il Punto Coldiretti

Biologico, Coldiretti chiede al Ministero un piano anti-frodi

Dopo l’incontro nel quale il Ministero delle Politiche Agricole ha fornito informazioni dettagliate sull’operazione compiuta dalla Guardia di Finanza denominata Gatto con gli Stivali, che ha condotto alla scoperta di una grave truffa nel settore degli alimenti biologici, Coldiretti ha presentato alcune proposte per evitare che in futuro possano verificarsi episodi così dannosi per l’immagine del bio italiano.

Innanzitutto é urgente prevedere una modifica del D.Lgs. 17 marzo 1995, n. 220 (“Attuazione degli articoli 8 e 9 del regolamento n. 2092/91/Cee in materia di produzione agricola ed agro-alimentare con metodo biologico”, al fine di adeguare la normativa sui controlli alla nuova disciplina comunitaria, prevedendo un inasprimento delle sanzioni per gli organismi di controllo e certificazione e una maggiore chiarezza rispetto alle responsabilità civili e penali di atti da essi compiuti in violazione della legislazione vigente.

Inoltre, è stato chiesto al Mipaaf di riprendere la proposta contenuta in un decreto ministeriale, presentata alle associazioni di settore e condivisa, di imporre agli operatori biologici l’obbligo di certificarsi presso un solo ed unico organismo di controllo per tutte le fasi di produzione, trasformazione e commercializzazione. Per ragioni non note, tale proposta di decreto non è, poi, mai stata adottata.

Coldiretti ha evidenziato che sarebbe importante realizzare finalmente una banca dati informatizzata nell’ambito della quale siano disponibili informazioni trasparenti su tutti gli operatori della filiera dell’agricoltura biologica, inclusi i provvedimenti sanzionatori eventualmente irrogati dalle autorità competenti, le transazioni effettuate e le notifiche trasmesse dagli operatori stessi alle amministrazioni competenti.

E’ stato sottolineato, inoltre, il fatto che la frode avvenuta conferma, ancora una volta, la mancanza di vigilanza da parte delle Regioni sugli organismi di controllo. Coldiretti ha chiesto, pertanto, al Ministero di procedere con un richiamo formale  indirizzato alle Regioni, al fine di evidenziare le loro responsabilità in merito alle funzioni di vigilanza che dovrebbero esercitare verso gli enti di certificazione e controllo nonché rispetto all’esercizio di poteri sanzionatori che di fatto non vengono quasi mai adottati. E’, altresì, indispensabile introdurre analisi obbligatorie a campione sui prodotti biologici importati non solo da paesi extra Ue, ma anche da paesi dell’area comunitaria.

Infine, visto che i dati comunicati dal Ministero evidenziano che la frode riguarda di fatto circa 25.000 tonnellate di alimenti falsamente etichettati come biologici e non 750.000 tonnellate come è stato scritto dalla stampa, Coldiretti ha evidenziato che sarebbe importante che con un comunicato stampa si riportasse il dato effettivo al fine di ridimensionare l’impatto della frode.

Tale aspetto è molto importante in quanto Coldiretti è stata contattata dalle organizzazioni di rappresentanza di diversi Stati membri aderenti al Copa Cogeca preoccupati rispetto alla circolazione sul loro territorio degli alimenti oggetto della frode. Si attende ora un riscontro da parte del Ministero in termini di operatività rispetto all’adozione di tali misure affinché comportamenti fraudolenti da parte di pochi non rechino pregiudizio alla professionalità delle imprese agricole  biologiche italiane che, in particolare in questo caso, rischiano ingiustamente di pagare un prezzo altissimo in termini di immagine in quanto, in realtà, la truffa ha avuto come protagonisti società di trasformazione e commercializzazione che nulla hanno a che vedere con i produttori agricoli.

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