre la produzione totale era di 3.807.687 ha e 3.772.166 quintali di produzione raccolta in termini quantitativi, quindi, inferiore.

A livello globale, la produzione e il commercio internazionale delle cipolle continua a crescere. La Fao stima che ogni anno si producano oltre 80 milioni di tonnellate di cipolle su base commerciale. La Cina è di gran lunga il maggior produttore con una produzione (commerciale) stimata in 25 milioni di tonnellate. L’India è seconda nella lista, con 16 milioni di tonnellate. Insieme, questi due paesi rappresentano circa la metà della produzione mondiale. Altri paesi, ma dalle produzioni molto inferiori, sono gli Stati Uniti, l’Iran, l’Egitto, la Turchia, la Russia e il Pakistan. Nella lista dei primi dieci produttori ci sono i Paesi Bassi e il Brasile, entrambi con una produzione annua di 1,5 milioni di tonnellate.

Tra i paesi europei i maggiori sono i Paesi Bassi, Ucraina, Spagna, Polonia, Germania, seguiti da Francia, Gran Bretagna e Italia. In Italia le regioni maggiormente interessate a questa coltura sono Emilia-Romagna, Piemonte, Lombardia, Campania, Calabria, Toscana, Veneto. La cipolla è veramente un "prodotto globale". Sono infatti assai pochi i paesi dove le cipolle non vengono coltivate o mangiate. Non sorprende, quindi, che in molti paesi popolosi cresca tale coltivazione.

L’Italia si distingue, però, per produzioni di alta qualità certificate Igp come la cipolla rossa di Tropea certificata e la cipolla di Medicina e Dop come il Cipollotto Nocerino (Dop) oltre ad essere il secondo mercato europeo nella produzione e consumo dei cosiddetti ortaggi di quarta gamma, dopo la Gran Bretagna.

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