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Cresce il biologico in Ue, ma sono necessarie filiere bio del Made in Italy

Al Biofach di Norimberga la più grande fiera internazionale di settore, alla quale anche Coldiretti Bio ha partecipato con un proprio stand in collaborazione con Coldiretti, Campagna Amica, EvooSchool e Terra Nostra, sono stati presentati gli ultimi aggiornamenti dei dati sul biologico internazionale presentati dall’Istituto di ricerca sull’agricoltura biologica FiBL in collaborazione con Ifoam.

L’analisi, riferita al 2022, evidenza come la superficie di terreni biologici sia continuata a crescere nei Paesi dell’Unione Europa, facendo registrare un incremento del 5,1%, raggiungendo globalmente 16,9 milioni di ettari bio. L’aumento di Sau biologica è ancora maggiore, arrivando a toccare il 10%, se si considerano anche i Paesi europei non in Ue, con una superficie che ha superato 18,5 milioni di ettari.

L’Italia si conferma tra i Paesi più biologici in Europa, con 2,3 milioni di ettari, dopo la Francia (2,9 milioni di ettari) e la Spagna (2,7 milioni di ettari), con una Sau bio del 18,7% circa il doppio della media europea. L’Italia mantiene il primato per quanto concerne il numero di produttori bio con oltre con 82.593 unità sui 480.000 attivi in Europa. Podio anche per quanto riguarda il numero di trasformatori, quasi 24.000.

Globalmente le vendite di biologico ammontano a 53,1 miliardi di euro in Europa, 45,1 miliardi di euro nell’Unione Europea, che si conferma anche nel 2022 il secondo mercato di biologico dopo gli Stati Uniti che ha registrato vendite per 58,6 miliardi di euro.

Nel 2023 in Italia, secondo il rapporto Nomisma, levendite alimentari bio nel mercato interno (consumi domestici e consumi fuori casa) hanno raggiunto quasi i 5,4 miliardi di euro. Positiva in particolare la performance dell’export di prodotti agroalimentari italiani bio che raggiunge i 3,6 miliardi di euro nel 2023, segnando una crescita del +8%.

Sono proprio i dati sul consumo che però fanno suonare un campanello di allarme per il comparto del biologico. Il mercato degli alimenti bio, infatti, sta risentendo in maniera importante il peso della crescita dell’inflazione, con effetti nelle scelte di consumo che penalizzano i prodotti di alta fascia di prezzo.

L’analisi di questi numeri è stata portata da Coldiretti  Bio al tavolo del biologico convocato dal Masaf nei giorni scorsi. Per Coldiretti, infatti, è assolutamente necessario sostenere il consumo di prodotto biologico italiano se si intende sostenere la crescita del biologico nelle nostre campagne.

Sono stati infatti richiesti interventi specifici in grado di rilanciare la reputazione del biologico italiano, non solo attraverso iniziative di promozione e comunicazione efficaci, ma anche attraverso una maggiore credibilità del sistema ed un rilancio del ruolo della produzione agricoltura all’interno nella filiera del bio, troppo spesso orientata verso importazioni extra Ue.

Il marchio del biologico italiano, già previsto nella legge di settore ed in attesa di una sua applicazione, potrebbe essere uno strumento valido per il rilancio del consumo da un lato e per favorire la costruzione di filiere interamente italiane dalla produzione agricola fino agli scaffali dei punti vendita.

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