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Parte il cantiere dei distretti biologici e dei biodistretti

Parte il cantiere dei distretti biologici e dei biodistretti. Il 27 febbraio è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Decreto 28 dicembre 2022 su “Determinazione dei requisiti e delle condizioni per la costituzione dei distretti biologici”. Il decreto definisce i biodistretti secondo quanto prevede ll’art. 13 della legge 9 marzo 2022 n.23.

Il decreto disciplina i requisiti e le condizioni per la costituzione e il riconoscimento dei distretti biologici e dei biodistretti, concentrandosi in particolare sulle procedure amministrative necessarie.

Un comitato promotore, costituito dalle aziende, organizzazioni di produttori, soggetti pubblici e privati, enti locali, enti di ricerca e rappresentativo del tessuto socio-economico territoriale, presenta la richiesta di riconoscimento del distretto biologico alla regione di appartenenza.

Al distretto biologico devono obbligatoriamente partecipare imprenditori agricoli biologici, associazioni di produttori biologici; soggetti singoli o associati che intervengono nella filiera biologica mentre possono partecipare enti locali e pubblici, enti di ricerca, associazioni o organizzazioni che adottino politiche di tutela delle produzioni biologiche, di difesa dell’ambiente, conservazione del suolo agricolo e di difesa della biodiversità.

La richiesta di riconoscimento del distretto biologico è presentata dal comitato promotore alla Regione con allegati il protocollo costitutivo del comitato promotore e il piano di distretto contenente la denominazione, l’elenco dei soci partecipanti, finalità, obiettivi e attività che si intendono realizzare.

La Regione avvia il procedimento di riconoscimento durante il quale può richiedere chiarimenti, variazioni o adeguamenti. All’esito dell’istruttoria, la Regione emana un provvedimento di riconoscimento del distretto biologico che deve essere trasmesso al Ministero ai fini dell’inserimento nel Registro nazionale dei distretti biologici.

Il decreto prevede, come fortemente sostenuto da Coldiretti, che siano le Regioni ad avere un ruolo determinante nella definizione delle regole per i biodistretti e per il loro riconoscimento.

I biodistretti possono rappresentare uno strumento interessante in grado di sostenere e valorizzare diverse forme di multifunzionalità delle aziende biologiche. Già alcune esperienze virtuose sono state portate avanti da Coldiretti con la realizzazione di distretti biologici, come il caso della Regione Marche. Nella realizzazione dei biodistretti, anche per le attività che dovranno essere seguite dalle amministrazioni regionali, Coldiretti pone particolare attenzione alla necessità per le imprese agricole biologiche di essere al centro del processo di aggregazione di soggetti diversi. È forte il rischio, infatti, di vedere marginalizzato il ruolo delle imprese agricole in questo tipo di organizzazioni.

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