il Punto Coldiretti

Nuovo sistema di tracciabilità per il biologico: serve maggiore chiarezza

Garantire la trasparenza nelle transazioni commerciali, per fare arrivare al consumatore ogni informazione utile a valorizzare gli sforzi degli agricoltori impegnati nella sostenibilità e nella tutela ambientale è da sempre al centro di ogni battaglia della Coldiretti. In particolare per le produzioni biologiche, la tracciabilità rappresenta un elemento essenziale, necessario a garantire la qualità e quindi il valore aggiunto proprio del prodotto certificato. In tale ambito le innovazioni informatiche possono offrire soluzioni molto efficienti per rendere immediatamente disponibili, anche nelle etichette, origine e storia dei prodotti.

Il biologico è stato finora una palestra molto utile per tutto il sistema agroalimentare nello sperimentare sistemi informativi innovativi, che potessero integrare informazioni di varia natura, gestite da soggetti diversi con responsabilità specifiche, ma con l’obiettivo comune di rendere tutto il sistema “affidabile” per le aziende, per i cittadini consumatori e per la pubblica amministrazione. In questi anni di storia del biologico italiano è apparso molto chiaro che le soluzioni tecnologiche se non sviluppate in funzione di sistema, con una visione complessiva dei diversi soggetti coinvolti e dei relativi ruoli, rappresentano solo un aggravio burocratico ed un appesantimento amministrativo, che non porta nessun beneficio alla credibilità e quindi allo sviluppo sano del comparto.

Non sembra però che la storia abbia dato la lezione necessaria: la mancanza di una visione strategica nello sviluppo dei nuovi sistemi informativi è infatti apparsa purtroppo manifesta già con l’approvazione del decreto legislativo 148 del 2023. L’articolo 21 del decreto ha istituito, infatti, due diversi sistemi di tracciabilità per il biologico, i cui ambiti di intervento sono apparsi fin da subito poco chiari e senza alcuna visione di insieme, come già all’epoca segnalato da Coldiretti. I due sistemi, tra l’altro, non riportano alcun legame con i sistemi già in uso e con la loro naturale evoluzione. Il decreto ministeriale pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 194 del 22 agosto 2025 rende attuativa la norma istituendo un sistema di tracciabilità denominato “BioTrac” e rappresenta solo l’ultimo tassello di un quadro ancora da definire in modo compiuto.  

Tale sistema viene istituito, infatti, proprio nel momento in cui il Sistema Informativo per il Biologico, che dovrebbe rappresentare il sistema centrale di riferimento per il settore, è in fase di profonda revisione, dovendosi adeguare al fascicolo grafico e fornire risposte alla eliminazione dei Piani Annuali di Produzione. Nei prossimi 180 giorni, come previsto dal decreto, pena la decadenza del decreto ministeriale, i tecnici informatici del MASAF saranno impegnati nel difficile lavoro di realizzare, senza maggiori oneri a carico dello Stato, una piattaforma informatica che possa rispondere ai criteri del DM e soprattutto essere utile al sistema. Le prime aziende “colpite” dal nuovo sistema di tracciabilità saranno quelle aderenti ai distretti biologici. L’eccesso di oneri amministrativi e la scarsa chiarezza delle norme è una delle cause principali che sta allontanando dal biologico molte imprese agricole, in particolare le piccole imprese. La semplificazione delle procedure amministrative, anche attraverso l’utilizzo dei sistemi informativi, che auspichiamo possano avere una visione strategica più ampia rispetto a quella messa in campo finora, dovrebbe rappresentare una delle soluzioni per tornare a far crescere il comparto.

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