il Punto Coldiretti

Biologico: la riforma del sistema di certificazione è un’occasione persa

La riforma del sistema di certificazione, oggetto di delega al governo e contenuta in un Decreto legislativo di prossima pubblicazione, è, di fatto, un’occasione mancata, lasciando inalterato lo status quo e complicando ulteriormente la vita alle imprese agricole che intendono impegnarsi nel settore.

Con il Decreto arrivano, infatti, oramai a cinque i sistemi informativi ad uso del sistema del biologico con uno scarso coordinamento tra loro. E resta inalterata la previsione che impone la marca da bollo nella notifica, non prevista per nessuno degli altri schemi di certificazione pubblici attivi in Italia.

Non viene inoltre in nessun modo ridefinita la delega che il ministero concede agli organismi privati di controllo, venendo quindi meno alla richiesta di revisione complessiva del sistema, che il Parlamento aveva chiaramente previsto nelle due leggi delega di riferimento.

Un appesantimento burocratico che grava su un settore, quello biologico e biodinamico, che rappresenta un esempio virtuoso verso la transizione ecologica con una attenzione particolare alla tutela della fertilità dei suoli, al contrasto ai cambiamenti climatici e alla qualità delle produzioni.

Già 6 regioni italiane hanno raggiunto gli obiettivi del 25% previsti dalla Commissione europea al 2030 e la media italiana della superficie biologica del 18,7% è quasi il doppio della media in Ue.

Tuttavia, con un mercato sempre più attento alle tematiche della sostenibilità meno di 1 italiano su 3 riconosce l’eurofoglia, il logo europeo del Bio (indagine Ismea 2023) che garantisce in etichetta l’effettiva provenienza dei prodotti mentre e crescono i dubbi sulle sicurezze offerte dal sistema.

In tale ottica il riconoscimento del marchio del biologico italiano, fortemente atteso da Coldiretti, potrà certamente essere una nuova sfida su cui misurarsi per rilanciare il settore ed aumentare la fiducia dei consumatori.

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