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Biologico, Corte dei Conti: accelerare progetti e finanziamenti

Accelerare l’attuazione dei progetti e realizzare un efficace monitoraggio dei finanziamenti. Sono le “raccomandazioni” della Corte dei Conti per rafforzare l’agricoltura biologica. Nella delibera pubblicata il 3 maggio scorso vengono infatti analizzate le azioni messe in campo con il Piano strategico nazionale per lo sviluppo del sistema biologico relativo al periodo 2016/2020.

Per quanto riguarda il piano per la ricerca e l’innovazione lo studio evidenzia un ritardo rispetto ai tempi previsti dalla convenzione con il Crea. Sui finanziamenti è stato riscontrato “un consistente accumulo di residui e una limitata capacità di smaltimento degli stessi, oltre ad un rilevante ammontare di economie, pari a 25.640.850 euro, negli esercizi oggetto di indagine”. La Corte dei Conti parla dunque di intrinseca lentezza della procedura e di liquidazione dei progetti “in tempi estremamente lunghi”. Da qui l’invito all’amministrazione di mettere in atto modifiche al procedimento per accelerare le procedure di liquidazione. E una delle proposte è di nominare una commissione permanente senza dover procedere ogni volta alla designazione di una commissione diversa. L’obiettivo è di rendere più snello e veloce l’iter.

Tra le criticità c’è la limitata capacità di pagamento rispetto alla disponibilità, con un livello dell’8% nell’ultimo quinquennio. Un dato che appare ancora più basso se si considera la possibilità per l’amministrazione di concedere anticipi fino al 60% e acconti fino al 90%. La Corte dei Conti invita dunque a “intraprendere iniziative tese a limitare l’immobilizzo delle risorse che, in particolare per gli esercizi più recenti, ha assunto dimensioni particolarmente significative”. Negli anni 2020 e 2021 infatti il pagato è pari rispettivamente all’8 e al 4%. Si riscontrano ritardi degli avanzamenti dei progetti, per esempio le procedure relative ad alcune iniziative relative al 2016 e 2017 e terminate nel 2018 non risultano ancora concluse.

Sulla mancata predisposizione del Piano per la ricerca , la nota fa sapere che la scadenza è slittata al 31 dicembre 2023 per i disagi provocati dalla pandemia.

L’analisi rileva comunque un aumento delle superfici coltivate da 1,3 milioni di ettari del 2014 agli oltre due milioni del 2020. In crescita anche il fatturato (tra consumi interni ed export) passato nel periodo 2008/2020 da 2 a 6 miliardi di euro.

La magistratura contabile ha rilevato che è stato conseguito l’obiettivo di raddoppiare la superficie investita a coltivazioni biologiche.

Sul fronte del fatturato, che secondo le previsioni doveva passare da 3,88 miliardi nel 2015 a 5 miliardi nel 2020,( +30%), i consumi interni di prodotti agroalimentari biologici sono stati pari a 4,358 miliardi, mentre le esportazioni si sono attestate su 2,619 miliardi al 2020.

Lo studio ricorda poi il budget per le mense scolastiche biologiche di 4 milioni di euro per l’anno 2017, 10 milioni per l’anno 2018, 8 milioni per l’anno 2019 e 10 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2020. Si tratta di un fondo finalizzato a consentire alle regioni e alle province autonome di ridurre i costi a carico delle famiglie beneficiarie del servizio di mensa scolastica biologica e di realizzare iniziative di informazione e di promozione nelle scuole. L’amministrazione – sottolinea la delibera – ha attivato una apposita piattaforma online per l’adesione alle mense scolastiche biologiche da parte delle stazioni appaltanti pubbliche e delle scuole parificate e private; alla data del 30 giugno 2020, risultavano aver aderito 1.515 istituti scolastici per un totale di 23.276.461 pasti biologici annui dichiarati, con un notevole incremento rispetto al dato rilevato al 30 giugno 2018, che vedeva coinvolti 685 istituti scolastici, per un totale di 11.198.836 pasti biologici dichiarati. In concreto, sono stati liquidati 9.966.513,49 euro per l’anno 2018, di 10.000.000,00 euro per il 2019 e di 5.000.000,00 euro per il 2020.

Per quanto concerne l’incidenza delle vendite di prodotti bio sulla spesa agroalimentare questa nel 2020 è stata valutata del 4% con un peso maggiore per frutta (27%), latte e derivati (21%), ortaggi ( 19%) e derivati dai cereali (12%). Nelle bevande analcoliche la percentuale è del 9%, del 4% per le uova fresche, del 3% per gli altri comparti e del 2% per olii e grassi vegetali.

 

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