il Punto Coldiretti

Biodiversità e green economy, più spazio all’agricoltura

In occasione dell’Anno Internazionale della Biodiversità, dal 20 al 22 maggio si è svolta a  Roma, presso i locali dell’Università “La Sapienza”, la Conferenza Nazionale della Biodiversità, nel corso della quale, alla presenza del Presidente della Repubblica e delle alte Autorità dello Stato, è stata presentata la Strategia nazionale per la Biodiversità.

Nell’ambito dei lavori della Conferenza, articolata in tre tavoli tematici su “Servizi eco sistemici e prevenzione dei rischi ambientali”, “Adattamento e mitigazione ai cambiamenti climatici”, “Biodiversità, Green Economy, Innovazione Tecnologica”, Coldiretti è stata inviata a partecipare al workshop di preparazione, svolto a Firenze il 29 aprile ed alla tavola rotonda organizzata a Roma, il 21 maggio,  su “Biodiversità, Green Economy, Innovazione”.

Rispetto ai contenuti della Strategia nazionale, già nel workshop, Coldiretti aveva espresso una serie di preoccupazioni e di considerazioni critiche circa le carenze del capitolo dedicato all’agricoltura. Infatti, nella Strategia mancano considerazioni sul ruolo di manutenzione e di presidio e di conservazione assicurati, più che dalle aree agricole di per sé, dalle attività che gli imprenditori agricoli esercitano su di esse.

Coldiretti ha quindi rilevato, nei due interventi, l’insufficienza delle osservazioni sulle vere criticità della biodiversità nei territori agricoli, minacciata dalla frammentazione ambientale e dalla perdita di suolo agricolo, a causa dell’insediamento di differenti attività produttive, o per abbandono. L’analisi relativa agli obiettivi riferiti al settore agricolo e agli interventi necessari e correlati, con specifico riferimento all’individuazione degli strumenti di regolazione ed economici, è risultata inadeguata ed incompleta.

Si è posta in evidenza la necessità di approfondire il legame tra agricoltura e biodiversità agraria, come espressione dei territori e del loro patrimonio economico, sociale e culturale e quale motore di valorizzazione e sviluppo locale, dovendo considerare l’indissolubile legame che esiste tra la preservazione della biodiversità ed un’attività agricola sostenibile.

Se, da un lato, infatti, l’agricoltura continua ad essere tra i principali utilizzatori dei territori, dall’altro lato costituisce un fattore determinante per la qualità dello spazio rurale e dell’ambiente e per il miglioramento delle condizioni di vita delle comunità locali. Il modello agricolo europeo e, in particolare, quello nazionale, riflettono il ruolo multifunzionale che l’attività agricola svolge in termini di ricchezza e diversità dei paesaggi, di prodotti alimentari e di retaggio culturale e naturale.

Oggi, un fattore strategico per l’agricoltura è la necessità di assicurare produzioni di qualità, lo sviluppo di un modello produttivo sostenibile, il raggiungimento di standards elevati di sicurezza alimentare, la realizzazione di attività di valorizzazione del territorio che contribuiscano al suo sviluppo socio-economico ed assicurino il rispetto dell’equilibrio territoriale, la salvaguardia del paesaggio e dell’ambiente.

Con riferimento al paradigma gestionale e commerciale rappresentato dalla green economy, che  assume l’impatto ambientale come indicatore dell’efficienza delle iniziative economiche poste in essere da imprese ed organizzazioni, Coldiretti ha rilevato come questo modello, applicato all’agricoltura ed all’economia nazionale, conferisca un valore aggiunto alla qualità ed alla ricchezza del Made in Italy, che rappresenta il filo conduttore nel quale i territori, i prodotti agroalimentari locali e di qualità, assumono il punto focale del percorso.

E’ stato anche sottolineato come non tutti gli interventi che generano un profitto per chi li pone in essere ed abbiano una ricaduta ambientale positiva possano rientrare nel concetto di green economy, evidenziando come sia necessario valutare l’intero ciclo di vita dei prodotti, non potendo interpretare i casi in chiave individuale, ma dovendone valutare gli impatti nell’ambito di un processo complesso che riguardi sistemi, filiere, comunità ed abbia valore ambientale, economico e sociale.

Non può essere, quindi, qualificata tra gli interventi di green economy l’installazione di grandi impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, che causano una trasformazione radicale del territorio, sia dal punto di vista paesaggistico, che con riferimento ai riflessi negativi sulla biodiversità, oltre che sulle stesse attività produttive locali.

Diversamente, sono sicuramente di green economy i progetti promossi da Coldiretti – come le iniziative “Km 0”  o la “Filiera agricola tutta italiana” – che, oltre ad essere fondati sui principi cardine della difesa del territorio, della valorizzazione della biodiversità, della promozione delle tradizioni produttive e della cultura locale, consentono di superare la logica di prodotto ed entrare in un’ottica di sistema a favore della sostenibilità ambientale e sociale, della competitività del territorio e del suo livello di qualità e sicurezza.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
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