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Biogas, serve un sistema di incentivazione per le imprese agricole

L’aumento degli impianti gestiti dalle imprese agricole (+20 per cento della produzioni elettriche da impianti alimentati da deiezioni o biomassa di origine agricola o vegetale rispetto all’anno precedente) e le analisi sul contributo che lo stesso settore primario è capace di portare alla produzione di energia rinnovabile rendono ormai non più rinviabile una disciplina specificatamente dedicata al comparto del biogas.

Anche sulla base delle aspettative delle imprese agricole sarebbe opportuna, infatti, la predisposizione di un sistema di incentivazione specifico (attraverso la stesura di un apposito decreto ministeriale) anche nell’ottica di definire una maggiore scalarità degli incentivi, in funzione della taglia degli impianti, in modo da riconoscere una equa redditività agli investimenti al variare del costo della tecnologia.

Un’altra proposta potrebbe essere quella di considerare anche dei bonus di tipo ambientale a quelle imprese di allevamento, ubicate nelle zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola, che si dotano di impianti, aziendali o interaziendali, per la produzione di energia da biogas accoppiati a tecnologie di abbattimento del carico di azoto presente nel biodigestato. Altri bonus potrebbero riguardare, inoltre, gli aspetti tecnologici (come la percentuale di utilizzo dell’energia termica prodotta nella cogenerazione, ecc.).

Il completamento della regolamentazione del settore attraverso un apposito decreto avrebbe senso anche nell’ottica della rimozione delle numerose barriere tecniche, normative e burocratiche che, sino ad ora, hanno limitato la diffusione di questa tecnologia in ambito agricolo. Tra le altre cose, ad esempio, occorre garantire a tutti gli impianti di biogas alimentati da effluenti zootecnici e biomassa agricola entrati in esercizio prima del 1 gennaio 2008, la possibilità di passare dal sistema di incentivazione dei certificati verdi al nuovo meccanismo di incentivazione in “conto energia”, ma soprattutto si potrebbe realizzare l’armonizzazione del quadro normativo ed autorizzativo per risolvere le annose questioni legate alla necessità di esclusione, dal campo di applicazione della normativa in materia di rifiuti, dei prodotti interessati dai processi di digestione anaerobica.

Sarebbe utile, inoltre, iniziare a ragionare anche nell’ottica della valorizzazione del biogas quale vettore energetico, favorendo l’utilizzo del biometano come biocarburante nel settore trasporti (tramite accordi con le pubbliche amministrazioni per il trasporto pubblico) e come biocombustibile nella rete di metanizzazione.

Proposte utili a valorizzare il ruolo crescente delle imprese agricole nella produzione di energia, sia in virtù delle grandi potenzialità non ancora completamente espresse dal settore in questo campo, sia grazie al consolidamento del sistema incentivante, basato, attualmente, sul conto energia (tariffa omnicomprensiva di 0,28€/kWh), ma che in futuro, ci auguriamo, vedrà anche l’opzione del coefficiente di moltiplicazione di 1,8 per i certificati verdi (dovrebbe essere imminente l’uscita del decreto applicativo da parte del Mipaf).

Basti ricordare che, sulla base delle risultanze di uno studio accurato, effettuato recentemente da Coldiretti in collaborazione con il Ceta di Gorizia, il potenziale contributo energetico che l’agricoltura può fornire al bilancio energetico nazionale nel 2020 è pari all’8% della produzione energetica nazionale complessiva, ossia 11,50 Mtep/anno; di questi 7,65 Mtep sono rappresentati dalla valorizzazione energetica delle biomasse combustibili.

Nell’ambito delle produzione di elettricità del settore agricolo, una contributo consistente sarà fornito dalle fonti biologiche, in particolare dal biogas, con oltre 2.600 GWh l’anno, per una potenza installata di 370.000 kW; si prevede, d’altro canto, che i sopramenzionati provvedimenti di sostegno alla produzione elettrica da biomasse potrebbero portare il valore a 3.500 GWh/anno.

In tale contesto (riferito all’anno 2020), la produzione di biogas può raggiungere l’aliquota del 16 % rispetto al massimo producibile in Italia, determinato questo dalla disponibilità complessiva di materie prime, mentre, per quanto riguarda le emissioni, la CO2 evitata è pari a 0,7 Mt/annuo.

Va considerato che questo scenario è stato elaborato applicando un approccio prudenziale, poiché al momento delle stime non era stato ancora applicata l’attuale tariffa incentivante in conto energia per le biomasse.

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